ROMA DEL 'POPOLO - l CAPOLAGO TIPOGRAFIA ELVETICA 1850.
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AL LETTORE L' opuscoletto o lettore, ti dissiperà forse dalla mente alcuni errori, e torti giudizj stabiliti intorno ai fatti della Repubblica romana. Esso al meno non ti viene sotto gli occhi che con questa intenzione, e non per altro desidera di essere scorso. - Immense furono le calunnie con le quali si volle diffamare la breve esistenza di quella repubblka, ma immense del pari la viltà e la colpa con con cui si fabbricarono. :Fortunatamente colla caduta di Roma non perì lo spirito democcatico, come non rinacque colla restaurazione il papato. E tu avrai questa per uua cospicua prova che alla repubblica ineriva tutta la potenza della vita, c che il papato non è piLl che un ca~avere scosso per un' clcttrir:a corrente, e con solo una breve c appena ingannevole apparenza vitale. Volgiamo adunque lo sguardo all' avvenire, e confi~ diano pur sempre nei destini che il tempo matura alla famiglia italiana. Il passato non sia che il primo anello dclh catena che s' immerge nell' avvenire. ..
r. Il. ~lOYIME;IOTO DEL NOVEMllltE 184& IN liO~fA. Giit da qualche tempo non crau(• 11iù un mistero per aleuno l conall della corte romana diretti a sln•Pr<•re poco a poco alle popolazioni quanto aveva no esse potuto t•llc ncre di rr:mchig ic c di libertà. Si c.perava indefessamcnle onde ripristinare una condizione polilira di cose conforme al passato. Era questa una delle prove che il governo clerica le non già sponlancamcnlc, ma per la suprema forza deg li avvenimenti, crasi indollo ati allargare a lcun poco la vita civile dello stato. Egli avea fallo prima quanto gli era possibile con voli, con male insinuazioni , cou arli di ogni genere pcrchè fa c.1mpagna di Lombardia, la quale poteva decidere delle sorti di tulla Italia , corresse a tristo fine , c non occorre il qui rammentare tulle le parlicolarità di quei fall i, ancora s tampati nella memoria d'ognuno. Intanto fa disapprovazione solenne scagliata dal Valicano sulla guerra nazionale nel più decisivi momenti de lla lolla, e quando le a rmale italiane allendcvano invece una parola di benedizione; la pietà .)Jonli!lciile verso Il croato quasi primogenito della Chiesa; gli inciampi frapposli si all'invio delle nostre truppe sui campi di battaglia che a ll' afleslimenlo dci votentcrosi' i qual i 11mavano di crescere le tlle dci combatlenli, seminavano nell'animo un iversale la persuasione che il governo prctcsco longi dal secondare ,
-Gosteggiasse la liberazione d' Jlalia. Ciò e ra logico , c ben nalnrnle, ma di qui una prima necessaria collisione Ira popolo e governo. A·nche gli uomini di cicca fede i quali avevano credulo conciliabile il papato coi principj della liberlà, s i sentivano lolli alla bella illusione ; e Il primo entusiasmo di cui eransi lrovali invasali, appariva loro nella sua schiella verilà una debolezza, ridcvole quando non fosse s lala ferace eli lanlc calamilù. Volla in basso la causa nazionale prima n el venero, poscia nelle provincie lombarde, l' idra principesca levava le sue lesle, c doveva intendere allora a trarre profltlo dalle quasi insperale ma otlenule fortune. Rotte le forze mtzionali, tornati alle case i con UgenU che si erano splendidamente battuti nella Venezia, il governo papale sentissi più forre, e non ebbe più freno. Allora )Jiù strette le intelligenze coll ' austriaco, a llora comballula ogni liberale proposta delle camere e del mfnislero, allora destituiti i ministri che osavano di rialzare l' energia dei popoli, allora la compressione all' ordine del giorno. Da ultimo Ros~i e Zuccchi divenivano gli strumenti dell ' epoca onde reprimere lo slancio, e slrozzare la nuova vita politica entro i lacci voluti dal genio rlericale. Salivano al potere un amico ed un seguace del Guizot, famigerato abbastanza in Europa pe' suoi principj ; ed un vecchio soldato dell'impero, imbevuto delle idee de' suoi tempi, un abile generale, ma meglio attaccato al dispotismo militare che amante della libertà, e della vita emancipata del popolo. Costu i avrebbe trattato una nazione come un corpo d'armala. J.a scell a di quesli due uomini, le misure che venivano prendendo, l'uno di prepotenze mililari, l' allro di restrizioni e d'intimidazione nelle materie politiche, l'Intelligenza perfetta che fra i due si conosceva, venivano sempre più persuadendo, che nello stato ferveva per parte del governo, un'opera liberliclda. Alle disillusioni subentravano gli sdegni, ed una concitazione che non mai la maggiore. Il governo improvvidamente apparecchiava gli elementi di una rivoluiione, pcrchè un popolo non si schiaccia come un sol uomo. Il popolo romano più presente, più vicino al covo in cui si compieva la grande opera reazionaria , il popolo romano già elevalo ad una vita nuova, ma che ricorda l'epoca di un'antica energia, accettò la sfida che gli moveva il potere, e In nome di tutto lo stato, fu sulle difese. Il più abile e quindi il più formidabile lavoratore in pro della reazione clerica le era Rossi, e Rossi perì traO!lo in quei giorni. Fu questo il primo allo della rivolu7.ione, col quale correva il popolo alla riscossa. Noi non applaudiremo ari una uc-
-7cisionc, ma non potremo vedere in questa, che un fallo politico fli rello a prevenire l'attuazione di un principio levato a minacciare i dirilli della nazione. La rivoluzione poi seguitava cnll' appuntars i i cannoni contro le mura del Qui rinale. Con che però. se proteslavasi contro le arti del potere governa livo, s i lasciava inviolato il Pontefice, come quello che ~olo forse per debolezza c raggirabilità aveva avuto parte nei falli provocatori di questo movimento. E cosi si usava d'una grande indulgenza. Ecco una successione di falli g li uni uscenti dagli alt ri per una indeclinabllc necessità. La rivoluzione ebbe provocazione cd impulso dai lenlalivi falli da l governo onde spegnere gli orflinl di libertà stabiliti ; e se il governo fosse s tato di buona fede, c rosse rimasto stretto al suo popolo, l' avrebhc provvid~ mcnte evi tata. Pretendere che lo stato restasse ind ifferente a ll ' opera di distruzione colla quale si veniva ad annie ntare la sua vita, che la società perdesse l'is tinto perfino della propria conservazione, cd ogni sentimento di dignità per dive nire nuov01mente serva dell ' onnlpotenza clerica le, era pretendere un ' a ssurdità. (l ) Vedi Indice degli avvenimenti che prccorsero la rivoluzione romana. N. 1. Schiar. e Docum. t r. LA CONVOCAZIONE DELI..\ COSTITUENTE RO~Ul'\,\ Ualla sollevninne rornaua, il Papa prendeva motivo per lasciare occultamente lo s tato e ri cover;us i nel regno di ·apnll a Gaeta. Ques ta parte nza. e di poi la prete~a anticoslifuzion<tlc di governare lo s tato romano d01 quella sede, il rifiuto di tra tiare anzi di conferire cogli inviati della Giunta Suprema provvisori amente costitui la In Roma , incaricali di richiamare il papa ;~Ila Capitale , la sospensione da esso decretala delle guarantigic co- ( 1) Nota bene. La rivoluzione (u una 11ecessilà, e inoltre fu diritto . poichè niuna legge di dovere può condannn1·e i popoli, in privilegio di alcuni dominato,·i, a subire la servitu, e la degradflzione morale e civile. CMì (u una polit ica necessità l'opposizione del poputo alla redenzione nazionale e alla conquista della libertà, c quand'anche la storia non ce lo avesse attestato, quando o.nche i (ntti contemporanei non ne avessero somministrato una ulteriore dimostrazione, ct·ediamo che a priori la si (asse dovuta riconoscere come logicamente necessaria.
-8slituzionali, 1:1 nomina falla a Gaeta di una Commissione che doveva g-ovcrn:ue a suo libere placito lo stato romano, la non riunione di essa. e la rinuncia di alcuni nominati a farne part e, ~ettavano tale uno scompiglio nell'essere dello s tato, da divenire necessari o un qualche provvedimento . O lasciare le cose in una condizione onninamenl e disordinata ed anarchica, o come dicemmo, J!rovvedcre. Il primo parlilo non avrebbe potuto seco recare altri frulli che la mollipll cazionc degli ~concerti, delle incertezze, dello sfiduciamento, lo sc ioglimento delle soeiali sicurl à, dei vincoli che rendono compatta una nazione. li secondo partito, que llo del ripa rare all ' urgenza, non polevasi prendere se non interpcllandn lo s tato s tcFso. E la giunta di governo provvisorio che non aveva dall' universalilà del popolo ricevuto mandato alcuno intorno sì grave subbie tlo, non potendo arbitrare per se sull e misure da prenders i, trovava si in dovere rl' invitare lo s tato a deliberare, per mezzo di rappresentanti liberamente a ciò elelli, sul riordinamento politico. Di qui la necessi tà di convocare la Cosllluente: atto reso anche urge nt e dal voto unanime espresso dalle provincie penetrate della strana c formidabile situazione nella quale e rano state passivamente ge ttale. Per non convoca re la Costituente, era di mestieri sconoscere cd urlare g li interessi della società, chiudere l'orecchio al volo delle popolazinni , obliare ogni dovere verso la nazione . E ques ti sarebbero s tati delitti. Hl. I.A. DECADENZA DEL POTt:Ril 'l'EMPOIIALE DEl PAPI. Lo spirito che dominava la corte romana trasreril;1si in Gaeta era cosi svelato e patente da rendere colpevole qualunque piu piccola fiducia . Jl papa stringcvasi al re di Napoli , al primo nemico d' Ilalia, il piu feroce oppressore del popolo. Il vicario di t..:risto abbracciava siccome il piu degno fra i principi un' insanguinato tiranno : si raccoglieva e si scaldava nel seno dell ' austriaca diplomazia, non sapeva trovare amici che n ei più ferventi avversatori delle libertà na zionali . 11 papa esigeva la sommissione dello s talo, a discrezione, per romperla finalmente coi nuovi ordini politici, colle innovazioni miglioralrici, coll'opinione predominante. - Il pre te GiobcrU , allora alla presidenza del
-0ministero Sartlo, aveva già o!Tcrto al governo provvisorio di Roma un contingente di lruppe piemontesi , ondq rimettere bellamente il papa nel suo polcre assoluto cd incondizioualo. Tutlo dimostrava che come sempre il papato era stato inaccordabile con la libertà c la nazionalilit d' Ilalia, cnsi lo sarebbe slato cd ora c P••i. La s toria rammentava essere venuta dai papi la maggiore sventura rl' Italia (t } : Il presente ci apriva essere dal papa venuta la prima parola di opposizione all' aiTrancamcnto nazionale, dal papa la prima parola di compassione all'Aus triaco predone clelle no5lrc terre. - Tanla sci;1gura twn doveva pesaro csclusiva111enlc sul capo di una provincia italiana che già da undici secoli sopportava. - Non ()Oievasi clunque csilare nel decretare la decadenza della sovranilà temporale dci papi. O ,,uesto decreto, o sacritlcare il nuovo patto pnlillro. gellare nel fango l'umana dignità. calpestare i doveri del mandato ricevuto, aprire volenterosamente le porte alla reazione pretesca Ingorda di vendette al pari che di privilegj e di aulorilà, riaprire le piaghe del paese ed iStillarvi quanto di corrodente e di rnorlircro emana dal geJ1io clericale. O ques te calamillt, o clcmolire un potere che malc .sl accorda non meno colla religiono che colla libertà. - La Costituente si pronunciò dunque. stretta dalla necessità di tentare la salvezza non solo dello stalo. ma Ili vcnlisci milioni di uomini. Se i preti non avessero dispiegate le pretese che misero In questo allarme le popolazioni, se non avessero dichiarato intendimenti re trogradi tlno alla barbarie , ~c non aves~cro r espinta ogni trattativa, c resa inattuabile ogni transazit.onc, forse non sarebbero (malgrado ogni altra pnss ibìle considerazione) s tate create tutte le condizioni per rendere indeollnabllc la necess ita del partito che venne preso (2 ). (t) Ved. nooum. e Schiar. n. 2. (2) È cosa molto singolm·e, c che potrebbe pn1·cre anclw strana se meno fosse conosciuto il cuore dell ' uomo, che la decretazione sulla aboli:ione del dominio temporale dei papi sia stata redat·~ guila da alcuni che l r& trO!JWOll l> opportuna ttegli avvenimenti det1831. Gli onori, l'egoismo, l' individualismo, creano pur lropr1o l loblio della propria coscicn:a, e elci ultimo l'opoflasia.
f O - l\'. J.A l'HUC I.MUZJOì\E OELLA llliPUIUILICA. ))ecrelala una volln la caduta del potere temporale dei papi e volendo pur procedere a dare un ordinamento allo stato, si om ivano i seguenti partiti: o chiamare al governo una delle dina- ;,tie dominanti in Ilalia, o crearne una nuova, o nominnrc un gove rno J>rovvisorio o proclamare la rcpui.Jblica. 1\Ia il principato a\•eva ratto recentemente as•ai cn ttiva prova di se nella guerra dell'indipendenza : il principalo aveva perduto oramai full e le >'impalie. In Piemonte s' era co perto di tull'ailro che òi gloria ; liCIIa Toscana era !oliante collo s pirito del paese, e Ili I"Mc piur.chè dubbia ; nel regno di Napoli gavazzava fra i turmcnli c le carneficine del popolo. Nondimeno, anche senza lui lo ciò, l'ingrandimento di uno s fato avrebbe porta lo tale una r e rlurbazione nel ca lcoli della diplomazia da non potere sfuggire l' inlcrvenzi une funesta. E altrellanto doveva pensars i del creare una ca;;a rc:.:nanle tulla nuova; seppuro in ambi l cas i non fosse accaduto allo Stato romano ciò che avve nne alla Sicil ia : la !IUale dnpo avere umilmenl.e hallulo alla porta di non sò quante ca~e rcguanli . non potè trov:~re un sovrano che accellasse di governarli!. lnollrc, come concepire neppure questa smania di creare un padrone ad un popolo, che già schiavo per tanti s ecoli, trovava~ i lìl1almente libero, e signore di se medesimo ? Ques ti parli li non potevano dunque primeggi are nella scelta che slavas i per deliberare. Ora che dee dirs i del governo provvisorio? Con questo ponevas i uno stato politico suscettibile dl transizione in qualunque a ltro, ciò che per vero non era mollo rassicurante, un governo senza sirpratie perché ner.essariamenlc lasciava ignorare l' Indole che avrebbe potuto assumere, senza forza perché naturalme nte e dichiararame nte deciduo. l'er ailra parte, e ra ~Ialo appunto lìno a quell ' epoca llrovvisorio il reggi mento, c la co~ liluenle si raccoglieva per dar lìne a que lla provvisorietà. Ollrecciò qunnlo dove va durare ques to uuovo provvisorio "! Traltavasi secondo , i più, di atlcndcre la convocazione della costituente italiana, la quale avrebbe deciso pure della ques tione romana, come di questione interessan te tutta l' llalia. Ora la- <damu da parl l! la spcmuza , elle invl! ro lroppo poco fondala·
.. -:- 11 meni~ nulrivasi sulla probabililà della costituente itali:ma; ma l<~ proclamazione di una forma stabile eli governo limitava for~e la ~ovrani!it della coslilucnlc nazionale? AIlor che questa avesse deliberalo delle sorti ilaliane, qualunque anlcr!orc determinazione sul governo delle provincie romane sarebbe stata nulla se non avesse coinciso colla suprema ~enlcnza del consesso italiano. - Non polevasi dunque per alcun giusto lilolo prcscicgliere il pal'lito di conservare nel provvisorio e nel vago il re~ gimento dello stato, mollo più c:onsiderando quanto una tale situazione avrebbe ofTerto facile campo alle arti pretesche, cardinalizie, e a tu!la la colluvie d'uomini aspiranti a risorgere.- Dopo follo ciò, la scelfa di un governo repubblicano o diciamo meglio, la dichiarazione di un tale governo, diveniva una !leccssilà. Arrogi le gloriose lradizioni di Roma tutte repubbi icane: arrogi l'universale convinzione che sulle ruine del papato temporale non potea nascere che il governo· del popolo, arrogi le speranze dell'epoca, e le promesse annunziate dalla Francia all' Em·opa, ed ai popoli. - Aggiungi la confidenza che naturalmente riporre si dee in un governo basalo nella totalità dei cittadini, e che ritrae da quesla universalità la sua forza , un governo che avrebbe potuto avere una tendenza espansiva pe1· lull ' Italia massime in un ' epoca in cui il principio monarchi co erasi in certo modo venuto logorando nell ' opinionr , c la sola bandiera della democrazia poteva as~umcre un prirnato polilico. J"aonde la proclamazione della repubbliea, malgrado gli inconvenienli che avesse potuto lrar scco, si niTriva pcl partito migliore; e ci era inollrc promellitrice di lm avvenire , di cui non ci potevano dar:e la più sollilc speranza lutti gli altri. - T: assemblea cosliluente non potev,a prescindere dalla morale necessila, c clal dovere di deliberare siccome fece. v. Ì.A I;EPUilllLIC.\. La storia della repubblica romana, e l clocutnent( per rilevare l'indole e le tendenze che la contrassegnarono, st;111no nelle discussioni dell' assembiCII\ coslil.uente , negli <rlli del governo, nella costituzione politica da ullimo proclamata . Gli uomini che vonanno convenientemente portare giudizro dci ralli relaJivi t~lln repubiJiica clovranno fare ricorso prima a questi
- 12 -- t•lcmcnli informativi . - ì'\ui uon possiamo qui uc dobbian~o ri~ produrre dci volumi, c C'i conl<'ll l<' rcmo di ri porl~1rc un i_c~mcnll' Ja r.ostituzionc, come il lavoro cli c r iassume • Jlri!ICIPJ rl ~ lla maggioranza professai i, c clic furono la lll<'nlc d'ogn i misura d i fallo (t ). In tulla l' operosi tà po~sibllc da la a rn lferm:~rc rur41lne iulcmo e a prendere eonvcnienle llOsizlonc rispc llo al di fuori, altro uon trasparve ell e amore d' equilù . di nazione, eli libertà. Nella condott a del popolo un' ammirabile c s pontanea ' :osplrazione cog li Intendimenti di un governo rispettato ed a malo ; e la più pospicua prova che il govrrno ritraeva unicamente la sua pote nza dalla magg ioranza dello sta to. l\Ia la repubblica non ebbe vita che bas tasse a svolgere eri Incarnare tutti 1 p ropri concelli, come avrebbe fallo se forze l!trllnierc nemiche e super ior i, non fM~ero cor~c a sotrocarl:l . V ultimo suo periodo fu quasi un icarnen lc dcdi ra lo :~Il:~ sua elifesa: difl•sa che alla sua volla all c~ lù ~ l lnOrHinl ' unlonc ilei popolo cn l governo. VI. 1. 4 DIFESA. Quando la nuova quart rupli4~e alleanw francese, :mslriar:1. ~p:ur nuol:~ c napo le tana spi nse le ~ur :~•·male !<UI lcn·itoi· io rolnano, l' :~ssemblert costituente clccrefò rli rcsi!llcre. Qucsfo decre to fu il supremo dovere del governo, Il volm·e del popolo, una ner.essitù . Fu appunto ne ll'epoca de ll' Invasione, che dalle (' ilfà dello ~lato sorsero mille voci a dichl:~rare devozione alla r<'pubhlira. c a protestare contro una violenza ron cui s' Intendeva rli padrone~gi:~re le sorti di un popolo. dist ruggerne il regg imenlo le~:itlimamcnle e le tto per rls lorarvi l' csoso e decaduto dominio cl eri c:~ l e. - La repubblica non era materinlmcnte ~i forte da potere trionfare della prepote nza de~ l i invasor i, ma • l' inviolabililà dell ' indipendenza romana , ma la dig nità nazionali', m:1 il bisogno 411 protestare con ogni mez zo contro il ri- !lorgimcnto dcll:1 pol cstà tcmpor:~le dei papi, esigevano che fnsse nllunta ogni resis tenza possibi!c. Anche col sangue e colla vita deve un popolo sanlifìcaro l suoi rlirilli. - Roma si trovò nella condizione stessa in cui Vclfezia c l'Ungheria si trovarono, e in battaglia per cuslodirr uno ilei sacrarj della libertà umana ( t ) Ved. nowm. e Sciliar. n. 5.
-13proclamata dal campidoglio. Roma sarebbe cadn)a . m:• la mrmoria solenne avrebbero raccolto i popoli e le generazioni , nè ~e nza frullo. . Bologna , Ancona , Roma si difesero, e non è mestieri il dire ~~ dlorlero anche prove di vero valore. Combatterono i proprj nemici senza numerarll, e Roma ne vide talvolt a le spa lle. Colla necessil à della difesa, venne quella di tutti l provveclimenli possibili di ~uerra : di qui la demolizione di alcuni ecliOzj , di qui gravi spese. l'Ila potevasi egli trascurare alcun mezzo. o alcun sacrificio ritener superiore all'oggetto ? - Se l'aprire le porte all ' invasorè era una defezione , una prostrazione. un suicidio, il non curare ogni modo necessario alla r esi stenza ~a · rebbe stata od una in~ensa tezza , od un tradimento. VII. CAIJ(; rA IJf:l.l..\ ll[ l' UBni.IC.I . ~la venne il momeuto in cui la repu ()hl ira romana. rinla da sovverchianza di forze nemiche doveva ncccsstn·iamcnl c caetere: caduta splendicla e più simile ad un lr ionfo che :~~l una sconOI!a ! La lotta sostenuta fu quella clelia civil i<\ c della libert;l, contro la barbarie cd il dcspotismo. Vinta Bologna, vinta Ancona, la vita dcii:~ repubblica si r:~ ccog lieva nell' eterna cillà. Homa, divenuta impossibile ogni ulteriore resistenza all'oste france~e. cessò dal con,battere; r.l'ssò perchè l ' Assemblea decretollo, ma fremendo eli indign:~zione clisperata. L'assemblea credeIle di adempiere un cloverc ~n;lremo in quest'allo, ma ad nn tempo sdegnò qualunque trattativa o capitolazione coll'inimico. stabili di rim11nerc al suo posto. e rirnase . Fu sciolla dalle baionette francC'si , ma non senza prima avere dall'alto del Campido~lio Iella al popolo :~cclamante la costituzione della repubblica. E nota te che quando Il popolo remano raccoglievasi ad ud ire questa proclamazi one , le truppe francesi avevano già ratto ingr esso entro Rom;t. Il 1\lunlcipio cbe aveva assunto ~pontaneamente l'ufficio di s tabilire coll'invasore alcune condizioni onde la cillà non rosse totalmente abbandonata alla discrezione militare, essendo invitato a patti non degni del popolo romano, li rispinse. Questa rapprf'sentanzfl ga reggiò coll' assemblea in atti nobilissimi ed :~rdi l issimi : con ambcciue poi il popolo, vera prl:'gcnic di eroi.
-Hse la repubblica dovc!le soccombere sollo l' urto di prepotenti forze, e come il minore cade nella Jolfa SMienula COl maggiore, ia sua caduta non prova nulla contro l' inlrinsecn sua vilabililù. Essa possedeva tulli gli elementi di una prospern esislenza, se non fosse la sua estinzione divennl a oggetto d'interesse pci propugnatori del di~polismo . Ma altri ben più vasti e fiorenti Imperi subirono lo stesso fato, quando superiori forze f'ongr urarono a rovcsciarli. A noi pare che le arli s t e!'~C usa te d:tl Governo . e dagl' invinll fratjcP!'i. vcr~o il gnverno c i popoli dello s ta to romano dimos tri nn in {ulla prnfon rla cc.nv inzione fh e le gen ti cui ve niva a comb:lllerc l'l':ln" :J tìezionate alla rcpubhlica . In secondo luogo P" i. ognnno ha pofu lo vedere l' alleggiamento del popolo romnno. J~g li ha combal!ulo colle armi del soldato sinchè le aveva: disarmato, ha combattuto c combatte col conte~no, colla stampa, colla parola. Dal fu cile adunque alla ~alira, dnll c mura della città alle contrade c ai lratri sempre e dovunque hanno i romani protcslato contro qualunque invasione e r~s tauraz i one con lro il prrlc, c con lro l'oppressione (1) VIli. ACCI'SE CO:'\TilO I.A Rl\PUBill.ICA HO~UNA. Molfi ssim~ le acruse con tro fa repubblica romana ; c noi ne parlr remo a rnisurn che. ci torneranno alla menic. Hanno a lcuni predicato che si è voluto allenlare nlla religione. clistrugg-erla . o sostituire il protestanlismo al Catlolicismn. Credn che a nessuno, neppure individualmente, sia cadulo nell' ;mimo questo pensiero . La rivoluzione . romana ha avuto , come doveva avere .un carattere esclusivamente polilicn; essa non ha comballuto che il dominio temporale dei papi , dacchè ques ti diedero e in passato e p~r troppo anche recentemente avevano dato pers picue prove tlella loro perp(! tua avver,;azione alla nazionalilà cd alla libertà d' Italia. A cuoprlre la vera cagione della rivoluzione romana, c 1:1 natura della repubblica, fu immaginata l' accusa di una guerra all'altare. L'ignoranza d'alcuni, e la malafede degli altri diedero voce e credenza a questa calunnia . Gli astuti abusàno sempre del popolo credulo, cd ecco perchè lo vorrebbero sem- (1) Ved . Docum. e Schiar. n. -t.
- 15vrc in tulla la poveri il dell' intcllello. l\Ia il vero s i c, che non vi ebhc allo governativo il quale mina cciasse meuomamente 1 princil'.i cattolici. Vi el•bero alli invece i quali ne inculcarono il rispclln, quando parve che l' csagernione di un popolo l>ert·os,;, da ll' ira mondana del capo dell:l Chiesa, venuto in osli lilit co lle armi, potesse condurre a qualche trascorso. Ognuno sa che :li l'onl cfì ce fu dccrelato sovranamentc un assegno, il quale doveva essere proporzionato al suo SUI>reuto seggio gerarchico. l'roposili sopra allre religioni, meno che s ulla tolleranza d' altre err!lenze, non furono tenuti mai . Se in ques t' e1>oca la rel igione ha ricevuto dirette olfesc, queste le vennero dal sacerdo7. io medes imo , trasportato stranalllenl e dalle cupidigie temporali, e ferocemente dai risentimenti dlC degradano l' umana natura . Il P ontefi ce scese dalla calteclra di Pietro per ravvol gersi nel f11ngo delle più abbiette pass ioni - il pontefi ce scese a lle vendette per riconqulstarsi le terrene g randezze, e non aborri dalle persecuzioni e dal sangue; ed ecco le genti naturalmente ragionare : non poter essere r eligione di Dio quella che combatte la libertà di un popolo, ma religione di Satana: Cristo non avere predicata, m :1 abolita la schiavitù ; c non pol erne essere vica ri sulla terra i percu<sori dell ' urnanilù. - Niuno poi creclt• rà che l' indemaniazione dci beni ecclesias tici , misura presa da tuili i governi i quali hanno voluto porre termine <tlln piaga sociale dei 110ssessi delle mani-morte, ~i JJOssa riguardare come un'attacco alla religione. Non si dee confondere una cosa coll' altra. D'altronde, ognuno sa che la Costituente c il governo, studiavano modn d'assegnare convcnll'nli s tipe ndj ai preti. di migliorare specialmente la sorl c dei J!<trrochl, dei quali mnlli snno cos tretti a vivere anche indecoro~ament e per la tenuilù delle loro re ndite ; mentre a questa povera e tr:wagliata vita fanno turpissimo contrasto le pingui mense vescovili , c lo s farzo lussureggiante e sccolaresco di altri sacerdoti. Quanto al popolo, non mai fors e moslrossi cosi •·ispcttoso dell'alta re che in quei tempi; Chi è sta lo nella P iazza di S. Pietro il giorno di Pasqua del tll4ll, quando cioè mancava il Pontefice, ila potuto persuaders i con che cuore veniva raccolta la benedizione che in nome di Dio, un semplice prete chiamava ~ul populo. (t) (l) Accadde in quei tcm7Ji che il POIJOlo di Roma presso da ~ubitanei sdegni strappa.~se dtt una Chiesa alcuni cou(essionali, c
-ili - Torniamolo a npelere ~,; li olfcusuri della religione fu rono i sacerdoti medesimi , e non sol•> invocando la distruzione degli ordini stabiliti, la guerra civi le, la vendetta sui fra t~ Ili. ma anche rifiutandosi al servigl divini, c quando appunto 11 popolo c d Il governo ne facevano isl;\tlza. . Si g ridò che la repubblica romana ebbe delle tcnd~nze d1 comunismo c di socialismo. - Diremo a questo propos1lo che noi sappiamo come Il comunismo si fondi su i pri ncipj della vita in comune, com' es;di neghi e tolga la liber tà umana, nel( hi la proprie tà, distrugga la fami glia: sappiamo come il social ismo vagheggi l' as,;ociazlone, la reciprocità. Il dritto al lavoro. I.asciamo rll p(Jrlarc g iudizio s u questa mat eria, giacchè ciò sarebbe fuori del nostro proposito ; ma nulla di tutto ques to è sta to prorlamato durante la repubblica romana, in nessun suo pe riodo. Anzi dobbiamo, per amore di verità c di giustizi a aggl,ungere che come vari alli governativi sono venuti non solo ad ammettere, ma gara ntire la propricl:i , cosi quan to al diritto al lavoro, :-iasi voluto lnl.almenle tacerne nella costituzione proclamata dall'assemblea rosti tuenle. Fra i principj delle dott rine socialisliche, vt ha quello sull;l Jlrogrcssivifit rletr imposta: rrincipio adoll alo allorché si decretò ~otto la r!'pubblica il preslilo rorzoso. e la norma sulla quale veniva distribuilo, ha avvaloralo l'accusa di socia lismo dala alle Is tituzioni nuove di Roma. l\la que<lo caso speciale non crediamo eh~ provi l" adozione general e della massima ~ulle imposte prog ressive: ed è lanlo vero che ogni allra tassa rimase come in passato stabili ta col so lilo mc lodo della proporzione. OllrccciO. un princi pio come questo, non vi ha ragione di ritenere che sia mMirns~e intenzin11e di nbbrùciarli. Il Gorernn rliiamò il popolo ••ll' nnl inc. e p nclle pcwo/r bfiSitwono ]Je•·chè i con{rssiontrli {osse •·o •·r$lituiLi alf1t lhiP~(t. sm;' nlh·o. Accadde altrrsi un giorno rhe alt·uni att,·uppnmenlt prenrle.~sero come d'assalto Ull CIIIIVt nlo di {mti, i qwlli nnn si preslti 'WilO a dare le superflue loro campane ttl Governo, in 1111' epoca in cui era I< PCe.~sttrio proiYIJedere con cmwnni ••Ila dt[e.~a della p tttria ; 11111 qui tutlrt la colpn gravitò ·'" ch'i o<tavrt nl/u mis"m drcrelflltt dall' attlorita. 111tt qui nnn r.<iste II{TCSII 1'eligiu<tt l'e•·chè dobbiamo cntJ{onrle re cu/lt& f' r/igione 11/cuni frati turbolenti che intrndeMIW r.rc.~cere /P. diflì.cnl/à dei tempi, e concita1·c cnn pretesti l e 1/tt•llillldini? Co.•·i 11iuno potrà t·itenere elle venisse aggredita ltt •·eliyione quandu 'il tri11mvirato chiamò anche il snccrdo::in a {ttrsi cittadino, e a prendere lr armi in di(es11 dello stnln , e delle islitu::iuni ; meno elle fiO)t sttfJpongtt l tJ t'cl iginlle avvcr.~lt ad ogni scntìmcuto di patria, di (arniylia , di. u manità.
-17essenzi ale al sistema cui viene allriiJuito. Nulla si oppone a pot~ rlo ris~un rdarc siccome un principio indipendente, c quand'an- ~:hc diJJCndcntc, a risguardarlo equo, ed ulilrncnle ;~pplicablle c buono. forse che una dottrina, la quale non e r ea lizza bil e nella sua inlcrczza, non può contenere delle norme c delle viste par· ziali giuste è preziose? (l) Si è condannala l' emlssiollc della carla monelala. - Lascieremo da parte che la r epubblica aveva trovato qur sla via di salvezza già percorsa dal governo clericale e d:~ l provvisorio. Le strellczze finam.iari e in mezzo a bi~ogni incl uflabili d' ingenti spese nvcvano crealo fa nece~silù di questo espcd1cnlc, c queste ragioni crearono e mantennero durante il governu repubblicano la stessa nece~si là. Niuno, cr ediamo, abbia stimato mai che fa <·arta monelata. in mezzo alle consuetudini dci valori mctaijJci , sia una fortuna degli stati, o una misura che scco nun possa recare certi danni ; ma non è egli un danno rnag~iore l' anenamcnto, lo sfagnamento nella vila di uno slaln? Chi Ignora esservi dell e circostanze nelle vicende sociali. in cui per .evitare una enorme sventura, è forza Mlallarsi al peso di una sventura men grave ? Infatti ella è stata questa una necessifà di gran parte di Europa in questi ag i tatissimi tempi dei quali discorr iamo. La '.lìoscana, Venezia, l' Un!!hcria, non per elezione libera. ma pet' violenza degli avven imenti, dovettero similmente operare. c provvedere che il governo romano. - Ora il volcrnc dar earlco c far colt>a alla Repubblica, quandn non s' ignora in quali triste {l()ndlzlonl di finanza si trovasse già precedentemente lo Stato , e fosse di J)Oi. e come il credito sia cosa ~po ntan ea c non impcrabile, e come si chiudano l e casse in tempi torbidi e malsicuri, è uno sconosccrc la storia. le legg i murali della sncicfà. c l'indole umana ; è come dar colpa di non fare a volontà sca- (t) Nnn vogliamo entrare in meri/o di que.~ta mnteria, ma solo (are una picrota ri{lesMone. - Scnti!·ele spesso (l nche dei ncclli C(tpitalisti e pos1identi , dire che per le i mposte o per le sovra tassc gravose, se i propriPtarj in (/Cnere ne soffrono, i piccoli proprietari J)Oi si ruinano. C un queste parole che vi dicono? · Dicono che il donno è in modo progressivo piuttosto che proporzionale, cioè che ltt flroporzionc come rr.elodo d'imposta è sentita disugualmente dal grande e dul prccolo p1·oprietm·io ; piil. da questo che da quello. Ora con ciò, non vi dicono pure rhe un' imposta con sislem~t progressivo sarebbe sentita 1ueno disugualmente, pii/; ugualmen te? Non vi dicono che il ricco hr&molte ri-Sorse cui non gode tl piccolo ]Jossidcnte? Non vi dicono essi stessi che l' ugualilti upprossimativa starebbe tlel diminuire la tassa per quest' ultimo? Ora questa sotL7·a::ione (alla alla quantità propol'zionale stabilita per quest' ultimo non riposa sul principio del. sis t cme~ delle imposte ]Jrogressit'c ? •
-18lurirc oro cci ar!{ento dalle viscer e della terra. - Hispcllo alla quanlila cl ei valori emessi in boni del tesoro, fu necessita i l seguire la proporzione del bisogno. Le requisizioni tl (•gli nri c degli argenti ebbero lo slcss•> rnov~ntc, più la positiva urgenza della specie ru clall ica. Tuttavia le requisizioni non furono falle senza tencrue rwla, c senza il correspetlivo in lanli boni del Tesoro. Cosi i privati non veniv;wo spog liati delle l oro ricchezze, ma indotti tutl' al più ;~d unu scambio tli valori. · ~ qui occorre opportuno lo sven tare altro li to lo d' accusa, pel quale avrebbe~i dovuto dubitare della le:~ li il del Governo, solto :11 rapporto del tesor o dello Stato. Al che sari1 più che suflicientc i l ricnrtlare che il triunviral o ca rd i nalizio i~ lallalo in Roma polè lruvarvi grossissime somme quali in boni del Tesoro, e quali iu oro cd ar gento, depositato nelle pubbli che casse, somme che un governo diver so d.~l retlubblicano avrchbc polulo ben facilmente trafugare. Ciò forma uno solo degli elog i merita li da queg li inlcgcrrimi uomini che preferirono un pover o e..;igl io, cd una v i la immacolal a (t ). - Sappiamo che in Roma si commisero dci furti, ma ugualmen te oggi è notissimo che i latlri non app<trtcnncro che alla classe o al parlito legato d' afTclli c cl' interessi <t i governo clc ri c:J ie: si sa, perché mol li furono carcerali , per - chil alcuni lo confessarono in punto di mol'lc, come si sà che il Trinnviralo avrebbe voluto assolverli, ge llando lil colpa rl ol )arlroucccio s11g li uomini lnlcmcrati che pcrtl ellero coll' csigliu la patria c le forlune. Roma conosce meglio di ogni altra cillà la storia si ngolare che rigua rda questa materia. Si è dello pure che in Roma dominarono gl i sl ran icri, che ogni dclibcnJZionc venne imposta da essi, che la rappresentanza dello sta to subì qucsla violcnt;•zione. - A silfallc ca lunnie ha gi ù risposto trionfalmente Giuseppe l\lazziu i in una sua lettera dirella ai ministri fra ncesi De Falloux c Tocqucvill o, c giù divulgala in tutta Europa.- Onde sarebbe ~UJ>crnu o il tornare a rispondere ad esse. l)rr vero però, il solo con tegno n el quale durano gli animi r ornaui rl!lpo la caduta della repubblica, c la •li.~persione di lulle le sue forze, dimostra se lo spirito di quel popolo rosse solto nna violenza straniera. - t ' entrala dci fran- · ·c~ i in Homa <IVV<'nnc in mezzo alle fischial e del popolo. - ta loro presenza attuale, diteci, che simpatie ha risvegliato, o come c sopportal a? (1) Vcd . LJ •• ru·1u. c ::iclliar. 11. t;,
-1!lJ: ucCisione del minis tro Hossi è stata del pari accagiouata a lla repubblica ; ma questo fallo :1pparlicnc veramente ad una epoca in cui non crasi nevpurc parlato di mutamenti governalivi. Il fatto spella ad un istante in cu i s' ini ziava la riscossa del popolo romano minacciato nell e sue politiche fr:ln clii!(i l', c non alla repubblica. Le domande infalli che successlvamenlc a lla su:1 morte s' indiri zzarono al papa dal popolo, non contenevauo nulla elle risguardar polesse a repubblica. Ques ta sarebbe adunque la favola del Lupo, c dell ' Agnell o. Ollrecciò come nwi di un fallo s imile può rendersi un popolt•. solidale ? O se al popolo si dovesse, come mai potrebbcsi redargture di una rivoluzione Intrapresa onde atterrare la r in:~scentc reazione ~acerdotal e, e completare il proprio riscaUo ? In queslo caso , nessuna rivoluzione potrebbe leg iltimars i, perché ogni rivoluzione è più o meno tinta di sangue: ma quest ' assurrlilà non venne mal in mente ad alcuno, perchè ognuno è convi nto che niun popolo d' uomini ha dovere di lascia rsi degradare e sgozzare dalla tirannide. Per altri le accuse sono più generiche, e riassunte In quelle di csorbilatlze. 1\Ia per pr~rlare di esorbi lanze ci pare necessario di bene s tabilire che co5a si debba intendere con questo vocabolo usato dai liberali onesti e moderati. Or bene, esorbitanza, smodet·atez:a, eccesso esprimono un concetto tutto relativo, come moderazione: relativo a~;li scopi delle azioni umane, rclnlivo :1i mezzi posti in opera per raggiun!H'rli Qui non s i Ira!la che del qunnlo nelle cose, nè si pos~ iede o s i può assegnarvi a priori cd in llenore una misura assolula ; ma non sarà smoderato od csorbi lan le lo scopo se non qu:1nrlo urla contro l'opportunità, nè la le il mezzo o l' insieme dci mezzi se non quando eccccle il necessario per conseguirlo. i\los lrr~lec i che l'intendimento è inopportuno, o che l'opera onde realizza rio è ecceden te il bi · sognevole, eri allora ci )>rovere to l' immode.razinne e l' esorbitanza . l\fa se non cercate lutto lo scopo ollenibile o se non usate lutti i mezzi conducnoti a quel fine, non crediate di essere moderati ; siete insufficienti o nell ' uno, o nel i ' a ltto o In ambedue. - Ora, quanto alla condotla del governo repubblicano di Roma, non reputiamo cosi facile il potcrla qualifl cr~rc di csorbital17.a con fondamcn lo . Forse, portando un severo sindacato sùlle cose, troveremmo minori difficoltà per doverla In molti!ls imc sue parti cara tterizzare d' Insufficienza, piucchè d' allro peccato. , lnt:mto deve esser noto che a Roma non v'ebbero proscrizioni di sorta : se alcune fami glie s i allontanarono , niuno ne
- '20prnrurò o n e decretò l' csigliu. l'o libero il partire dallo st:llo n r hiunque non piacque la proclamai;~ forma di governo, e a quei medesimi che avmbllero potuto essere ritenuti siccome importanti ostaggi. Chi non si ai lonlanò, benchè di opinioni ostili al nuovo ordine di cose, rimase inolfeso. Aggiungeremo anzi di più, che in Roma si raccolsero quasi in asil o quegli ~ lessi che furono in passato, e so no in presente, dopo la rist;~urazion.e, ~lrumenti ciel governo papale. - Al~uni appartamenti di Carllinali bitTali alla loro partenza. rc~larono sempre chi usi e ri- ~ pe ttat i durante tutte le fasi della Rcpubblic;~. Ne llo slabi limcn t.o di s. Michele. il quartiere di Sosti rimase scm1)rc inviolato, piu fu sempre mantenuto in posto, e paga il suo servi dorame. Qua nelo poi il !lOVerno potè sospetta re che, rendendosi più gravi gli avvenimenti, si rcnde~se pur fallibil e qualehe atten talo alle proprietà, il governo provvide, non solo ingiungendone al popolo il rispetto, ma de~ i gn;~ndone alcune con apposi te indicazioni, ~iccome proprietà clelia Rrpuhblica. Intendimento eli questo e!<pediente, non nuovo d'altroncle in epoche di simili circostanze, fu nppuoto soltan to di guarantire da qualunque possibile vio· lenza le private proprietà, e l" intendimento fu compiutamente raggiunto. Noi amia mo di credere che il popolo avesse, anche · senza questa misura, seguitato nella sua nobile c generosa a ltitudine; ma il governo doveva per lo meno rassicurare l'animo universale da qualunque sgomento. (t) - Carcera zioni non ne furono fatte se non quando si pot erono scuoprir traccie di tentati commovimenti reazionarj : furono tlerò carcerazioni di semplice sicurezza, voluta da un bene orclinato governo, e che forse ~:.~ lvarono da peggio i detenuti medesimi. - Non vi fu caso in cui si cseguis~e condanna di mt>rte, nnche quando i tribunali ordinarj la sent enziarono. perocchè o l'assemblea o il lriumviralo fecero grazia . - La libertà delle opinioni , compatibilmente colla tranquillità dello Sta to fu rispetta ta. I !?iornali non tacquero mai che per due o tre giorni nei momenti più difficili - i rap. presentanti del popolo all 'Assembl ea si pronunciarono colle !ore convinzioni senza che ostacoli dal difuori venissero a sopprimerne la parola . · (t) Non ripuliamo elle debba rilmer.li siccome assoluta l esione di prop1·ietà, l' m:ere il popolo {ttriosumen'te incendiate e dist·rutte alcune s.ontuose c~rrozze cardinalizie. Questo {atto era una pura e sempltcc espresswne del_lo sdNJnOsr.nttto contro questi bass1i porpllmli. - Una delle p!u belle carrozze fu donata alla Chiesa dell' Aroc(lcli pe1· serviz.io n/igi~>W. giacc!lè la .ma lussureggiante &plendulezza 11arem p1u conrell!ente alla divinilri elle tigli uomini.
-21- .. Avvennero in Ancona, c in Scnignllia rnolliplici ucci,:ioni a r.ui non si potè porre sollecito freno , ma è nolo quanto il Triurnvirato se ne occupasse ( t ). - Se non fu possibile riparare ad un tratto a questa sventura, a questa vergogna, ciò avvenne per le ragioni medesime per cui l'anteriore governo. alquanti mesi prima , non lo aveva potuto nelle Romagnc cruciale per gli s tessi delitli. Anche in Roma, l'ira del popolo lr<lscorse in un momento :1 simili fatti , ma le passioni popolari fun,nvi concitate dal dissennato contegno degli sle~si preti che ne !'addero vittime. 1 casi nondimeno furono pochi : il governo bene lontano dall'averv i influenza. Questi avvenimenti. nessuna puhhlica nutorità mai avrebbe potuto prevenire , od immagina re . E poi, domandiamo come potrebbe un governo rendersi responsabile di tutti i deritti che avvenl(ono in una società, e massime in tempi di grandi commozioni, quando tuiLi i sentimenti nobili ed ignobili. e tul·li !!'li istinti si sollevano inconclifi nel cuore dell'uomo, éd erompono in lutta la loro fierezza? Gli onesti e modernti liberali hanno eletto che la repubbli ca rom11na aveva spinto a male le cnse d' Italia. - !\fa queste, ri - spello all ' Austria si decisero a Novara in co~ i brevi giorni, che quando la Costituente seppe la denunzia dell'armistizio, Pra già avvenuta la rotla famosa che aveva dennito la posizione !lei Pi emonte. Se il governo Sardo, avesse desideralo nell'impresa che ' si apparecchiava, il concorso della piccola armala romana, non sarebbe manca to; ma il governo Sardo allonl.anava i signori Pinto e Spini inviati della repubblica , ma il governo Sanlo non Taceva sapere in Roma le sue determinazioni che per mezzo dei giornali, o se pure volet e, per mezzo del signor Valerio, quando g-ià tullo era volto in precipizio, senza risorsa. Ora si diea : In Questo modo forse la repubblica n,mana nocque alla causa di ltalia ? 1\la non basta. I vinti sono perseguitati con incolpazioni di ogni genere, una delle vendette specialmente usa te dagli uomiui che restarono solitari e inoperosi in mezzo .<~gli eventi contemporanei. La rivoluzione e la repubblica romana hanno, essi di - cono. provocato l' intervenzione straniera e la renzione alluale in Italia dei governi contro i popoli : accusa in cui gareggiano la stoltezza e la malignità l Chi non conosce in fatti che la rivoluzione romana ebbe la sua ragione appunto nell'essersi di già spiegata la reazione del governo clerica le ? E che s~ la rea- (t) Ved. Docum. e Schiar. n. G.
-221ione ha una tlata anterio;·c, giacchè le tendenze del potere cr:mg eiit dichiMate, la rivo luzione non fece che traltcncrla nella sua via ? Cominciata, com'era la riscossa reazionaria, l' intcrvenzione auslriaea avrebbe avuto h,JOgo ugualmente, se le interne forze del governo romano non fossero bas iate, c quando l'Austria avesse potuto far e la sùa spedizione. Il quando ftJ deciso colla battaglia di Novara, la qual e a1lerse l'adito all'r111stria co in Halia. - Era così decretala la rivincita del governi, e la ricomprcssione dei popoli, che gli auslrinci invasero la Toscana anche quando essa aveva proclamato la restaurazione granducale, e il Granduca era stato richiamato.- Nello ~lato romano, ciò è anche più evidente. Perché infarti le per;:ecuzioni s i estendono ora anche agli uomini che non presero parte agli ultimi avvenimenti , se non perchè i preti videro il mnvimento polico entrato già in rivoluzione mollo prim'l della repubblica romana? Se questa fosse stata la vera promotrice dell' intervenzione stranie ra , c di tutti gli a!ll reazionarj della ristaurazim1e, le vendette e le pene non sarebbero state circoscri tte a quelli che proclamarono la decadenza del potere papale, e cosliluirono e difesero la romana repubblica? 1\fa se il flagello dei vincitori percuote gli uomini di un' epoca anteriore. gli uomini che Ol!urarono sulla ~cena politica con principj monarchici e non repubblicani, ciò rleriva manifestamente dall'averli giudicati essi pure rivoluzionarj, e nemici del loro !loverno.- Laondc, rimaste pure le forme politiche nella condizione in cui questi le avevano poste. la re:tzione cleri-cale si ~arebbc ugualmente operata, n meglio avrebbe preso tutte le proporzioni attuali ; e sarebbe stata inau~ g nrata o soccorsa dallo straniero, quando questi o invocato o non invocato avesse potuto spingersi avanti. Lo straniero veniva , c doveva venire negli stati romani e toscani a difendere il suo principio politico, e i suoi interessi, come Il russo nell'Ungheria. - La repubblica romana adunque mentre non ha favorito l'invasione s traniera, ha per altra rparte ritardato lo svi~ Juppo della reazione pontillcia, e quindi della restaurazione che ora fa strazio delle più belle provincie d' Italia. :._ La quale conclusione non concorderebbe moltissimo con quella dei calunniatori dei quali abbiamo parlato, e f6rse più del bisogno e del merito.
-23IX. l.\ }IRANCl.<\. Noi non crediamo che la storia somministri un esempio di d'egr arlazione j;imil e a quello che il governo e la uazionc francese haur!o voluto i neon l rare nella questione romana. Sono pub - bliche l e arli co lle quali si consegui dalla Cosliluen l e il dem·c l o della spedizi one arma !a negli Slati della repubblica romana, in ' ehe maniera la ~uccess i va Assemblea aObia preso a cuor e c il proprio decoro c l e liher!à delle provincie rormmc. Nè qui l ll colpe si possono restringere al ~ol o potere esecutivo. L ' Assemblea francese, l 'el etta dal volo universale, la rappresentante flel POJ>Oio, sanzi onando l 'opera iniqua del governo, si rese comlllice di tullc le sue r eilà. E po tremo noi in questo arqomenlo fare più di!Terenza tra nazione c governo di l 'rancin, qunndo si macchiarono ambedue della mecl~sima infamia? (t) Giuseppe 1\fnzzini (2) nome caro ad ogni 11nima libera c generosa, ha bene i l lustralo qu111 fosse la condotta della diploma• zia f rancese inverso la repubblica romana : Carl o Rusconi (:;) quale la lealtà del !(f!nerale Oudinol conduttore della ~ pedizionc : Mr. J"e;;scps (4) qu-ali gli 'intrighi minisleriali e quanta la m<•la fede e la simul azione del gablnello francese. Onde <' i pos~iamo dispensare dal venire particolareg(l' iando l e cose :1llora operaie. Sol o diremo del modo in cui si comportò IH ~oldalesca franr,ese <!ent ro Uoma, e come converlila in milizia rlel papa , mcl( lio che :1lle prove del campo, si mostrasse abile e destra negli uffici della sbinagl ia, a cui il triunviralo cardinalizio volle umiliarla. Anche al presente quei più vili inca richi rifiutati dalla poca truppa ind igena 'rn ccozzata, vengono assunti ed adempili dal solda to francese. l 1\ostolan, i naraguay d'Hilliers hanno con tuili i morii 1 ossibili , convénienli c disconven ienli; ajutata non pure la restaurazione, che ques to era lo scopo supremo della loro venuta , (l ) Ved. Docum. e Schiar. n. 7 e s. {2) Ved. Lettera intorno gli a{(ari di Roma ai signori De 1'ocqucvillc e De l'alloua; - e lettera al signor Montalembert . {3) Leltem i nsel'il(t nella Concordia. (t) La mia missione a Roma. Opuscolo.
- 2.',- rna la r eazioni' piu feroce, e piu cannibalesca che mai si potesseimmaginare. J~ss i hanno comportato, c ravor·ito in Roma, ciò t' Ile le autorità auslriaclte stesse non tollcraronv nelle provin- <:ic •la loru tenul c. Il processo fatto 11d Enrico Cernuschi, e tu Ila la storia che lo riguanla , che altro sono Se uon una nuova vergogna francese? Il sanl' U(lìcio ristabilì lo, le personali persecuzioni , la soppress.ionc rli ogni legge, c la sosl!tuzlnne di un cicr.o arbilrio. non a<·cadono forse co l beneplacito del gover no frant·cse? Non sono slall i francesi stessi che hanno nelle chi ese Jlrofanalo le Jmrc, C<l insullato ai ca<laver i? Ecco la :Francia, quella che st;~biliva nella sua cosliluzionc repubblicana di c:ua rcnlire i popoli che scel!(uno liberamente a ~c siessi un govt>rno: ecco la Francia promcllil rire di assis tenza a ll ' llalia: ecco la Fra ncia illuminala, la madre della civillit, la nazione verso la qu~le i popoli d'Europn volgevano i cuori pien i <li fede. Infamia ! infHmia l Noi non mnviamo lamcnt11 degli allri nemici che comballerono la repubblica: noi non ignnravamo che lo fo~scro. J\la nell'opera Jiberlicid:l della Francia sl à un orribile assassinio, un as~assinio <li frat elli. Da ora innanzi sarranno i popoli ciò che è la l: rancia, c cio. d1c possono allcndcrc da Ici. x. CADUTA DEL PAI'.UO. 1 l papato in ordine alla temporal ilà ha I!Crduto ogni forza· morale, e noi cre<liamo ch'esso non posRa rio sn~sis l erc senza r appoggio della forza materiale s traniera . ~Ialo di rlcpcnrlcnza 1: di servilu. - I suoi i~llnl r relrogradi e barbari ci, riassunti lulli nella loro ferocia in (Jncs t' ultima epoca, la sua ineompalibilllà tradizionale col progresso, colla llbcrtù , colla civilt;ì , le ca lami là che da tanto tempo ha aGcumulr~to sul C<l i)O dell ' Il alia , c che lultavia si :rclnpcra di molliplic.are a mille doppi , lo hanno definitivamente gi rHli cn to. L' nlleggiamento dcl.(li slali r·nrnani c in particolar modo di Roma, anche sotto la compressione austrlacn e franr.ese prolesla senza lregua con lro la •lorn inazione sacerdotale. Que~lo urto della pubblica opinionr conlro 11 ristabilimento del volere temporale dei papi, confessa to, non ha molto, anche dal generale Oudinot al Ministero di Francia, precorre la sua ma teria le caduta : caduta, che in ll<tSsato già fu uno
-25dci voli e delle speranze de llo s tesso s ignor di Aloutalemberl ( t l· Che se questo sig nore è divenuto al presente uno dei più focvsi l'ampioni della ristaur:1zio ne chierica le, mutando l principj che professava, spcrinmo dal cuore, c dalla mente del popolo, la virtù rlella cos l<• nza, c l ' immutabilit à delle ~uç convinzioni. i\la il papato temporale, ha di più per(luto lo spirituale. Si è voluto pers uadere c-he la fede cattolica consiste nel possesso della comarca, dell e i\Jarche, delle Legazioni, de ll ' Umb r ia e del l' tce no; s i e vol4lo fare del dç~polismo un canone evangelic.o cd npostolicu, e le genti hannu comincialo a dubitare cl elia santità di questa r e ligione. Si c bom bardata Roma, s i è cornballu ta a morte la sua libertà politica, s i è versato del sa ngue in nome di Dio: s i sono carcer~li dei sacerdoti perchè prestarono assi· stenza in punto di morte agli scommunicati dal Vicar io di Cristo c a nche i più pii credenti hanno dovuto diffidare d i qu esta religione Druidica. Gli orrori delle carceri del s. Uffizio in Roma, e di cui tolti furono testimon i, i libri ove erano notate le rive - lnzioni delle confessioni falle in tutto lo Stato , massime solto al rapporto politi co, la fal sazione l'Iella s torica verilà in un ' enc.iclica del pa pa, hanno liberata la coscie nza di migliaja dai ceppi di una religione divenuta strumento di Len ·ene avidità, c di delilli. Noi abbiamo tulla la convin zione, essere giunta r epoca del decadimento del dogma callolico, c del trion fo di a ltre dottrine relig iose. - A noi intanto non incombe altro incarico che quello di affre tt are con tutte le nostre forze s imi li avvenimenti che segneranno un nuovo passo dell ' umanllà nella via della coltura e della civilizzazione, poichè colla liberia di coscienza, riconqui - s lala tutta la dignità dell'animo, c la forza e l' int egrità dell'in - lellello, san't più agevole. più sicuro e più frult ifcro il conseguimento della polilica e civile r iscatlazione dei popoli della terra. Se col corso degli evenli polilicl di cui abbiamo fave ll alo, • popoli non hanno potuto raggiungere tutto l'ideale che s la\'a nei loro intendimenti, non importa. Dobbiamo però confessare elle vi si sono appressali piu che in ogni altro tempo. Questo (t ) Ved. LJocum. c Scltiar. n. ~.
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