· CARLO ROSSELLI SOCIALISMO LIBERALE I (Edizione clandestina J ED I,,Z I O I DI "GIUSTIZIA E LIBERTÀ,, Biblioteca Gino Bianco
SOCIALISMO LIBERALE Biblioteca Gino s·anco
.... ,. - · Jioteca Gino Bianco •
CARLO ROSSELLI S O C ·I A L I-- S M O ' . LIBERAL.E (Edizione clandestina) . , - EDI Z.IO N I DI " GIUSTIZI A E L'I B E·R T À,, Biblioteca Gino Bianco •
I Questa edizione di « Socialismo Liberale » era pronta a Milano in periodo clandestino, prima dell' insurrezione, stampata a cura della tipografia Luigi Memo. Ne esistono 5.20 copie, nume·rate .dall' I al 520. Le Edizioni « U » stampano a Firenze_ la prima edizione del teste:·èlefiniti vQ di' « Soéialismo Liberale», con prefazione di Mari on, Rosselli, appendice e indice analitico. 202 - PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA • BtbltòtecaGino Bianco
• VITA E PENSIERO DI CARLO ·RQSSELLl · (Conferenza tenuta da E.· G. al Liceo Cantonale di Lugano il 10 giugn~ 1944) . ....._ Nel tardo pon1eriggio del 9 giugno 1937 Carlo e ·Nello Rosselli trayersavano in automobile ·1a foresta di Conterne, in Francia, di ritorno_ a Bagnoles-de1'Orne. Un 'altra· macchina, che li aveva seguiti -nel .-viaggio di andata, ?i trovava 01~aferma nel punto pìù solitario della strada .. Gli occupan_ti, ·simulando. un_ guasto, fecero ,cenno_ai Rosselli di arrestarsi. Due pu- -gnalate alla gola bastarono_ per abbattere esanin1e Carlo, sette per recidere la giovinezza di Nello. I corpi insanguinati ven.nero gettati 1' uno sopra 1 ·altro ·nella vicina boscaglia è l'automobile rimo'rchiata due .chilometri più lontano con -1 'intento di far perdere le tracce. Questa la ricostruzi~ne del delitto in base. alla te.: • stimonianza -di u·na bambina. Come esattamente tredici anni prima sul Lungotevere Arnaldo. da Brescia, cos_ìadesso il•fascismo, per ordine del suo capo, si sba- - razzava con lo. stesso s~stema -- un vilissimo agguato -· ·dei suoi avversari più temuti, perchè più risoluti . ' . e p1u punt 5 BibliotecaGino Bianco
·Quel pugnale, che in segno gua'.si di sfida, fu poi abbandonato al lato dei cadaveri, lascia'7a due giovani vedove e sette orfani in tenera età. · · Enorn1e .fu _l' impressione :5ull' opinione pubblica, non solo francese n1a di tuttq_ il n1ondo. Vee1nenti si, le~arono le proteste contro l'efferato ·delitto che veniva a confermare un ininterrotto sisten1a di violenza. Un gruppo di intellettuali francesi pubblicò una vibrata protesta, la quale raccolse subito centinaia di~ f irn1e di scrittori; scienziati ed artisti d'Europa e d' America. L'indignazione fu vera111ente in1mensa in tutti gli ambienti. S~eayeste però la pazienza di sfogl~are il « Corriere della Sera » di quei giorni, vi trovereste un saggio molto significativo. sul 111odo,con cui la sta1npa fascista d'Italia infonnava allora i suoi lettori dell 'accaduto. Il 13. giugno il « Corriere della Sera y dava infatti notizia dell'assassinio dei R\osselli scrivendo · 11 . . . . nel sottotitolo : << Dué ipotesi prospettate : un regolamento di conti fra antifascisti 0 una vendetta di anarchici catalani ». Seguendo il 1netodo di Farinacci, il quale a suo tempo aveva affermato d1e Matteotti era n1orto di spavento al vedersi avvicinato dagli squadristi di Diumini, anche questa. volta alla ferocia si aggiungeva la viltà e l'oscenità della calunnia contro le vittim.e. 0 Vi basti questa,. brano : « Vi è chi suppone che il delitto sia stato commesso. da antifascisti, ité;!-lianipressq, i quali il Rosselli sarebbe divenuto· sospetto in /seguito alle vòci che correvanò negli ambienti di fuorusciti ,circa una sua presunta intenzio1:1e di ritornare in patria dopo aver abbandonato l'antifascismo ... Ci si domanda perciò se,. informati dei motivi di quest'ul6 BibliotecaGino Bianco
' timo incontro dei due fratelli, alcuni antifascisti non abbiano organizzato un agguato per vendicarsi del « tradimento >) di Carlo e punire nello stesso tempo Nello Rosselli di averlo provocato » .- ·Tanta impudenza da parte dei fascisti provocò na- . turalmente le più vive proteste. I rappresentanti di tutte le correnti politiche italjane in esilio pubblicarono una dichiarati one in cui den un eiavano chiaramen te i mandanti, anzi l'unico vero responsabile di tutto: l\!I ussolini. A.nche Niarion Ros~elli, vedova di Carlo, consegnava alla stampa parigina una dichiarazione contro coloro che, non paghi di averle assassinato il marito,_ osavan·o ora anche ingiui"iarne la memona. ,,, I funerali veramente imponenti, ebbero luogo il 17 giugno col COI)Corsodi oltre 150.000 persone.~ Il popolo di Parigi e l'emigrazione italiana vollero con questo omaggio reso alle due nob,ilissime vittime dimostrare quanto grande fosse il loro dolore e quanto viva fosse la loro solidarietà alla ,causa per la quale i due fratelli si erano sacrificati. Anche il .governo francese, non_ostante il significato squisitamente po_litico di questi funerali, inviò un suo rappresentante ufficiale e del Presidente del ·Consiglio dei Ministri nella persona del sottosegretario alla Presidenza, on. Blumel. · · I Rosselli appartenevano a una famiglia nota non soltanto per il censo, ma per le benemerenze acquistatesi nel periodo del Risorgi1nento. Basterà ricordare ,che nella casa di un Rosselli a Pisa, prozio delle vittime, frascorse i suoi ultimi· anni e vi morì Giuseppe Mazzini. La madre,. A-melia Ptncherle Rosselli, non è soltanto una scrittrièe di rgmanzi e commedie, .7. \ BibliotecaGino Bianco
ma è stata una impareggiabile eduçatrice e la miglior guida dei propri figli.' Tre maschi, tutti e tre n1orti per la Patria. Aldo, il maggiore, cadde in combaitim_ento nella scorsa guerra· mondiale·. Anche Carlo aveva partecipato a quella guerra come ufficiale_ degli al- . pini, partendo volontario a diciassette- anni. Brevi cenni bastano per tratteggiare la figura di Nello Rosselli, assassinato non ancora trentasettenne.- _,.'\nimo sereno e mite, come si capisce ·subito anche guardando una semplice fotografia dove si sprigiona dai suoi _occhi una luce che è tutta bòntà. Egli sì era· dedicato sin dà giovanissin10 agli studi storici_ applicandovisi con 1nolta serietà-e finezza di discernimento. Sono noti e 1nolto apprezzati. i suoi saggi : « Carlo Pisaca1ie nel Risorgimento» il pri'J110, « lVIazzini e Bakounine, dodici anni di 1novimento .opei;aio _in Italia, 1860-72 » il secondo. Vi è un terzo lavoro·: « Le relazioni diplomatiche •fra Inghilterra e Italia nel· Risor- .gimento », cui attendeva da ten1po, ma la morte ne ha_' impedito la co,ntinuazione·. Da pochi giorni era arrivato in Francia per visita.re il fratello, quando il pugnale lo ha colpitQ. Nell9 non era un poli_tico, i_n quanto non militava, 111ai suoi sentimenti liberali e democratici ne facevano un antifascista convinto. La sua vita -era dedicata interamente allo studio, grazie al quale egli portava egualn1ente il suo contributo alla lotta contro la tirannide col ·tener .vive negli Italiani, e particolarrnente nei giovani, · le ·tradizioni del nostro RisorginJento, attraver_so un;1 esposizio11e _obbiettiva dei fatti e. degli uomini, proprio nel _momento in cui il iascismo_ cercava di falsare persino quel periodo dèlla storia italia~a. · .. BibliotecaGino Bianco
Carlo Rosselli non aveva, ancora trentott'anrti. All'opposto del fratello, era un temperamento esuberante e battagliero; di fisico alto, forte e pieno di vita. Intelligenza vivacissima, che sapeva passare dall 'analisi più profonda alla it"rande sintesi co_struttiva. Era stato discepolo di Gaetano Salvemini, dal giornò· in cui insieme col fratello si erano _.presentad, studenti n6n ancora ventenni, all'in~ìgne n1aestro di scienze e di carattere, per chiedere consiglio sui loro studi. Carlo compì studi severi di diritto e di ·economia laureandosi a Firenze in scienze politiche. Per preparare la sua tesi di laurea sull'utilitarismo intraprese un viaggio di studio in Inghilterra in còmpagnia di -Salve- . . ~ m1n 1. I_n-quegli anni l'attività di Carlo non è politica, nonostante che la gioventù· italiana fosse quasi tutta attratta dalla vivacità della lotta politica, quale veniva svolgendosi nel dopoguerra_. Carlo, com·e tutti gli uoh1ini che sanno misùrare l'asprezza del can1mino, sentiva il bisogl)o di .una preparazione so.da e profonda. La sua fu allora attività ore~ralente1nente intellettuale. . . ~ ~ Egli è tra i fondatori di quel Cfrc_olo di· cultura dei . giovani di Firenze, dal quale· dovevano uscire più tardi uornini di grande valo.re scientifiso e morale Quale fu_-du_nqi1e l' avvenimento che chia1nò così bruscamente alla politica attiva Carlo Ros_selli? Fu I 'assassinio del giugno 1924, ci_oè di Giacomo Niatteott( Tant9 egli era stato_ alieno prima di partecipare alla lotta politica, pur comprendendone il_dovere è nutr~ndo sentimenti sinceramente so_cialisti. quanto· si-;11tì da questo momento irresistibile il bisogno di parteciparvi in'teramente. Carlo non era, nè fu mai uomoda 1le mezze misure. E nella l9tta P?liti_ca s1 gettò a 9 BibliotecaGino Bianco \
f ., .,. ' . fonclo,_ proprio quando tùtto era più difficile, quando non si trattava di mietere facili vittorie bensi di cor- ' . rt;re rischi- e pericoli serissimi, quando proprio i più la disertavano: Fu -certamente l'aspetto morale, la bellezza di un compito diffici'le, anzi arduo, che spinsero _Carlo nella mischia. Da allora data la sua adesione -ufficiale al Partito Socialista Italiano. A venticinque anni è già professore 1ncaricato di economia nell'Isti uto Superio1~e di Scienze Co111n1erciali di Genova .. Collabora attivamente alla· (< Critica , . . . Sociale .>> di Turati e alla (< _Riforma Sociale » di Einaudi. Venuta n1e!:10la libertà di stampa, nel. 1925 pubblica a Firenze con Salvemini un giornaletto clandestino dall'espressivo titolo « Non l\1ollare », che doveva essere la divisa sua e di· molti altri nella ven-:- tennale lotta contro_ il regimé fascista. Finahnente fonda e dirige a lviilano con Pietro Nenni la rivista <( Quarto: Stato », cui la polizia fascista non consentiva che pochi mesi di vita, dal marzo all'ottobre 1926. Il nome di RosseUi è inoltre legato all'impresa della fuga di Filippo 'Turati. Ne fu l'organizzatore principale in collaborazione con Ferruccio Parri ed Alessandro Pertini. Il fascis1no teneva strettamente vigilato il venerato « leader >> del socialismo italiano. Rosselli capì tutta l'importanza e il valore simbolico di riuscire a sottrarre t1n uon10; che rappresentava tina bandiera, dalle. grinfe del fascismo. Il,, piano fu presto fatto ed eseguito: _Turati sfugge· travestito alla vigilanza della polizia e da l\1ilano si reca con gli amici a Savonq. Di ·qui salpano su una in1barcazione da pesca e sbarcano in Corsica. Messo in salvo rfu-_ rati, R:osselli stima che sia suo dovere rientrare in Italia per contifiuarvi la lotta. Senonchè, scoperto poco dopo, viene arrestato insien1e a Parri. , 10 BibliotecaGino Bianco ..
• Il processo eh 'ebbe luogo a Savonà dopo diec-i mesi di carcere .costituì un grandioso successo politic9. Gli accusati si mutarono in accusatori·. Il presidente del tribunale alla fine del dibattito non potè a r1eno di esclamar~ rivolto ai suoi colleghi : « ,Ancora tre processi come questo ed il regime fascista è bell'e spacciato >>. In base a_lla legge del tempo l'azione di Rosselli e Parri era suscettibile. di una ·pena mode- . rata,. per CL!Ì venne ordinata la scarcerazione degli in1putati; n1a il fascismo, nient' affatto soddisfatto del- , l'indulgenza dei suoi magistrati, deportò Lui e Pani nell'isola di Lipari. Rosselli• trascorse nel confino di Lipari due anni che furono di studio e di meditazione, nonchè dì preparazione della· fuga. Nell'estate del i 929, dopo_ lunghi e 111eticolosi preparativi, amici politici riuscivano con un velocissimo motoscafo acquistato in Inghil-· terra ad accostarsi all'isola e a raccogliervi Carlo Rosse11i, Emilio Lussu e Fausto Nitti, i quali, al segnale convenuto, si erano lanciati a nuoto verso .l'imbarcazione liberatriée. Nbnostante l'ins_eguimen to, gli eva-. _si giunsero sani e salvi in Tunisia e dì là passarono in Francia. • ·Il regime fascista fece arrestare la moglie di Carlo, Nlarion. Cave, e il fratello Nello, il quale venne in- .. viato al confino a prendere il posto di Carlo, punizione alla fuga di quest'ultimo. L'intervento del « 'fi1nes >>, che informò l' opinione pubblica dell' assurdità degli ai-resti operati per .la fuga di Carlo e sopratutto del fatto che 1\/Iarion Rosselli era cittadina inglese, procurò la liberazione della n1oglie, che però venne espulsa dall'Italia. A Parigi Ro_sselli fondò il movi1nento· rivoluzionaII BibliotecaGino Bianco
f ... ' . . rio « Giustizia e Libertà » insieme con Lussu, Nitti, Cianca, 'Tarchiani, Salvemini, Trentin, e in stretta ·collaborazione con gli amici rimasti in Italia, fra i quali Ernesto Rossi, Bauer e Parri. · · Inoltre pubblicò a Parigi in francese il suo « Socialisme Libéral », libro 1ned_itato e scritto a Lipari, il cui manos_critto_aveva portato con sè nella fuga; quest'o_pera è fondam'entalé, se anche non definitiva, per capire il pensiero politico di Carlo Rosselli. La sua inquietudine spirituale era la. meno ·adatta ad acco_- n1odarsi nelle formulette bell'e fatte deJ socialismo tra- . dizionale, troppo spesso sefnplicista. Davanti a Lui non c'è soltanto il problema dell'intellettuale che ricerca ansiosamente_ la verità, ma il dramma proprio, il dramma della democrazia italiana, - il _dramma di tutto un popolo che usciva sconfitto· dalla lotta contro il fascismo. Si tratta di trovare un socialismo che soddisfi pienamente le esigenze del liberal_ismo, ormai acquisite aHa nostra civiltà, ~vale a dire, libertà, .autonon1ia, spirito di iniziativa, ·progres?o, e le esigénze del soci~- lisn10 non meno sentite da· tutti, quali l'eguaglianza, la• S?"iustiziasociale la solidarietà umana e il diritto al o , benessere. Sentiva perciò Rosselli fortissimo il biso.~ gno di addivenire ad una nùova elaborazione ideologica staccandosi dai vecchi schemi del socialismo_ che l'esperienza aveva dimostrato incapaci di risolvere i reali problemi sociali del nostro ten1po. i\. questo pro- ._posito Egli criticava aspramente l'inerzia intellettuale dei socialisti italiani che aveva condotto un partito, per altro forte di grandi masse, alla sterilità politica proprio in un'qra grave per i ·destini della democra:lia italiana. · 12 BibliotecaGino Bianco
.. (( ·occorrerà in fin dei conti scrive nel SU() libro a pag. 73 - una rude scossa ìntellettuale per sottrarre i socialisti italiani alla loro passività ideolog1ca, per costrjnge_rli a pensare in modo autonomo e a conquistare -eo_nle loro dure prove_ personali di ricerche, di dubbi e di lotte i nuovi valori. « I tempi sono_ arri vati. La chie.sa socialista doman •. da il diritto del libero esame e la fine di tutti i catechismi >). Particolarmente acuta la sua critica della concezio-· ne del .materialismo storico che ancora permeava tutto il pensiero s-ocialista italiano, le cui conseguenze nella lotta quotì9iana si manifestavano. col bizantini. smo dell'a dirézione del partito. « Mentre in Italia b casa bruciava, mentre le fiamme degli edifici o_F>erai arrossavano il cielo, gli abitanti - i socialisti - di'spu_- tavano fra di loro per stabilire se si trattava ,vera. mente di un incendio, quali potevano esserne le cau~ se, se rientrava in questa o in quella categoria-, se . almeno i testi sacri l'avevano previ.sto, se si limitava all'Italia e .così di seguito )). In fondo Rosselli non faceva èhe- inse.rirsi nel revi- ·sionismo di Bernstein, con la differenza che non si accontentava d'una critica all'interno della concezione marxista, ma voleva, conservando quanto -c'·è di vitale nell' id~a soc.ialista, l' accoppiamento con quanto c' è di permanente nei valor1 etico-politici affermati dal liberalismo. .A.nche Rosselli è incline ad ammettere come Bernstein · che « il· 1novimento è tutto, il fin~ nulla >). · , ,.... C:ogùendo dalla ~toria recenté e passata il sigi1ificato dégli avveniménti che hanno contribuito -alla elevazione ed emancipazione delle cl.a. ssi povere, ncono- . 13 Biblioteca.Gino Bianco
,. .. sce che di fatto il socialismo ha svolto una funzione essenzialmente liberale: « Nei suoi programn1i il proletariato può dichiarare ciò che gli piace. Ma fintanfochè continuerà a trovarsi in una situazione d'inferiorità morale e materiale e che proverà il .bisogno lancinante ~i liberarsene - e che a questo fine si servirà di strumenti appropriati, vale a dire di quelli che troverà sul camn1ino del progresso, il proletariato adempirà - lo voglia· o no _, un'opera essenzialmente liberale ». I punti fondamentali del socialismo liberale ,concepito da Rosselli possono essere riassunti in quattro : 1) Importanza preminente dei valori morali· e di quelli del volontarismo; 2) necessità per l't1on10 di conquistarsi un minimo di autonomia economica che glÌ permett~ di usufruire effettivamente della libertà; 3) costituz-ionalità della vita di fabbrica, cioè arrivare ad una effettiva· democratizzazione dei rapporti interni fra maestranze, tecnici e direzione delle imprese; 4) soppressione di tutti i privilegi econorpici, fornendo ad ogni individuo uguali possibilità per riuscire nella vita. Rosselli, alla pari di tutti i socialisti liberali, è contrario alla socializzazione integrale dei mezzi di produzione, per la semplice ragione che essa nuoce alla libertà. Non è qui il caso .di ripeterne tutti gli argomenti. Ecco così entrare, per merito di Rosselli, nella vita politica )taliana questa corrente di socia1is1no. rinnov:ato che si presenta col nome di Movimento rivoluzionario di Gh1stizia e Libertà ed è animato sòpratutto da una grande volontà di azione.· Che cosa poi vo_lesse G. L. in concreto lo leggiamo nel suo primo appello agli italiani : << Giustizia e· Libertà si batte per BibliotecaGino Bianco
il rovesciamento della dittatura fascista e per la conquista di un regime libero, dem~cratico, repubblicano~ Agisce sul terreno rivoluzionario. perchè la dittatura ha reso impossibile og~i altra form.1 di lotta . . « Convoca all'azione tutti g:lì italiani che si sentono offesi nella loro dignità dalla servitù presente' e intendono partecipare attivamente alla riscossa. « Afferma che nell'attuale battaglia sono 'in giuoco i più alti interessi della classe lavoratrice; perchè solo in un regime che garantisca eguaglianza giuridica e libertà p_olitica, potrà essa· realizzare il suo ideale di g1 ust,zi2. econ()mica e sociale. « Afferma chè. la liber.azione d' Italia deve essere opera degli italiani·. «· ·Dichiara che la lotta è durissima e impone i massimi sacrifici. ·Questo è il prezzo del Secondo RisoTgimento Italiano ».. · Il motto con cui « Giustizia e Libertà )) iniziava la sua l()tta contro il regime fascista era _il mazziniano . . « insorgere per risorgere >>. ·ciò che più preoccupava Rosselli era l'indifferenza cort cui la grande, l'assoluta maggioranza degli italiani accettava in modo inerte la dittatura, per la quale, se non nutriva simpatia alcuna, era inc-apace altresì di nutrire odio e sopratutto di formulare virili propositi di riscossa. Stimolare gli italiani all'azione, r far sentire loro l'obbrobrio della situazione !)ella quale si trovavano, alla mercè di un padrone e della sua cricca, era il compito pricipale incombente al l\!Iovimento. · , . Dal 1929 sino alla rrì_orte, (1937), R9sselli dedicò tutte le energie à· Giustizia e Libertà. La sua attività fu multiforme : dalla direzione del settimanale omo15 BibliotecaGino Bianco
I nìmo., che aveva fatto precedere dalla pubblicazione • , f . di una bellissima raccolta di studi, dei così detti quaderni di G·. L., all'attività oratoria nei centri dell'emi- .. grazione politica italiana; dalla direzione tenuta da Rarigi dei gruppi clandestini che si erano andati organizzando nelle diverse città d'Italia, sino alla propaganda nelle forme più svariate ed audaci per far circolaré nel paese le idee, gli incitamenti, le istruzioni del movimento. Molti dei collaboratori di Rosselli pagarono con durissimi anni di galera. la -loro attività contro il regime. Sfogliapdo oggi' le pubblicazioni dove Rosselli profuse il calore della sua prosa si possono notare alcuni pUnti d'un pensiero politico veramente chiaro ·e profondo. Anzitutto colpisc~ la sua d·iagnosi acutissima del fascismo quando quasi tutti gli oppositori s'ac- . contentavano di ·definirlo episodio reazionario e nulla più. Il secondo punto è rappresentato da una critica instancabile e severissima contro la fiacchezza pella democrazia eurppea, particolarme·r:te fran,cese ed inglese, la quale rimaneva passiva, quando non aqdirittura complice, di fronte al continuo salire del!a ·marea nazista e fascista. Un terzo punto non rr'.eno interessante può considerarsi i.I suo modo di concepire la lotta contro il fascismo non già çome· sempìice confrasto di partiti, ma essenzialmente come funzione rinnovatrice di q.1tta la vita politica del nostro paese, che 1a stessa facilità della vittoria del fascismo indicava ,come non aver ancora assimilato la pratica dellR libertà. · Non credo sia fuori luogo se per conoscere meglio Rosselli ·rileggiamo insieme un brano della d~chiarazione ch'egl.i fece proprio. qui, a Lugano, nel novemBiblioteca Gino Bjanco
n bre del 1930, quando insieme c'on Bassanesi e Ta1:- chiani, apparve come imputato ne! processo per il volo sopra Milano. Perchè uno ·degli strumenti. della propaganda' antifascista usatì da Ròsselli fu ·anche l'organizzazione di « raid » aerei per effettuare dal1'alto il lancio di ·manifestini. Come ricorderete Bas~ . . ' sanesi, pilotando per la prima volta un apparecchio da turismo, era volatp sopra lVIilano rovesciandovi il carico dj carta stampata. ma ~el ritorQo, un incidente sul Go,ttardo, aveva fatto precipitare l' apparecchio. Gravemente feritq, era stato .arrestato dalle autorità svizzere e insieme ai due organizzatori, Rosselli e Tarchiani, deferito all'autorità giudi"ziaria. Ecco dunque le parole di Rosselli in quell 'occé:lsione : .· « Io, Bassan~si, Tarchiani e migliaia di altri compatrioti, ci battiamo per riconquistare l'Italia alla libertà e alla civiltà... Noi voP-l i amo un' I talìa libera, • <..:> democratica, repub,plkana, una Italia che, sia madre .. equa di tutti i suoi figli, una Italia pacifica in una Europa pacificata, lontana così dagli estremi del .fascismo come da quelli di comunismo. Lo Stato· che noi vagheggiamo. è lq Stato che voi ticinesi vi siete dato. La libertà· per la quale combattiamo è quella che voi conoscete. « Ora in Italia la Libertà - tutte _le'libertà - sono morte. Il popolo è diviso in due fazioni : da un lato una minoranza armata çhe impera, dail'altro -una immensa maggioranza che langue nella miseria fisica e . morale. Nes~una possibilità di opposizione legale ci è. rimasta. Non abbiamo più alcun diritto. di critica e di controllo. Il tribunale vo,rrà permettermi di citare la mia esperienza personale. Nqn perchè essa possa avere minimamente concorso a determinare la mia opTj .. BibliotecaGino Bianc611
pos1;21one a1 · contrario ma perchè questa mia esperienza può· considerarsi tipica. « Avevo una èasa: ~e· 1 '.hanno devastata. Avevo un giornale, me. 1? hanno soppresso. Avevo una cattedra: l'ho dovuta abbandonare. Avevo, come- ho oggi, delle idee, una_ dignità, un ideale: per difenderli ho dovuto a~dare in galera. A~evo· dei maestri, degli amici -_- A·mendola, Matteotti, .Gobetti - me li hanno uccisi. « La nostra.colpa - quella che il fascismo non. può perdonarci è di FlOÌl rassegnarci, di non chinare il capo di fronte a tanta tragedia, di ·continuare a ·lottare. Lottiamo~ Lottiamo come tutti i popoli _che hanno lottato, con lo ste,sso animo con ·cui probabilmente lottavano, sei secoJi or sono, gli Svizzeri confederati sul campo di Griitli ». _· C'è qualche cosa d'altro che è peculiare a Rosselli durante il suo esilio in Francia ed è l'instancabilità ' con cui va ripetendo ovunque, in faccia ad un'Europa indifferente un ritornello èhe sembra far di lui una . ' . Cassandra poco piacevole: (< Il fascismo è la guerra ». Scommetto che persino. molti di voi che oggi mi ascoltate, avreste tacciato di « me~_agramo » questo insopportabile scocciatore· il quale, nella lontana estate del · 1933, mentre magar~ ve ne stavate, alla pari di tanti· ,altri, a godervi il sole e la brezza marina su- una elegante spiaggia del Tirreno o· dell'Adriatico, e ma-·· gari anche _contemplando la fotografia ·di Mussolini , nélla pacifica funzione di mietere il grario, fosse venuto a gridarvi con insistenza:·« torna· la guerra». / Infatti è sottò il tit?lo « La guerra che torna»· che Carlo Ro~selli scrisse allora sui quaderni di G. L. un articolo veramente profetico, come si può dedurre dal- 1 le seguenti righe: « A costo di essere fraintesi e. laBibliotecaGino Bianco
pidati; vògliamo dire quello che 'tutti hanno nel cuo ... re in E'uropa, da quando Hitler comanda in Germania: l'illusione della pace è finita. La meccanica pacifista ginevrina _è schiantata ... A meno di un capolgimento, la guerra viene, la guerra verrà. Verrà perchè è fatale che le stesse cause abbiano a produrre gli stessi effetti, perchè milioni di giovani sono. allevati nel - delirio· a volerla, perchè i fascismi padroni di mezzò continente vi saranno trascinati come alla, prova suprema, perchè la lotta tra fascismo e antifascismo'si avvia al giudizio di Dio, perchè la ·vecchia Europà, che credevamo seppeflita con dieci milioni idi• morti ~ui campi di battaglia, risorge ». · Lo stesso concetto troviamo ripetuto,_più tardi .-inun articolo del1'1 I gennaio 1935,. nel quale affermava con molta antiveggenza: « L"'Europa _non avrà mai pace· finchè a Roma e a Berlino domineranno· i fascisti. Con degl~ accordi diplomatici non si mùta la loro natura profondàmentè milita~e, mili_tarista, guerriera. · «L'Europa attuale· è in.capace di eiiminare la guerra nelle sue/ cause : incapace·. di unttsi. « Non si. prepara la pace : ci sì prepara alla guerra. La grande diplomazia europea non fa che tamponare .falle. E non può tamponarle che chiudendo gli occhi sulle cause. · - « Bisogna· trasformare radicalmente i regimi interni, o l'Europa salterà. Questa è la sola 'politica estera, qualunque cosa ne pensino le cancellerie ». Nell'analisi delle cause che costringevano il fascismo a seguire la sua fatale parabola_ verso la catastrofé, Rosselli ebbe una felice immatòne per esprimere l' inGa,pacità propria del .fas_çismo-, a risolvere -i pro_- blemi interni del paèse, sostituende>vi .1~ catena_ delle . . BibliotecaGino Bianco
......... avventure: la fuga in avanti. E il 27 marzo 1937 così precisava su G·iustizia e Libertà questo pensiero: ((La guerra appare veramenle l'unica coerenza, l'unica logica del fascismo. La stessa dittatura diventa mezzo a fine. Il fascismp è stato tutto e può esser tutto : liberista ·e socialista, individualista e collettivista, borghese e proletario. Su un punto solo non ha mutato: la sua dedizi·one alla g'uerra. « Il fascismo, tutti i' fascismi, vengono dalla guerra, vanno alla guerra e quando sono in guerra non solo ripugnano alla pace, ma si preparano a nuove, 1nev1tabili guerre ». lVIa già un ~tnno prima, a propositç> della campagna d'Abissinia, aYeva scritto con non minore acutezza queste pétrole ~hc i fatti posteriori non hanno mancato di confermare in pieno, è di quale portata _purtroppo sia stata la conferma ne sian10 oggi testimoni. « Un giorno apparirà. chiar~. a tutti la follia del fascismo di aver lanciato l'Italia nelle grandi -competizioni imperiali senza avere le basi per una grande politica imperiale ( lasciamo_ da parte l'interesse; l'imperialismo terrìtoriale, nell'attuale fase storica .. è pe,r l'Italia un non senso). Ciò la obbligherà sempre più ad una partita acrobatica. Il motto <( vivere pericolosamente » · corrisponde .ormai alla realtà. L'Italia è sospesa su un abisso. Una piccola spinta bàsta a farvela precipitare. La nemesi del bluff vuole che, per reggere il bluff, si sia costretti ad allargarlo sempre più. Nessuno si illuda che dopo l'Abissinia ci sarà ·respiro per l'Italia. L'Abissinia è l'inizio di una serie di avventure sempre più pericolose e'4gtrandiose ». •· Di fronte alla continua abdicazione di responsabilità delle dem()crazie occidentali che si illudevanQ d'al20 Bjblioteca~ino Bianco I
. lontanare lo spettro della guerra dal continente adottan~• una politica di concessioni e di rinunte ai due fascismi, l'italiano e· quello tedesco, sosteneva, quel che ~è ormai acquisito a tutti, l'impossibilità di locaI izzare la guerra e che ]a pace, al la pari della guerra, è indivisibile: o pace per tutti, o guerra per tutti, co1ne gli avvenimenti che stiamo vivendo ci hartno dimostrato in modo inconfondibile. E' ancora lui a mettere in evidenza questo fatto. Sentite quanto scriveva il 36 marzo 1936: « La pace, come la lìbertà, o è_una Yirtù_a,ttiva.G ' ~ta~ Il \ pacifismo borghese è altrettanto impotente, anche se meno odioso, del bellicismo fascista. Per così detto amore della pace, abbia1no visto pacifisti borgh'esi .e pseudo-socialisti dare la mano a Mussolini. In nome della pace abbiamo visto autorizzare una guerra di stenninio della· classe privilegiata sulla classe più oppressa· e ,numerosa. (Alludeva allo· schié!:édamento della democrazia- in Italia e in Germania). In nome della pace abbiamo visto appoggiare imprese di guerra. ( Riferimento alla ca111pagna d'Abissinia) n; Ma quale sarà dunque il rimedio a tale stato di cose? Rosselli non esita a indicarlo: << Rivoluzione socialista europea. Stati Uniti d'Europa. I due obiettivi si corrispondono ». Sono sue testuali parole. Perchè, alla pari degli spiriti pi.,Ychiaroveggenti del nostro ten1po, aveva capito che le contraddizioni politiche ed economiche def veèchio continente non posso- - no risolversi che in maniera radicale, cioè addivenendo alla costituzione degli Stati Uniti d'Europa. Inoltre Rosselli ripeteva spesso che il carattere della nostra lotta politica non poteva esser~ quello del solito contrasto fra governo ed .opposizioni, perchè lo 2I BibliotecaGino Bianco
, stesso totalitarismo fascista ci aveva obbligati a scegliere un terreno più elevato per batterci, dove venivano a trovarsi in giuoco . i valori suprerpi della ci~ viltà. Con Ia nobiltà d~l suo sentire e l'elevatezza del suo pensiero, pose a se ·stesso e agli ~ltri il .compito di sublimare la lotta antifascista fino al limite estremo, ponendole come obiettivo un rinnovamento. integrale della vita civile italiana. La sua visione spazia su un vasto orizzonte: Il fascismo non è lln partito - c0sì egli afferma. - E' classe, regime, Statq totalitario. La sua crisi esprime il _disfacimento del rnondo degli. inte'ressi e ideali borghesi. Perciò la lotta non può condursi- nè dall'interno della posizione borghese, nè su una posizione di neutralità S(?ciale, nè da un punto di vista di stretto , partito. · . . cc Al mondo che si'· inabissa si deve opporre il nuovo inondo che sorge. Un ordine positivo di valo.ri. Una nuova civiltà. Socialismo, libertà, emàncipazio-. ne integrale dell'uomo, nuovo umanesimo. cc La lotta trascende la pura politiéa per impegnare tutto .l'uomo >>. Rosselli sul modello mazziniano rea- - . . . ' . . ' gisce contro coloro che sperano l'abbattimento de11a tirannide fascista dall'esterno, come accadde purtroppo per molti antifascisti d~rante la crisi d' Abi~sinia; \T uole che gli, italiani si riscatti.no colle loro. forze e per questo anche nelle ore più grige, anche quando tutti si piegano, non cessa di incitarli all'azione e a condannare ciò che per lui è il peccato maggiore : l'inerzia.· « A conquistare la nuova liber,tà -italiana .....:·proda- , 1na --- dovrà es~ere il popolo ìt;:.tliano_.la. nuova generazione che presto scoprirà la contraddizione mortaìe Biblioteca Gino Bianco
di quc~to :mpero com posto non di cittadini mà di servi « La nostra missi(Jne è quella di tener duro quando tutti ced<.,no: di alzare la fiaccola dell'ideale nel h notte che ci circonda, di anticipare con l'intelligenza e con l'azione l'immancabile futuro ». "Nell'estate del 1936 e precisam~nte il 19 luglio, scoppiava la guerra civile in Spagna, iniziata~i con la congiura e il sollevamento militare-fascista, preparato ed incoraggiato· da Roma e da Berline;>. Il colpo inferto alla giovane dèmocrazia spagnola ere. g_rave, i fatti sucrC'ssivi hanno dimostrato che fu addirittura mortale. Mentre nell'Eu-ropa ad una ad una· le democrazie venivano scalzate e sostituite da dittature fasciste, senza incontrare eccessiva resistenza popolare, eccezion fatta per ~le etçiche giornate di \'ienna del 1934, il popolo spagnolo offriva invece un esempio pi11che unico di 'fierezza e di generosità, strappando con l'impeto delle sue masse Barcellona e lVIadrid dalle mani •delle forze reazionarie che l'avevano occupate p·roditoriamente. In mezzo agli orrori, in_evitabili in una · guerra civile, rifulgeva l'eroismo popolare della battaglia qi barricate, che già aveva fatto la gloria di ì\/Iilano nel 1848. Rosselli ebbe un solo pensiero, intervenire. Sull'emigrazione politica italiana pesava, quasi come un 'onta, il ricordo dell'epoca aventiniana, in cui la capitolazione poco brillante delle forze democrati- · che di fronte al fascismo, avvalorava la qualifica d'imbellì. La nuo,,a generazione antifascista voleYa riscattare con le armi quella sconfitta. Senonchè non mancarono, come sempre, i « saggi », i soliti contradditori, ~he riluttavano ad appoggiare l'iniziativa di 23 BibliotecaGino Bianco
organizzare una spedizione di vòlontari italiani in aiuto ai repubblicani spagnoli. Anzi fra i dirigenti degli altri partiti antifascisti rappresen-tati 0- Parigi non 1nancò chi vi si opponesse 1aperta11:1ente, definendola una « inutile avventura ». Tanti osÙtcoli non i1npedirono a· Rosselli di par-tire con un primo nucleo di ·esuli italiani, fra i quali, a onor del vero, non erano soltanto militanti di << Giustizia e Tjbertà », n1a anche di quegli stessi partiti .an~ tifascisti i cui dirigenti élVeva110ostacol'ato l'iniziativa, ·salvo, ben s'intende, qualche 111esedopo, compreso il loro errore, a farsi anch'essi pron1otori di fonnazionì volor1tarie. Aì B'arcellona si orgàpizzò la prim_a colon: na italiana, co1nandata da Rosselli e da 1'1ario-Angeloni, che partì per il fronte d'Aragona. Ro_sselli, ii1 uri disçorso apa radio rivolto agli .italiani .pronunciava quelle parole che spiegavano sufficientemente il perchè del nostro intervento: « Oggi in Spagna; domani in. Ualia ». Il primo scontro ebbe luogo a Monte-Pelato nelle · v~cinanze di Huesca il 28 · agosto 1936. Gli italiani attaccati i1nprovvisan1ente da forze sòverc~1ianti si bat~ terono per oltre quattro Q·re respingendo infine. gli attaccanti. Crebbe allora l'ammirazione dei cornpagrri spagnoli ·per il valore dei nostri. Ma quella resistenza non era stata senza perdite.· Angelon( v'immolò erqica1ne.nte la sua impet~osa giovinezza e Rossel-li vi rin1ase leggermente ferito. Molti altri con1pagni, ap~ - partenenti a diversi partiti, caddero o rimasero feriti. Da quel momento Rosselli divenne comandante unico della colonna. L'éco in mezzo all'e.migrazione politica italiana fu grande e stimolò altri volontari italiani a correre in Spagna, ·persino dall'America. 24 BibliotecaGino Bianco
" La stima- goduta 8agli italiani per ii valore e per la perizia militare dimostrata - la maggior parte erano ex combattenti della grande guerra - fece· sì che i repubblicani spagnoli chiedessero la loro collaborazione in importanti posti di .comando. Rosselli di;_ venne consigliere ,,n1ilitare di tutto il settore e fu invi ... tato ai consigli di guerra del fronte di H uesca. Partecipò anche ad altre battaglie, con1e a quella del cimitero e a quella di .i\.lq1udebar. _Quest'~ltima si svolse . a rr1età noven1bre, quando l'avanzata rapida e irresistibile delle truppe di Franco dal Marocco rençleva critica la situazione di Madrid. Me11tre parecchi accorrevano su quel fronte - co#me l'allora costituito battaglione Garibaldi - per salvare la capitale della repubblièa,. su tutti .gli altri settori del lunghissimo fronte spagnolo giunse una parola d'ordine: « Pas-. sate all'offensiva, attaccate come potete pur d'impegnare forzt: franchiste ed alleggerire -così la pres~ionesu Madrid)>. Nella battaglia di Almudebar, inconcludente per se stessa, ma che i con1pagni italiani pagarono a duro prezzo, Rosselli si prodigò instancabiltncnte per qttattro giorni e quattro notti, ora a cavallo ora a piedi,. correndo· da un punto all'altro dello schieramento, per animare, per d~re ordini, per dirigere- l'azione. Ter.,. n1inata la battaglia, fu ricoverato nella vicina a1nbulanz_à svizzera, dove rimase inchiodato su un letto per oltre un mese con una gamba inferma. .i\.ppena potè rialzarsi, reggendosi sui bastoni, partì dal fron-· te alla volta di Parigi, dove pènsava di trascQrrere il periodo di ,convalescenza. ' l\1a il suo te1nperamento non lo portava certamente al riposo .. A p·arigi s1 gettò in pieno nell'attività 1n BibliotecaGino Bianco
triplice direzione. Rafforzare il lavoro di reclutamento dei volontari per la Spagna. Alumentare la propaganda antifascista in Italia, ricordando agli italiani l'ignominia dell'intervento fascista in Spagna pèr sof- . ·focarvi le libertà repubblicane e infine il lavoro po- . litico per unificare le forze antifasciste di sinistra. L''ultima fatica di R!osselli, che la morte venne a stroncare, fu precisamente il tentativo generoso ed intelligente di t~ovare una base comune fra le diverse tendenze socialiste e repubblicane dell'antifascismo, troppo spesso in discordia, o per lo meno in meschina concorrenza fra di esse, per poter costituire uri effettivo fronte unico, non 'solo di lotta contro il fascismo ma anche capace di intraprendere, il giorno della riconquistata libertà, la ricostruzione politica, sociale ed economica del paese. Necessità che vediamo ripresentarsi ·imperiosa oggi che quell'ora è giunta. Per cercare di curarsi completamente dell'infermità alla gamba contratta in Spagna, Rosselli si recò a fine maggio del '37 a Bagnoles-de-1 'Orne, dove iniziò una cura di acque. Ma la nostalgia della Spagna in armi lo tormentava e gli faceva sentire vivo il desiderio del ritorno. Nell'ultima lettera inviatami al fronte, Rosselli mi scriveva: « Parto finaln1ente domani per Bagnoles-de-1 'Orne, dico fi na1men te perchè spero, con la cura che farò, di liberarmi di questa seccatura (cioè la gamba). Desidero ritornare prest0 in Spagna; non puoi immaginare quanta nostalgia conservi del fronte. (E poi quasi a scusarsi di non essere con noi). P·erò ti assicuro che tutto questo tempo non l'ho ·passato 1nvano; il· lavoro politico, specialmente in direzione Italia, mi assorbe completamente ... ». Fra l'altro proprio 111 quei g10rn1, aveva con altri BibliotècaGinoBianco
amici, dirigenti di G. L., preparato un raid aereo su Torino e Milano con un grosso apparecchio, ma nonostante la. segretezza dei preparativi uno stupidissimo incidente - un'ora dopo il decollaggio - doveva portare al sequestro dell'apparecchio e deg-li stampati e all'arresto dei due eompagni di G. L. che lo pilotavano. L'assassinio del g giugno pose bruscamente fine a tutta questa attività. Giunti così al termine della nostra succinta rievocazione possiamo tranquillamente affermare che Rosselli è stato :apostol~, nel vero senso della parola, ovùnqu·e. E' stato agitatore quando tutti si conformavano davanti al Golia fascismo. Animatore, instanèa~ bile in mezzo alle più dure difficoltà. Educatore, con l'esempio anzitutto, di una generazione e di quanti guarderanno a lui in a".venire. Egli è stato infil)e un grande trascinatore,- grazie al fascino che emanava dalla sua persona. _In Rosselli abbiamo la -figura ,piuttosto -r-ara, del- . l'uomo· comRleto. Egli realizzò infatti nel modo più perfetto il binomio: pensiero e azione. Oggi, ricordandolo qui, ancora in terra d'esilio, in un 'ora· delle più dra1nmatiche per il nostro infelice paese sentiamo, senza esagerazione alcuna, di doverne rimpiangere · doppiamente la perdita. Perdita dell'amico e perdita del capo. , L'amico; cui non potremo più stringere la mano così piena di sincera effusione, il capo. di cui l'Italia 27 BibliotecaGinoBianco
avrebbe in questo momento urgente bisogno, perchè ne incarnasse le aspirazioni e ne ravvivasse le speranze di resurrezione. Ripensando_ perciò _con rinno,iato 'sdegno alla n1ano assassina che ce l'ha tolto, confessiamo ancora una volta che il nostro dolore non si placherà se non quando avremo fatto giustizia. Rosselli fu e ·ritI).ase fino alla sua 1norte so_cialista. Socialista per convinzione, per senti1nento e sopratut- , tò per adesione attiva alla ,causa dei poveri e qegli oppressi. Egli fu inoltre liberale per an1ore e rispetto grandissin1i verso i suoi sin1ili, perchè ebbe se1npre un concetto elevato della personalità umana. E per la libertà," per vèderla riconqÌ1istata dai suoi concittadini, restaurata nella sua patria amata; egli diede ciò che è, e. sarà· sen1'pr_e,la suprema 1nisura del sacrificio: la vita. ,. 2.8 BibliotecaGinoBianco
, CAPITOLO I IL SISTEMA « l\'!ARXIST A» ~isegno orgoglioso di Marx è stato quello di as~ , sicurare al socialismo una base scientifica, di trasfor1nare il socialisn10 in· una scienza; di farne la scienza L sociale per defini_zione. D'onde il suo disdegno per i suoi predecessori ed il ripudio di ogni posizione mo~ ralistà. Con le due grandi· scoperte della concezione materialista della storia e del se~reto della produzione a mezzo del plus-valore __, dice Engels nella ((Evoluz!one del socialismo dall'utopia alla scienza», - il socialismo è diventato una scienza che conviene ormai elaborare più ampiamente nei suoi m1n1mi dettagli. l\1arx non .chiede più ai socialisti degli atti di- fede. o delle consacrazioni romantiche : egli diffida al con~ trariç> degli idealisti ad oltranza. 'Quel-che egli esige dai socialisti è l'impiego -del ragio_namepto, il rièono:. scimento ardito della realtà storica, Il socialismo per lui risiede nei fatti, nel meccanismo· intimo Qel1.a""so~ cietà ca.,g·tali sta e non nel ·cuore ·degli uomin 1. Esso· doveva realizzar ra non rea 1 1 : la sua realizzazione dovéva farsi non er mezzo d'un110ero ar 1trio immaginario degli uomini, ma per virtù cti • Biblioteca Gino Bianco ' ..
, . forze trascendenti". Nel loro incessante sviluppo e nel progresso le forze produttive sono fo-rz·ec. he dominano gli. uomini e i loro rapporti. Antonio Labriola, interprete autorizzato d_el marxismo, diceva· che jl socialismo scientifico preconizza l'avvento dell_aproduzione comunista non come postulato• oggetto di libera scelta, ma come risultato del processo immanente della storia. I principt di questa scienza marxista sono così universalmente riconosciu~i c_hebasterà qui farne un semplice riçhiamo: Marx considera come. fòndamentale negli uomini il bisogno economico. Per la soddisfazione progressiva di ess0:, gl'i uomini si trovano costretti a ricorrere a dei metodi ed! a dei rapporti di produzione che esulano dalla loro volontà.' Le forze di produzione costituiscono il fattore dominante del processo ·storico. Tutti i· fenomeni della vita so_ciale, 20Jitica e spiritualé"sono ug_~roclotto · del mòdb. e d~i rap_Q_oJ_.!ci li-W:-0011.ZiQnee ~resep.IB:!:o un cara"f ere relativo ~ studco. _ - - -· · - Il processo storico è la risultante· di una legge dialettica 1mmanen te, d.i un ritmo çlelle cose ; esso si svi1 uppa perciò i y_· ' e ! ttraverso ad un ete~no contrasto_, che nei mòmenti critici diviene drammatico - tra le forze d'espansione della produzione e le forze di conservazi,Qn.e.. simboleggiate dai rapporti sodali preesistenti. Il passaggio da una fase· di produzione ad un'altra avviene per una necessità _ferre·a, intrinseca a 6econda del-le leggi storiche che si riconducono ai differenti sistemi di produzione. La lotta_ di classe è l'espressione di questa opposizione di forze éfi p;-oduzione e di forze cristallizzate della vita sociale~ La stor.i~utta .QUÒ· esser.e ri_~o dotta_ad una ... serie infipita di lotte di classè; queste lotte 30 BibliotecaGino Bianco
sono sell?-pre terminate con il trionfo elle s1genze della produzign.e, cioè con la vittoria politica della classe che· ersonificava, a volte inconsciamente, ueste e~genze. Il sistema di produzione capitalista è parimenti scisso da una contradd~zione intima insuperabile tra il carattere sempre più collet_!iyg del siste1na di produ- · zione e quello individ\1alista ~ !!1on_opolistadel sistema di appropriazione dei mezzi di produzione e di scambio. I rapporti borghesi di produzione, di trafli'co e di proprietà., condizione della vita e della sup_remazia della classe borghese, urtano sempre più violentemente contro i bisogni di vita e di sviluppo. delle forze di produzione. Questa contraddizione dovrà necessa~iamente sboccare nella negazione del regime borghese per la legge dinamic1. che· ·presiede. allo sviluppo capitalista (categoria del valore che genera quella del plus valore, generatrice a sua volta della concentrazione del capitale, dell'impoverimento progressivo dei proletari, della sparizione delle classi medie, della ·superproduzione ed infine della crisi) La lotta sempre piLI:lronunzia.ta tra proletariato e borgnesi'à"èosfiru'isce 1a manifestàzi'One di questa opposizione. Essa terminerà necessariamente, salvo una . ..._ ____ , catastrofe· sociale, nella vittoi:ia deLproJetariato .che. diventa cosi il porta-paro_¼_.ger bisogno dLe.spansione del1e forze di produzione. Il proletariato si impadronirà con la ·violenza del potere politico, abolirà il modo borghese di appropriazione jl quale si oppone ai bisogni di una produzione via via più, collettiva, e socializzerà i mezzi di produzione e di scambio. Lo stato sparirà come tutte le differenze tra le classi.- Sulle ro- - - ., 31 \ Bibtioteca Gino Bianco
vine della società borghese, sorgerà una società di liberi e di eguali nella quale lo syiluppo della produ~ · zione, liberato dagli ostacoli di un sistema che monopolizza i rapporti sociali, fornirà a ciascuno la possibilità. di soddisfare pienan1ente i propri. bisogni e libererà l'umanità dall'asservimento alle forze materiali. Ec·co in sostanza il pensiero· costante~di Marx, proclamato nel Manifesto Comunista ( 1847) affermato di nuovo in alcune frasi vigorose nella prefazione. alla ,Critica dell'E-conomia Politica ( 1859) sviluppato· ed illustrato. nel Capitale ( 1867), confermato senza posa fino alla fine della suq vita. Pensiero nettamente de~ terrpinista, e. davanti _al_quale glt sforzi di interpretàzione di un Sorel, di un Labtiola, di un Mandolfo per fondare una spiegazione che accordi un posto- ad una funzione autonoma degli uomini nella -storia, sono se1npre falliti. Il sistema· marxista. è determinista o non è, intendiamoci·, come sistema organico di pensiero. Tutte le volte che l\1arx ha voluto riprendere per intero i suoi punti di vista e la portata della sua tesi, · egli lo ha fatto con parole che non lasciano sussistere il minimo dubbio. Senza insiste-re sulla prefazione sufficientemente nota alla Critica dell'econo1nia poli= / tica ( 1859) ricorderemo che nella prefazione al Capitale, l\1arx dichiara ,che la società_ mode~na_ non può saltare e sopprimere· per decreto 1~:f'a'si-de=l-stro svftup- »o nat1:1i:al·e essa IJU&' soltanto abbreviare la f~e della ,gestazi,one e del garto. A._queste fasi presiedono leggi . naturali e tendenze che si realizzano ,con una ferrea . . ' necessità : sul carattere necessario, addirittura fatale · dell'evoluzione delle forze di produzione e di tutto il , processo storico, Marx,ritorna, intenzionalmente, nel-_ 1 'ultim~ .capit9l9_ del primo volume 9el Capitale: egli" 32 BibliotecaGino Bianco
I termina con la frase seguente : cc ••• la produzione ca- . . pitalistica genera· essa stessa la sua propria negazione •con hl fatalità che presiede alle metamorfosi naturalin. E' precisamente in qùesta pagina di conrlusione che :VIarx sen_te il bisogno, tome bisogno de1la s1=1paerfetta coerenza, di richia1nare pagine analoghe del ~Iàn ifesto, dando così, a vent'anni di distanza, una interpretazione decisiva. Sei anni pit1 tardi) rendendo conto ed approvando uno studio stilla sua opera, egli fa sua la frase sottile di un critico russo: <e Nlarx considera il movirpento sociale come un concatenamento - naturale dei fenomeni storici, concatenamento sottomesso a leggi che non sqlo sono indipendenti dalla volontà, dalla coscienza e dai disegni dell'uomo che,. al c~ntrario, detèrminano la sua volontà, la coscienza e i• suoi did segni. .. ». Bernstein,. conci~iatore per eccellenza de f1' ortodossia marxista e de-Ile esigenze 11uove del movimento operaio, protesterebbe contro qll:esta interpretazione sintetica, ma Marx, solo giudice autentico it?-materia., _non protestò. ·Si potrebbero citare innumerevoli passi di l\1arx, per fondare una interpretazione determinata del n1arxismo; più che le parole stesse vale lo spirito che percorre la sua opera. Le necessità della polemica contro gli utopisti e gli ideologi borghesi possono aver in- .dotto Marx (era il parere di E•ngels nella sua vecòhiaia) ad accentuare l'aspetto deter-minista del sistema; ma non certo· à m~dificare gli aspetti essenziali . ., C'ertg;_il_d~te,r,rnjn,ismo n1arxis - a-.un-\:aln.tce..t.1.u.to convenzionale e relativo. uando l\1arx dichiara che le forze-m=trt'eria 1 el a produzionf(c,ostituiscono il fat- - BibliotecaGino Bianco
/ , .. tote determinante del_proce s , tQt.ÌGo, si fer.ma scien. •temente ad un anello della catena déterminista.:.- Ciò' non significa che. egli ignori le maQ"lie 12reccde12ti; Marx ha insistito più di unç, volta-.sull~influenz .. a. dei ·fattori naturali ed arnbientali i3necialme.r;ite .sulla razza;· 'soltr:tnto questi dati.egli 1i considera come costaiir~. Ciò che lo interessa sono le variazioni cìei fcnorr1eni so-. ciali all'inte_rno dì questo ambiente che egli considera come fissò e la legge di queste variazioni. Per· ese1npio i caratteri natural~ e antropologici deHa regione hritannka possono a buon diritto essere considerati , come ·costanti nel corso del per-iodo che va dal 1760 al i 830. Ci si domanda a che cosa sian°' doYute le trasfoi·mazioni così prof onde che si constatano nei rapporti sociali inglesi e più generaln1-ente negìi avvenimenti storici fondamentali di questo periodo. Senza: esitare', lVIarx _risponde: alla trasformazione dei modi di produzione. Si sa l'enorme influenza che aveva esercitato su di lui' e su tutti gli scrittori del su.o temPC? l'esperienza della ~ivoluzione industriale, in cui veramente 1a macchino. ed i, sistemi di fabbricazione --giocarono il ruolo di demiurghi. Ma Marx non azzardò mai di fare la dinìostrazionè di questa tesi storiografica generale frutto di unà estensione analogi~, ca arbitraria di conclusioni alle quali egli era pervenuto nella sua possente analisi delle origini del sistema capitalista. Il problema centrale del marxismo c01ne· dottrina del movirnento proletario risiede nel ruolo ,che esso ~ssegna all'elemento umano, al. fattore volontà. :t'-Jella sua giovinezza sotto l'influenza di Feuerbach, l\![arx aveva rivendicato il carattere puramente umano della storia contro ogrii specie di alienazione a favore di 34 / BibliotecaGino Bianco
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