'' Come siamo andati ,n Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 L'Austria in Albania Ma essere idealisti non vuol dire essere minchioni. E sarebbe un segno di estrema minchionaggine credere che Austria e Italia abbiano potuto mettersi d'accordo sul serio e francamente su un programma di questo genere. L'Austria - scriveva l'on. Guicciardini in un articolo della Nuova Antologia deft giugno-luglio 1901, ristampato in questi giorni nella stessa rivista - mira a stabilire il suo predominio in una forma che non apparisce ancora determinata in Afbania. Forse le sue mire non giungono fino al golfo Ambracico, ma, certo non si fermano al Semeni, scendono al sud di Valona e giungono fino al bacino di Calamas, il confine ellenico consigliato dal Congresso di Berlino. I mezzi dei quali l'Austria si serve per !'attuazione della sua politica sono molteplici, di differente natura, adatti ai diversi ambienti dove si esercitano, ma tutti egualmente tendenti al medesimo fine. L'Austria, in forza di antiche consuetudini ha il protettorato del culto cattolico in Albania; e di questa circostanza si serve per tener soggetto il clero cattolico e farne strumento della sua politica. Mercé l'aiuto di Propaganda, quivi tutte le sedi vescovili sono in possesso di prelati austriaci o austriacanti, e, mercé l'aiuto di questi, tutte le parrocchie vanno popolandosi di parroci animati da sentimenti simili a quelli dei vescovi. Somme non piccole spende 1'Austria per il clero d'Albania in assegni ai vescovi, in sussidi ai parroci, in contributi per mantenimento, per restauri, per ampliamenti, per costruzioni di edifizi ecclesiastici; e maggiore della spesa è il frutto che ne raccoglie: nessun Governo è servito da agenti propri cosi fedelmente come l'Austria è servita dal clero albanese: oramai non c'è quasi parrocchia che non sia ornata del ritratto di Francesco Giuseppe; e il vescovo di Scutari, monsignor Guerrini, nel 1898, per vani pretesti, ma effettivamente per opporsi ad ogni influenza estera, giunse a tale che mise sotto interdetto de scuole italiane, finché non ebbe a cedere di fronte alle proteste degli stessi cattolici scutarini e ai richiami del Governo di Vienna. Dove la popolazione cristiana non è cattolica, ma ortodossa, l'Austria, variando i mezzi secondo l'ambiente, invece di politica cattolica fa politica musulmana e cerca di attirare a sé, non la popolazione cristiana, ma i suoi dominatori, i bey. E anche qui i frutti della sua politica non mancano: il piu appariscente, se non il piu sostanzioso, è che i figli òi alcune delle piu ricche famignie della regione sono stati mandati in educazione all'estero, non in Italia o a Costantinopoli, ma nei collegi d'Austria. Oltre i ·mezzi di influenza di carattere politico, l'Austria adopera, senza risparmio, i mezzi di influenza di carattere umanitario, educativo ed economico. Lo spedale di Scutari, posto sotto la direzione di un sanitario che ha l'obbligo della cura gratuita a domicilio dei cattolici poveri, è austriaco: sono austriache diverse scuole tenute da congregazioni religiose a Valona, a Durazzo, a Scutari, a Prisrend e altrove: austriaco è l'ufficio postale di Jannina, che serve la maggior parte dell'alto Epiro; austriaco l'ufficio postale di S. Giovanni di Medua che serve Scutari e tutta i'alta Albania; austriaca è la Società di navigazione che ha quasi monopolizzati il commercio di cabotaggio e il commercio internazionale dell'Albania; austriaci sono i vapori che tengono in regolare comunicazione l'Albania con Costantinopoli. Il cittadino albanese quasi non può muoversi senza trovarsi, ad ogni piè sospinto, di faccia lo stemma austriaco. Le lettere che gni arrivano, i vapori sui quali viaggia, le chiese dove va a pregare, lo spedale, se è scutarino, dove va a farsi curare, tutto gli dice, che al di là del Governo dd Sultano, che è il suo Governo, vi è un altro Governo che vive, non per opprimerlo con le violenze e con le tasse, ma per sovvenirlo e rialzarlo con ogni opera di civiltà. · i•··'- t~3.: E l'on. Di San Giuliano scriveva nel giugno del 1903: 282 Biblioteca Gino Bianco •
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