Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

Un anno dopo Tutto è cambiato. Soltanto nei giornali continuano ad apparire. di tanto in tanto, intorno alla Turchia stremata e bisognosa di pace e intorno all'imminente disgregamento delle forze arabo-turche, quelle notizie che già cominciavano ad apparire nell'ottobre dell'anno scorso... Tale il triste bilancio delle disillusioni e degli errori. Ad esso possiamo per fortuna contrapporre la bella prova di organizzazione e di valore data dall'esercito e dalla flotta, e l'energia e la costanza che il paese ha mostrato di fronte all'impresa rivelatasi assai piu difficile ed aspra di quanto nessuno avesse previsto. Il paese, in generale, è apparso maturo, migliore assai de' suoi governanti, de' suoi rappresentanti e de' suoi giornalisti; ha dato prova di saggezza e buon senso, specialmente di fronte agli scalmanati tentativi dei nazionalisti, diretti a spingere il governo verso pazzesche imprese. Speriamo che queste prove di maturità e di saggezza non rimangano infeconde. La situazione in Europa è grave assai; per di piu si avvicina rapidamente il momento delle grandi decisioni che dovranno determinare e fissare per vari anni la posizione dell'Italia nella politica internazionale. In tali circostanze, è piu che mai necessario l'uso di quelle qualità di saggezza, di prudenza, di fermezza di cui, se si eccettuano pochi gruppi di scalmanati e di pazzi, l'opinione pubblica ha dato prova in questi ultimi mesi. I ricordi del modo con cui fu preparata e montata nella stampa l'impresa di Tripoli, possono insegnare a diffidare del linguaggio e delle mosse di certi giornaloni nostrani. Le complicazioni e le difficoltà della politica europea, di cui questi mesi di guerra hanno rivelato tutto il vario e complesso giuoco, possono insegnare a maturare e a palesare le decisioni, a guardare verso l'avvenire còn maggiore esperienza e con maggiore cautela. Le illusioni sulle ricchezze e sulla fertilità delle nuove colonie sono ormai in gran parte cadute. Il paese deve ora opporsi ai pazzeschi progetti di spese pubbliche e di grandi lavori, che si tentano di varare col miraggio di rendere sfruttabili le ricchezze della Libia, ma in realtà collo scopo di favorire pochi gruppi di capitalisti e di sfruttatod. Si pensi che quelle grandi opere pubbliche, di cui si vuol dotare la Libia, mancano quasi interamente in . gran parte d'Italia, dove sono piu necessarie, dove sono invocate da tanto tempo. Si pensi che l'Italia risorta ha ancora da risolvere un gravissimo problema interno: la questione meridionale. Solo se tutto questo avverrà e se gli errori passati serviranno almeno ad evitarne dei nuovi e piu gravi, potremo dire che la dura e dolorosa esperienza di questo anno di guerra ha portato qualche vantaggio durevole al paese. 237 17. bi oteca Gino Bianco

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