Gaetano Salvemini - Stato e Chiesa in Italia

Sovranità territoriale e indipendenza spirituale tative, Pio VII ebbe cura di non mai intrecciare ufficialmente le domande territoriali con le questioni religiose sollevate dal concordato e dalla incoro– nazione, perché temeva di incorrere nell'accusa di simonia se avesse ufficial– mente barattate le concessioni territoriali, che sperava di ottenere, con le concessioni spirituali che era costretto a fare. 9 Si noti che Pio VII aveva fatto la professione di canonista prima di diventare papa. Se nella tradizione romana ci fosse stata una dottrina for– male, che consacrasse il potere temporale come garanzia necessaria dell'in– dipendenza spirituale, nessuno scrupolo di simonia sarebbe intervenuto a im– pedirgli di associare le sue domande territoriali con le trattative per il con- cordato e per la incoronazione. · Nel 1806 Napoleone rivendicò la propria sovranità anche su Roma. Pio VII, che aveva fatto sacrificio di ogni dignità finché aveva avuto dei territori da conservare, cominciò a resistere con tenacia invincibile appena si avvide che non aveva piu nulla da perdere. Fu durante queste discussioni che egli invocò per la prima volta, nella allocuzione Illuxisse del 16 marzo 1808, l'autorità di Bossuet e le parole stesse del Sermon sur l'unité de l'Église, per affermare che la Provvidenza aveva dotato la Santa Sede della sovranità territoriale, per metterla in condizione di esercitare liberamente la sua giurisdizione su tutta la cristianità. 10 S'intende che il papa ebbe cura di mutilare il testo di Bossuet, alleggerendolo di tutti quegli incisi, in cui Bossuet attribuiva a Pipino e a Carlomagno la creazione del dominio tem– porale.11Cos.1la dottrina di Bossuet, debitamente disinfettata di tutti i ger– mi di origine carolingia, e depurata di tutte le nozioni di carattere feu– dale, con cui era nata nello spirito del suo primo autore, cessò di essere la semplice constatazione di un fatto storico e cominciò ad assumere il va– lore di una verità teologica primordiale. La teoria riapparve nella lettera a Napoleone del 27 marzo 1808, nella istruzione ai vescovi dello Stato pontificio del 22 luglio 1808, nella bolla del 10 giugno 1809. 12 Viceversa, i prelati francesi, che servivano la politi– ca di Napoleone - ed erano quasi tutti -, trovavano piu opportuno 9 A. DEBIDOUR, Histoire des rapports de l'Eglise et l'Etat en France, cit., p. 217. 10 Bullarii Romani continuatio, cit., vol. XIII, pp. 262-63. 11 Ecco in che modo Pio VII tradusse e trarli il pensiero di Bossuet: "Testis esse potest locuples praeclarum illud Ecclesiae gallicanae lumen Bossuetus, Meldensis episcopus, egregiis illis sententiis, quas in sermone de unitate Ecclesiae literis consignavit. 'Voluit, inquit, Deus ut haec Ecclesia communis regnorum omnium mater, progrediente tempore nulli esset tempo– ralibus in rebus regno subjecta, utque sedes illa, in qua universi Christi fideles servare deberent unitatem, eo tandem statu, locoque esset, ut super omnia partium studia emineret, quae contrariae, sibique oppositae utilitates, sollicitaeque, ac suspiciosae imperii curae aliquando gignere potuissent' (Sermon sur l'unité de l'Eglise, ed. di Liegi, 1766, p. 489). Itemque pergens, 'Ecclesia, inquit, in suo capite ab omnibus temporalibus potestatibus libera videt se in eo statu esse, in quo possit pro bono publico, ac sub communi christianorum regum patrocinio liberius coelestem hanc regendarum animarum potestatem exercere; eademque aequam manu libram sustinens tot inter imperia sibi invicem saepe inimica unitatem in universo corpore tuetur modo dicretis flecti nesciis, modo rationibus prudenter accomodatis.' Explicari nec lucu– lentiu~ poterat, nec gravius, haec qua sedes apostolica tenetur _necessitas. tuendi, atque omn~ ope servandi suam hanc rationem, qua neutrarum est cum omnibus parttum, suamque summ1 imperii sui libertatem iuxta ordinem, quem cernimus esse divina providentia constitutum." 12 E. CoNSALVI, Mémoires, Paris, 1866, voi. II, p. 133; H. BASTGEN, Die romische Frage. Dokumente und Stimmen, Freiburg i.B., Herder, 1917-19, I, p. 55 sgg.; V. FIORINI-F.LEMMI, Storia moderna d'Italia: periodo napoleonico, Milano, Vallardi, 1920, p. 813. 97 1b oteca Gino Bianco

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