Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

A . 1 mosca cieca La Camera ha votato, con la solita pletorica maggioranza, il credito di 50 milioni per la Libia e i pieni poteri al Governo perché li spenda come via via gli parrà opportuno. E certo sarebbe stato assurdo pretendere di fissare fino da ora~ negli stanziamenti particolareggiati di un vero e proprio bilancio preventivo, il programma di lavoro di una amministrazione appena nascente. Ma non sarebbe stato niente affatto assurdo esigere dal Governo che dichiarasse una buona volta i criteri almeno generali, a cui intende informare la sua opera: criteri, che dopo un anno dall'inizio dell'impresa libica dovrebbero essere già definiti nella mente dei nostri uomini politici. Il Governo deve cercare di provocare esso la emigrazione dei lavoratori italiani in Libia, a furia di grandiosi lavori pubblici magari improduttivi, e mediante una piu o meno forzata colonizzazione di Stato - lavori pubblici e colonizzazione, che farebbero nascere in Libia una agglomerazione artificiosa di popolazione immigrata, a cui lo Stato dovrebbe continuar sempre a dar lavoro anche quando non ce ne fosse piu: una seconda provincia di Ravenna, insomma, infinitamente peggiorata e senza i magnifici vantaggi naturali della provincia di Ravenna; oppure deve lasciare che si sviluppino normalmente e a loro esclusivo rischio e pericolo le iniziative private, circoscrivendo le sue funzioni al mantenimento dell'ordine pubblico, all'amministrazione della giustizia, alla diffusione dell'istruzione, e a quelle sole spese per lavori pubblici, che sieno riconosciute davvero necessarie e produttive e per cui sia evidentemente vano fare assegnamento sulle iniziative private e cercando di limitare piu che sia possibile il costo di queste opere mediante l'impiego della mano d'opera indigena, o dei soldati o dei condannati? Quale dev'essere il regime doganale della Libia? La colonia dev'essere inclusa senz'altro nel regime doganale protezionista della madre patria? Oppure dev'essere costituita in territorio doganale autonomo? E in questo caso, deve avere un sistema di dogane esclusivamente fiscali, oppure dev'essere sottoposta a un regime di protezione a vantaggio dei prodotti della madre patria? E ai prodotti esportabili dalla colonia quale trattamento deve fare la madre patria nel dischiudere ad essi il proprio territorio? Non sarebbe necessario dividere del tutto l'amministrazione militare e civile della Tripolitania da quella della Cirenaica? A chi conosce anche mediocremente lo stato reale di quei paesi, non può non apparire chiarissimo, che in effetti noi abbiamo acquistato laggiu due colonie, assai dissimili per condizioni naturali, nettamente separate per distanze e per tradizioni, in cia1 Pubblicato in " L'Unità, n a. I, n° 52, 6 dicembre 1912, p. 205, a firma L'UNITA. [N.d.C.] 273

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