'' Come siamo andati in Libia" e· altri scritti dal 1900 al 1915 per mezzo dell'on. De Viti de Marco, sulla fine di febbraio, fummo invitati a un colloquio proprio da Ennio Quirino Alamanni in persona! L'assente era proprio presente a Roma! Due lettere di E. Q. Alamanni L'on. De Viti de Marco si è trovato ad essere intermediario fra l'Alamanni e noi in modo semplicissimo. Impressionato dalla gravità del fatto che un ufficiale dell'esercito avesse potuto tenere mano a una mistificazione volgare come quella del carteggio Rohlfs-Crispi-Camperio, egli aveva presentato sugli ultimi del gennaio una interrogazione al ministro della Guerra per sapere se sia vero che il capitano Ennio Quirino Alamanni abbia pubblicati sul giornale La Ragione nel settembre 1911 i falsi documenti Rohlfs-Camperio-Crispi; e nell'affermativa, se il Ministero creda di prendere provvedimenti per chiarire la posizione deU'ufficiale; nella negativa, se non creda di smentire ufficialmente la partecipazione di un ufficiale dell'esercito nella pubblicazione e nel falso. Questa interrogazione procurò all'on. De Viti de Marco a) una risposta ufficiale del ministro della Guerra; h) una lettera della signora Alamanni e una lettera· del capitano Alamanni; e) la preghiera da parte dell'Alamanni, di invitarmi a un colloquio in sua presenza. Ecco la risposta del Ministro Spingardi: Autore della pubblicazione dei noti documenti Rohlfs-Carnperio-Crispi su La Ragione è appunto il capitano di mii. terr. cav. Ennio Alamanni, che fatto rimpatriare da Bengasi (dove era stato inviato come interprete, non per servizio militare), e, invitato a fornire spiegazioni, non solo non disconosce il fatto, ma dichiara anche per iscritto che, per quanto risulti da scienza e coscienza, i documenti sono autentici, e si riserva di fare le pratiche opportune presso la famiglia Camperio, affinché intervenga e assicuri l'esattezza dell'esposto, nel limite della propria capacità. Solleciterò la promessa dimostrazione, esaminerò se essa sia tale da porre fuori discussione la posizione militare dell 'Alamanni, o se invece questa ne rimanga in qualche modo tocca; nel qual caso non mancherò di prendere i provvedimenti di mia competenza. La lettera della signora Alamanni, in data 16 febbraio, scritta e sottoscritta dalla identica mano, che ha scritto l'altra lettera a firma Nobile Ennio Alamanni, di cui parleremo fra poco, contiene di interessante per la nostra ricerca le seguenti dichiarazioni: La vita di mio marito fu quanto mai raminga e instabile, quasi sempre all'estero, ora per il cap. Camperio, ora per il R. Governo, in varie missioni. Appassionato cultore di discipline coloniali, era venuto raccogliendo, con infinito zelo e grande cura, un materiale prezioso per lui, di carte, documenti e monografie, che per altro per me finivano pcr rappresentare un ingombro continuo e pieno di spese per i continui traslochi, che dovetti fare da Torino a Roma e viceversa. 202 BibliotecaGino Bianco
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