"Come siamo andati in Libia" e altri scritti dal 1900 al 1915 essere dell'Austria. E su questo punto non c'era in Italia dissenso di sorta. E appunto perché il possesso dell'Albania avrebbe significato per l'Austria il possesso di Valona, l'Italia si dichiarava interessata alla questione albanese, e aveva fatto servire la Triplice Alleanza per ottenere dall'Austria la promessa di astenersi da ogni conquista territoriale in Albania (promessa che l'Austria manteneva intensificando intanto la penetrazione economica e morale del paese). E appunto perché si sentiva che una ulteriore espansione territoriale dell'Austria in Macedonia, rendendola confinante con l'Albania dalla parte di terra, avrebbe enormemente rafforzate le influenze austriache in Albania e reso inevitabile, a scadenza piu o meno breve, l'insediamento politico del1'Austria nel basso Adriatico, appunto per questo le vittorie della lega balcanica, che sbarrano all'Austria l'adito verso la Macedonia, furono accolte fra noi quasi come successi italiani. Oggi la scena è umana. L'Italia difende Valona non piu contro l'Austria, ma contro la Grecia; e non solo perché intenda tutelare l'autonomia albanese, ma perché Valona non deve essere mai porto militare in possesso di un altro stato; e quest'avvertimento è diretto non solo alla Greèia, piccolo stato di rre milioni di abitanti, che non può dar ombra all'Italia, ma a tutte le potenze di tutto l'universo. L'Italia, insomma, vuole assicurarsi, come scnve la Tribuna in un comunicato ufficioso del 10 dicembre, contro qualunque occupazione di Valona o di altri porti importanti albanesi da parte di una potenza o di uno stato marittimo o che possa diventar marittimo, e che per sé o per mezzo di una combinazione qua/,unque, possa portare un elemento di perturbazione nell'equilibrio ddll'Adriatico. Ora se la logica non ha fatto divorzio dalla politica estera italiana, queste affermazioni portano l'Italia ad opporsi anche a qualunque forma di adesione, che la stessa Albania potesse liberamente dare a una eventuale confede~ razione balcanica, perché con questo Va]ona diventerebbe o minaccerebbe di diventare porto militare della confederazione. Porta l'Italia a fare tutto il possibile affinché non si costituisca una confederazione balcanica, perché questa tenderebbe necessariamente ad assicurarsi attraverso l'Albania le comunicazioni portuali con l'Adriatico, e perciò cercherebbe di associarsi l'Albania sia colla violenza sia con liberi legami confederali; e alla sua volta l'Albania, avendo come hinterland gli stati della confederazione balcanica, sarebbe portata prima o poi, specialmente grazie alle comunicazioni ferroviarie, a sentire la opportunità e 1a utilità di una adesione alla lega balcanica: e questo farebbe di Valona un pericolo per l'Italia. L'Italia, anzi, se vuole agire efficacemente in coerenza coi fini che si propone, deve da ora in poi fare ogni sforzo per mantenere l'Albania in uno stato barbarico e opporsi ad ogni allacciamento ferroviario dei porti adriatici dell'Albania col retroterra macedone; perché un'Albania incivilita e associata ferroviariamente alla· Mace280 BibliotecaGino Bianco
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