Gaetano Salvemini - Come siamo andati in Libia

La coltura italiana e Tripoli VI Per ingrassare questa nuova burocrazia, pardon per portare a Tripoli tutto: l'alfabeto, le comunicazioni, l'acqua potabile, le sementi, le case, gli abitanti, gli strumenti e i metodi per tradurre la ricchezza dalla potenza nella realtà; per portarvi, in una parola sola, la civiltà il Bevione propone. un prestito di mezzo miliardo. Mezzo miliardo basterà appena per una prima annaffiatura: "per le spese generali d'impianto." Il capitale privato farà il resto. E la Tripolitania formicolerà di italiani e sarà una seconda Italia. Il Bevione non vede che questa enorme massa di capitali pubblici e privati, spostata verso la Tripolitania sarebbe tanto sangue vigoroso sottratto alla vita economica dell'Italia. Questo capitale, sottratto all'Italia, sarebbe in parte speso improduttivamente nella conquista militare e nella organizzazione amministrativa; in parte servirebbe ad intensificare la vita economica tripolina, impiegando in prima linea la mano d'opera locale; e solo quando questa fosse insufficiente, darebbe lavoro alla mano d'opera immigrata dall'Italia. Data, dunque, la esistenza di una determinata somma di capitale, che lasciato alle forze produttive dell'Italia, darebbe impiego in Italia a un determinato numero di lavoratori, è evidente che la sottrazione di quel determinato capitale a scopo tripolino avrebbe per effetto un aumento di emigrazione di quei determinati lavoratori dall'Italia; e di questa mano d'opera emigrata, solo una parte sarebbe assorbita dalla nuova produzione tripolina, il resto dovrebbe andare a cercarsi lavoro in altre terre. - Ecco in che modo il Bevione fa servire la Tripolitania a risolvere il problema della emigrazione italiana. Egli ignora che una conquista coloniale solo allora è in grado di produrre la immigrazione di mano d'opera della madre patria nella colonia, quando la madre patria, traboccando di capitali e avendo esauriti nei propri confini tutti gli investimenti produttivi, occupa la colonia per riversarvi i capitali sovrabbondanti e attirarvi dietro dj essi la mano d'opera necessaria a farli fruttare. E l'Italia non è in queste condizioni. Il Valenti, che è oggi in Italia il piu competente studioso di economia , agraria, ha dimostrato di recente che "la causa precipua che ba impedito il progresso dell'agricoltura italiana nel primo trentennio (1870-1900) è stata la estrema scarsezza del capitale," ed ha spiegato come "il progresso dell'agricoltura italiana · è principalmente subordinato alla condizione di un largo impiego stabile di capitali sul suolo e di un accrescimento notevole del capitale di esercizio." 2 Identico è il problema agricolo di quella parte della Tripolitania in cui la coltura può essere intensificata. Un "ricco e influentissimo capo arabo'' 2 L'Italia agricola dal 1861 al 1911, pp. 54 e 137. 113 BibliotecaGino Bianco

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