"Come siamo andati in Libia" e altri s,critti dal 1900 al 1915 Non oseremmo considerare come assolutamente esatti tutti i particolari narrati dal giornale clericale. Quel che è assolutamente vero, è che il compromesso fra il Banco di Roma e la società tedesca era già firmato; e appunto quel compromesso dette l'ultima spinta alla guerra, a cui a mezzo settembre era ancora avverso il Re con la grande maggioranza dei ministri. E nessuno ignora che a proporre esplicitamente la conquista della Tripolitania, nell'ultimo congresso degli italiani all'estero si trovò in prima linea, insieme ad alcuni caporioni del nazionalismo, proprio il predecessore del commendator Pacelli nella direzione del Banco di Roma, ed è anche noto che pars magna del Banco di Roma è Romolo Tittoni fratello dell'on. Tommaso Tittoni. Quanto ai motivi, che hanno spinto il giornale clericale a premere cos1 . apertamente la mano sul Banco di Roma, essi si devono ricercare probabilmente nel fatto, che fallita la speculazione tripolina, con l'aiuto della quale i clericali speravano conquistare il Governo, e respinta dall'on. Giolitti l'alleanza clericale, il Vaticano si è avvisto che le iniziative del commendator Pacelli, lungi dal presentare utilità per il movimento clericale, lo compromettono assai con responsabilità che ben presto diventeranno assai pesanti: perciò la stampa vaticanesca trova opportuno... alienarsi per sempre dal Banco· di Roma. Il problema libico e la democrazia 1 Non sappiamo su quali basi colloca l'amico Barbagallo la prev1s10ne che sui 30 e 40 mila kq. di oasi costituenti la zona oggi coltivata della Libia, la popolazione potrà essere senza difficoltà portata a 300 o 400 abitanti per chilometro quadrato. Il Belgio, che presenta la popolazione piu densa del mondo, arriva appena a 234 abitanti per kq. E nel Belgio le condizioni attuali sono il frutto non solo della produttività naturale del paese, incom1 Corrado Barbagallo rifacendosi all'articolo Colonia e Madre Patria del 13 gennaio 1912 (n° 5) e all'altro Come si fabbrica una terra promessa dell'8 giugno 1912 (n° 26) propugnava un piu approfondito esame delle condizioni della Tripolitania, "prima di concludere e di formare un programma." Proponeva di considerarla " quale possibile campo e sbocco della nostra emigrazione,'' con i ~roblemi annessi, messa in valore del commercio, e anche dell'industria. Concludeva che ' la politica piu economica è quella di una pronta penetrazione nell'interno e di una pronta e non avara collaborazione col capitale privato." Ossia egli confutava le argomentazioni del Salvemini a favore dell'occupazione militare della sola costa, e della limitazione delle spese alle sole necessità di questa occupazione. A questo articolo, pubblicato in " L'Unità," a. I, n° 30, 16 luglio 1912, p. 119, Salvemini fece seguire la seguente postilla, pp. 119-120, a firma L'UNITÀ. [N.d.C.] 194 BibliotecaGino Bianco
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