Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

·" Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 riordinamento politico della penisola balcanica sulle basi delle nazionalità anche se queste nazionalità dovessero riunirsi in una potente confederazione. • Rispetto all'Albania, ci pareva e ci pare sempre doveroso fare alcune riserve. Cioè: 1) non è possibile ricostituire la grande Albania che arriverebbe nientemeno sino a Novi-Bazar, senza violare ingiustamente i diritti dei serbi, ed occorre nelle zone contestate procedere a compromessi fra le razze; 2) l'autonomia dell'Albania non deve significare l'abbandono dell'Albania all'influenza austriaca; 3) il giorno in cui gli albanesi resultassero incapaci di governarsi da sé - e vorremmo si concedesse loro un credito anche piu lungo dei trent'anni concessi dal Vaina, e vorremmo che il nostro paese aiutasse in _ buona fede gli albanesi a superare le gravi difficoltà dell'impre~a, e non si lasciasse sedurre ad aumentare quelle difficoltà da immorali e funeste proposte di eventuali spartizioni italo-austriache - in quel giorno l'Italia dovrebbe trovarsi a fianco della Grecia, della Serbia e del Montenegro e non a fianco dell'Austria: e questo dovrebbe avvenire fino da oggi, qualora circostanze indipendenti dalla nostra volontà ci costringessero per evitar mali peggiori a scegliere fra la giustizia e la brutale necessità dei fatti, e a seguire il sistema del si salvi ehi può nel nostro interesse nazionale. Stando alle proposte fatte dagli ambasciatori alla conferenza di Londra, la integrità nazionale albanese sembra assicurata. Resta ora da vedere se la nuova Albania sarà libera sul serio o per burla. E ciò dipenderà, come spiega ottimamente il Vaina, dai confini territoriali e dall'organizzazione amministrativa interna del nuovo stato. Problemi delicatissimi, a risolvere i quali occorre una conoscenza minuta e profonda delle condizioni locali, che auguriamo non manchi ai nostri uomini di governo. Non mai come in questo caso il sapere è stata la condizione preliminare indispensabile per potere volere utilmente. A questo proposito le notizie che raccoglie nel suo bell'artiçolo il Vaina sulle condizioni etnografiche delle zone contestate, rappresentano un utile e interessante contributo alla conoscenza del problema, e in molti punti ci sembrano assai convincenti. Però noi non abbiamo idee cos1decise e recise, che ci consentano di pronunciarci con sicurezza assoluta per la tesi del Vaina e quella dell'on. Guicciardini. Quel che importa è stabilire il principio, che in fondo è ammesso anche dal Vaina, che il problema dei confini della nuova Albania non si può risolvere né a base di diritti storici, né con assolutismi geografici od etnici; ma occorre che intervengano compromessi da una parte e dall'altra, ed in questi compromessi - aggiungiamo noi - i maggiori sacrifici non possono non essere addossati al popolo piu imperfettamente organizzato, cioè all'Albanese. 290 Biblioteca Gino Bianco

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