La questione a/,banese stenitore della integrità e dell'autonomia dell'Albania. L'Austria avrebbe gridato continuamente a gran voce che gli albanesi sono incapaci di vivere autonomi, e in attesa di poter occupare politicamente tutta l'Albania per farvi la maestra di buoni costumi, avrebbe cercato di i;-estringerepiu che fosse possibile i confini della " piccola Albania " autonoma, conglobando nella Macedonia la maggiore razione possibile di "grande Albania." Adesso che la Macedonia, dalla parte di Novi-Bazar sembra chiusa, ecco che l'Austria si afferma vestale della integrità e dell'autonomia albanese. E per integrità è naturale che intenda l'integrità non solo della " piccola," ma anche della "grande," o almeno di quanto piu è possibile conservare della "grande Albania," in modo che sia aggregato all'Albania quanto piu territorio è possibile a nord, e ad est, e a sud. E per autonomia è naturale che intenda la facoltà lasciata alle tribu albanesi di vivere discordi e anarchiche, finché la propaganda dei suoi preti e dei suoi frati e dei suoi agei:ti segreti, abbia predisposti gli ani.mi a un suo intervento pacificatore, che avverrebbe naturalmente ad esclusione della Grecia, della Serbia, dell'Italia, e che la porterebbe sulle rotaie della " grande Albania " fino nel cuore della penisola balcanica. E, tanto per cominciare, l'autonomia albanese sembra non dovere escludere, anzi dovere includere, il protettorato austriaco sugli albanesi cattolici della zona piu settentrionale. Quanto al divieto, fatto dapprima alla Serbia ed al Montenegro di toccare il sangiaccato di Novi-Bazar, l'Austria sembra riconoscere di dover piegarsi ai fatti compiuti. In compenso, almeno secondo le primitive notizie, essa inviterebbe Serbia e Montenegro ad entrare nel sistema doganale austro-ungarico, cioè a diventare suoi vassalli e confederati: il che è come dire che inviterebbe la Serbi¼}e il Montenegro a lasciarsi conquistare economicamente senza colpo ferire, e a fare da ora in poi la politica doganale, e quindi la politica estera, e quindi la politica militare, che sembrerebbe necessaria allo stato sovrano, Ad ogni buon conto per avere la garanzia assoluta di tener sempre la Serbia sotto mano, l'Austria le nega ogni porto libero, anche commerciale, sull'Adriatico, e le offre gentilmente che si accomodi pure in qualche porto della Dalmazia sotto il controllo austriaco. • La Serbie est prisonnière - ha scritto Georges Gaulis nelle Pages libres del 31 gennaio 1903: e andiamo a cercare piuttosto lontano l'autorità, affinché risulti che non si tratta di teorie improvvisate per l'occasione. - L' Autriche la tient par son chemin de fer hongrois et par les chemins de fer sud orientaux, qui occupent les deux voies de sortie: sur le Bosphore et sur Salonique. La Serbie a pour principaux produits des porcs et de_s prunes. Or, lorsque il' Autriche veut réduire à sa merci le gouvernement de Belgrade, elle déclare que le cochon serbe est atteint du rouget ou de tout autre épizootie: l'exportation est arretée par une bonne police sanitaire. Du coté de la Turquie le chemin de fer aggrave ses tarifs et rend les transports ruineux. Le cochon, qui ne sort plus, mange alors Ics prunes: un produit consomme l'autre, et le paysan serbe meurt de faim. La Serbie, qui est, avec la Suisse, le seul pays d'Europe privé de cotes, a des voisins impitoyables. Elle ne sortira de son esclavage économique que le jour où elle aura un débouché sur une mer quelconque. 267 BibliotecaGino Bianco
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