Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Il Vaticano e il fascismo di finirla, sia che egli abbia cominciato a capire che oramai a far causa comune con Mussolini non si giocava piu a colpo sicuro. Ma "voce dal sen fuggita piu richiamar non vale." Quando le armate degli Alleati occuparono Roma, il primo impulso del Vaticano fu di annunziare che il papa non avrebbe dato udienze a militari, dato il suo obbligo di rimanere neutrale. Ma qualcuno deve avere fatto osservare al Vaticano che, avendo ricevuto tanti soldati tedeschi e ita– liani quando era lecito prevedere la vittoria di Hitler e di Mussolini, il papa non poteva ora, sotto la maschera della neutralità, rifiutare le visite degli Alleati. Era bene, perciò, che le porte del Vaticano si aprissero ai nuovi ve– nuti. Piu numerosi i visitatori, e piu facile sarebbe stato sostenere che non era stato possibile arginare quella ondata di barbari. Eppoi oramai la vittoria della coalizione anglosassone sembra sicura. Bi– sogna stare in buona coi vincitori, sempre. In fondo il papa è come il tenore Gigli. "Sf," disse costui il 24 giugno al corrispondente dell' Associated Press, · "sf, è vero che io cantai per i fascisti, e cantai anche per i tedeschi; ora che gli americani e gli inglesi sono qui, mi piacerebbe di cantare per essi pure." Se può sembrare irriverente paragonare il papa a un tenore, parago– niamolo a un avvocato. L'avvocato sta con chi lo paga. Se Mussolini vince e dà al papa un concordato, il papa sta con Mussolini. Se gli anglosassoni vincono e fanno sperare al papa un concordato anche migliore, il papa sta con gli anglosassoni. Egli è neutrale finché non si è definita la vitto– ria, e sta coi vincitori sempre, anche col diavolo, come disse Pio XI, pur di "salvare un'anima." Come facesse a dimostrare quante anime sal– vava, lo sapeva lui solo. Dante, ai suoi tempi, questa politica la definiva non come salvazione di anime ma come "puttaneggiar con tutti." Eppoi, eppoi. Mentre nei discorsi ai soldati e ufficiali tedeschi e ita– liani dal 1940 al 1942 Pio XII li eccitò a compiere il loro dovere mili– tare ed esaltò l'eroismo di chi moriva per la patria, nei discorsi del 1944 egli ha parlato a inglesi, americani, francesi, polacchi, senegalesi e che so io solamente della pace, della giustizia, dell'amore e della necessità che la guerra conduca a una giusta pace. Niente eroismo nazionale, niente esaltazione delle virtu militari! Si potrebbe essere piu neutrali e piu cristiani di cosf? Ogni cosa al suo tempo. Ci sarebbe una via per spiegare e magari scusare la politica del Vati– cano verso Mussolini e il suo regime. totalitario. I papi non hanno mai ap– provato i regimi democratici. Questi debbono garantire libertà di pensiero a tutti, libertà di parola a tutti, libertà religiosa a tutti, libertà di associazione e di riunione a tutti, e debbono volere la separazione dello Stato dalla Chiesa. Queste libertà per tutti e la separazione sono state sempre con– dannate dai papi. A pari condizioni un papa preferirà sempre un regime totalitario a un regime democratico. Pio XI sperò che Mussolini avrebbe istituito in Italia un regime totalitario cattolico. D'altro canto non poteva impedire le attività criminali di Mussolini. Non aveva libertà di scelta: doveva o combattere l'uomo e affrontare il suo odio feroce, oppure venire 416 BibliotecaGino Bianco

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