Gaston Leval - La rivoluzione sociale in Italia

COLLANA "SEME LIBERTARIO" 9 GASTON LEVAL LA RIVOLUZIONE SOCIALE IN ITALIA (Con cinque grafici originali nel te,to) MILANO €DIZIONE DE "IL LIBERTARIO 19 ♦ 9 'l~·i.11.,..U u,;_,\,..,1.,u. thvlio,eca Gino Bianco

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INTRODUZIONE Nelle pagi11e tt(lutnh i1thmdiamo ,i1pondue, tìu. pure 11wlto bre11ementt, alla dom,mda ctu giu.damente 1i pongono i lavoratori. Come org,anh;are ii lavoro ima volta t1propriato iL capitale!' Conte auicttrart la gtltione d.dle officine e tulle fabbriclu, la continuità <UU.aprod.u:ionu Come tuere ,tcuri che la 11ita conhnuerd normalmtntt, o piu tiattamen.te, che 1i potrà 1oddi1fare ai bi1oqni di tutti? Altri 1crittori libtrtari, fra i. migliori e i piu chiaroveggenU, hanno gid ri1po1to a ·que,ti probUm.i. Ma i loro la• oori 101.0 rima.rtf, ignorati quali da tutti. Il mio 1/orio ,wn porterd, font, in toltama niente di nuooo, ma euo tmde ,oprattutto a porre it probLt1ria e ad indicare delle 1olu•ioni 1eco11doquanto puO 1uggerire l'e1perit1ua di qutlti ultimi anni e in particolare quella dttla rivolu.iiont 1pagnola. Un ,aggio di que,to genere ha due specie di avveTlari. IJa una parte tutti coloro che, pur proclamando \t contrario, ,ton. vogliono cht, i lavoratori ii ,a':[iano orga,iiz:are da ~~c?ù 1aq1~;o0,~~:s;~t ton~ ·=~rif°; 0 ,,~~~~~it 0: : uno Stato con. la ,ua enorme burocraiftl, la cui poliiia do· t»"ebbeimprìgl(lnare, deportare e ,terminare i lavoratori icon- !!~lt .:~~tbiri::'"v~,{;:-i;~a N~ii •~tt::= en::, ~b~~~jt~n~ cr~ guardta contro i cattivi pa1Wri che d domandano soHanto di votare J?tr loro, di aver ,tducia in loro e dii obbedire al Loro wler.-. Proprio d.eU'uomo non é obbedire, ma pt,uare e agire da se ,uuo e con.ruttarsi co,i gH altri per ri1olt,ere i problemj dlllai vita sociale. Gli altri nemict di que,10 ge-n.eredi studi ,ono gti imprevidenti che non ri rttldono coni.o delle di/tlcoUd che pre- .tenta it ;1auavgi.o dallo ,,ruttamento capUalilti.co all'orgal'Uua.iione soc1aliuata d,tlla produ.done, e dal commercio privato alla .rociali::a:ione della df1tribuiiot1e dei prodotti.

:wn:er ~,e:.!:a1!,er;:;,~utrn::~'tt',ea; eh-e u:!°an.atiti supuflcìale della tiita sociale ci moatra cM u:rua una prep4rcu(om molto seria e accurata, ogni tentativo di ,o,tihdione dtUa socteta. ca~italitta con la socidd ~~~:a:a ~m~~d ~~e~~.f;t::_ui,c~~,liT:'~~~ ~~ tono iltintit:)4'1'njen.te i Ul.iioratori... ed. e11i hanno ragione. Quindi t mceuario studiare con WTo, n.tlla maggior mi1ura pouibUe, ciò che si dovrd fare e come li dotn'd fari-O. Diamo un esempio concreto: bi1ogna mang{are tuUi i ~~!io eIl ,::1,r:~~~~: ! :ta,~b! 0"r~c~:in~rr; ': vuttura, la carne, la pasta, iL vino, l'olio, i grau1, il latU, i combu.i~biti di cu• eni hanno bisogno. Un'·internuione :o~:iee~bt~r'!~i =lc=:fui~feu:il ~~n ';:!r~fo~~e;: polazlone e a ritorno trittorio10 dei reaiionari. Ora, afftnch,t i contadini, che non ,ono ttti santi ma 1emplieemtnte degli uominf, continuino a rifornire tutti que- !!i J::rf':~n~i~~~t:~~J.?c~a:~!rr,fue!!:Zio~i i 0~'::J::~ ~~~~::~! f!o~i p~~~n°ciefi:~n:a!d:e"~ 0 l~o c::10 1 :e 1~'::i': Si dovrebbe auicurare gli scambi fra la città e la ca,npa~ma, procurare ai contaaini una quantila di oggetti. di cui 1peuo ,ono•privi, ciot scarpe, tessuti, utensili, ,:nacchme, con<im.i chimici, biciclette, pneumatici, camioncin,, ,,iobilt. ~f:!1[~~n~fOg~:,f:i,n!~c~lettrici vari, libri, pellicole ed Se la prodwione ind.ustr(ale sì interrompeue o rallenta,1e notetiolm.tnte il suo ritmo, percht non ,i è saputo a,- 1icurar11ela continuità serua pericolosi brancolamenti, il contrac'colpo immediato ,arebbe una diminu:ione proporzionale dei rifornimenti, una minaccia immediata di careltia. Per evitare que1ta minaccia, btlogna quindi orga,iiz.z:are iWJU• diatamnte gU scambi fra la ciUà e la campagna. Ma per .scambiare, t neceuario aver qualcota da ottrire! Quelli che pretendono che ti flnfrebbe, a forza di etperien:e, per tro11are i 1ìtlemi di organiuazione, e che per conseguenza non conviene cercarli 1in d'ora, .rtm.brano ignorare che gli ltomach.(, a cominciare dai loro, hanno bisogno di ene·rt: 1ottd.i- .sfatti con tutt'altro che d.eUeteorie. I lavoratori hanno ragione: euì devono tapere nei ffl.i. giior nwdo pottibile comt dotn-anno agire, e prepararti ef·

jlcacemenre 4l- Yaggiungtmento del lo1'0 ,copo. Non P7'etffl... dfamo di da1'e una solmione a tutti i, pYoblemi innenti alla trasforma.ione ,ocic&l-e, nm ,oto di traccian dtllt- g1'an4i Unte. Qtu1to contributo p-Ot1'd fone 1pingere altri ad ua.- ~~'!:!;!o, t~l!~roJt*nA~a~~nfu~tJaa"::t 1 :;e~~a~Ùe!t. un fiato ramo dei traiporU o dtll'agrlcoUura, il Comune in cui ,i abita, l'aUivUd ngionale, ecc. lo/O 0cr:'~,fi~~:~;i:,:~~ciftc.~:,:r::~~ilitc'!!ld~'':fl ~:ot: uonan. Quello cht ,egtu non è, ben ìnte,o, che un punto di parttn.:a. · Ancora qualch.e rtga com.e a1)verten.ia. Nella struttura indtutriale ed agricola che noi abbo.uio.mo, noi parliamo di Comitati di fabbrica, di Comitati 1indacali e agrari, dt Corv ;;:::i c':(;:u~~g!J,e~li;,it,:t~nS:'e::e c~:it:!:n'a"ae~~df: creare una. burocTaria parauitaria. Net Undti J:r pouibile, jue,ti delegati dovranno tavoTa1'enellt fabbriche e net campi. J:f:o:t"tcf:t;!iJ:°® u;::C~~e,~~~a;~,f~u~i!a c~!air~i~ dicata neceuaria peT H bene di tutti.

Srr~tfurd /nduJfru,I~ IMJ .. fd .JU/ lomllctfl o'drtPntld C'omitoto ioterindu~tri4"1e locòle ' \ 11 \ I 11 I

-~oScH\111:fl§l:f' ..... fl 10'1' .., ........ Comitati d'Azienda Intendia,no porre prima di tutto il problema dell'industria, che può essere ~tudiato sotto due aspetti: il primo presuppone una traefonnazione solo parziale dell'organizza,. zione della produzione e i cambiamenti che ne deriverebbero; il secondo prevede la trasformazione totale di questa organizzazione. Si può concepire la trasforma.i.ione rarziale come la conseguenta dell'espropriazione limitata .de capitalismo, op• pure della presa di posse6ao da parte dei lavoratori limitata ad un certo numero di fabbriche, di officine, di laboratori. Supponiamo uno scio{>ero, generale o ·parziale, di una ~~~t~asfrfc~rt:n:ff~~fanf~:~. ~nf~;o;:t~riin~:~rd:!o r:;ta~ stare nelle officine e nelle fabbriche e di organizzarle per loro conto. Od esaminiamo una seconda ipotesi nena quale il problema sarebbe quasi identico: una rivoluzone in cui, t:~~l 1~!.°8S1~1f:;~~ i~li!!tc ~~~~~lta~te~c~~11~~~~~~a~~ per occu~are i municipf e stabilirvisi; d'altro canto, che dei IB.voraton intenda.no invece riorganizzare direttamente la vita sociale, senza sottomettersi alla dittatura dei nuovi padroni. Che cosa dovrebbero fare questi lavoratori? Ecco ciò che ,;.i deve considerare. In Italia, potrebbe avvenire che i &indacati, troppo pro• fondamente dominati da.i partiti, non facciano altro che at- ~~~n~li d~reiin}ai~~~:,err~·tte~~a~~•to al~:rc:pte~~;'f~ Confederazione Generale del Lavoro - che si affidarono al re~~it~!=a:... p~~!fN!-e d~/~::~o~: =f~~~a~~~

lavoratori dovrebbero agire imr:nediatamente, senza attendere degli ordini che significherebbero un nuovo Insuccesso. E88ì avrebbero ugualmente altro da fare nel Ca.60in cui, ~~~:;:~.i ~r0i;~~:ii:a.::::,i1~~e t ~:; 0i:ca1&.r ::~r/~lù :~!~de 1~l~ci~~~~fnu:f::~~!f 0 iav~ c~~c~ut~i;~e m~:~i~ ~!rti;ori~~f~d~n~~pitali.sta, Percbè è coel che Bi impara a In questi due cui il sindacato non può essere concepito C(IO'lelo etrumento immediatamente atto ad organizzare la produzione. E' necessario, almeno all'inizio, ba.sani sul Comitato d'a:r:lenda. Come crea.re li Comitato d'azienda? fra ?i 18 1~~io°aJ~o;~tuctt:q~r: ~• 1t 1o~a~rit graanp1~c~ brica con trenta e la grande officina che ne occupa cen- ~f!1t~\~o~1f1~ai~ !'}!a/~, ~~ffte;>:~! 0 : f:ir:taé:~~~ que, alla base, si troverà eemJ?re l'assemblea dei lavoratori: assemblea di tutti i lavoraton nelle .piccole aziende, assemblea di reparti nella grande officina divisa in sezioni. Se in una piccola officina tutti gli operai non fanno lo stesso lavoro, sa.rà loro facile de&lgnare colui che fra di e59i unirà la maggior com_petenza all'adeeione per il nuovo ordine di cose. Spesso il piccolo proprietario potrà rimanere un ausiliario perchè, sempre nelle piccole aziende, egli è in grado di dare utili informazioni suUe font.i di materie f, rime, sui mercati per i _prodoUifiniti e sul modo <lì tenere a <"ontabilità. Se non st può incorporarlo nell'azienda, i dati verranno ricostituiti. attravet'$0 le registrazioni conta. bili ed altro. deve~:~~e cln~ft~e~~i~f:1~. 1 ~8;à:Ohn 8 z/: J~Ì~ 1 :~;c~~ ~~;idttfe! ~:iraacr%s~tta.CUJe1~1~::f~~~ro~~a~~iai: nella Prendiamo ad esempio una piccola fabbrica di mobili composta d'una trentina d'operai. In essa si trovano riunite non soltanto molte persone. ma diverse attività concorrenti in uno sforzo comune, pur producendo ognuno solo una parte dell'articolo o degli articoli fabbricaU. il m1~n~Ut~\j:»1~~~~%:e•il ilca 1 ir'e'1ife~e0 ~!ail~set~ 0~~°J!: ~~~~ :~ :~~ib:::~tia T~i~a:; 8 'tr~!;ire~;ii ~rn~~

,ola persona che dirige tutto li lavoro. occorrerebbero neces. sariament.e tre o quatLro persone, a conoscenza dell'insieme delle attività, &ia individualmente, sia per mezzo delle loro :srr~z~fo'::e rieu~i!~··a~~~~ 0à'!lre ~~~J~~%~~b~rt:m frire per diment.icanza o negltgenza. un~:;u:!en:i~te.noJ1 ès nn~e;iri~J:;n~li ~K!c~~;~~cf o autlsfl. Dei quattro membri dell'o'rganismo direttivo, che ~~; f~~~:!°ner~ Jr:r~~~ :'c 1fi~t~n{•p~ueaJ:,w~b dettagli che sl dovranno risolvere eul terreno pratico. cui f~~i:f S:!~i~r~pifuf ~~~ntr~i~:i:Jo~i ~ ~~:lt~ 2 i 1 :e~fin; tecnica. Ma prendiamo un'a:denda pl\'i vaata e più complicata: per esempio IJ:L costruzione di uno stabile. Il Comitato di gestione avrebbe senza dubbio una parte ~~~e!Per:g::rn~e~:~~~ 1 :u~ ~ 10q ~:fe1= rt,~1 cogntzionl te<:nicbe che 11 rendessero prez~I. si troverebbe come elemento d!reUl.vo l'architetto o l'ingegnere. L'architetto e l'ingegnere, spesso riuniti, predispongono i progetti, decidono sulla qualilà dei materiali secondo U tipo dì costruzione, dimensionano le varie strutture, s1ud1aoo la disposizione dei locali, 6tobili6cono Il numero dei S~f 0 :on1~~u~an!.o d:.S:ir~ ~cff~ 0 t~~fca 1 ·~:~~ 0na,T~fu 10 u~~~~~ che siano profon~amente .preparati e specializzati sono indicati per la direzione dei lavori. dera"~~ocri:,~~~~r'~a~~~l~,~~~! 1 ~ 0 c!iJ;i ~fN ;;cc~~ i soldati? No. In questo cnso, come negli altri due, li Comitato di gestione, nominato dall'assemblea del lovoratori, dovr:.\ funzionare, ma non eserciterà la funzione di dire• ~~~:~:o 0rav~~:tor~n~~lr~re:!n~ 0r o~t'a°J~ ~/ira~ 0 ~~ ~~~~i 6 d~'/ 0f,!~:;t, ~~z;ie~J::n~~~e~~~~ 0 fa:6~~e ,! 1 :: ~rl eecondo la volontà del lavoratori, ma secondo i bisogni dei consumatori. Poichè non si deve dimenticare che il lavoro è al servizio del coll6umo. · Da queste riunioni, da questa. intima. collaborazione na• scerà una più profonda comprensione, una migliore reo.lizza. ziooe del lavoro, un ~ntlmcnto di eguaglianza sinora inesf. stente e, per i lavoratori manuali, una maggior dignità sca-

iurìta. dalla conoecenta dell'insieme dell'opera di cui prima. non Q~!~~/~~ t~;f~!rln~~a~! 8f!v ~rai%; 0d~~l!c~i~~n solo di un grande ed1ftcio, ma nnche di una diga, una i,lrada, un canale, ccc. - è logico raccomandare che le dive'('Se se- :~~c•~=!/~ir°~i:!~. i u":1ft~~~ 0f!t>1!:~gr~t 0 1d a!1t~ ~~e~~~~~~ e;:~:~· ~~?i~~r:SS1~:ui~ffl~~~:t~ 81 a.!'s~ 1 ;! lac:~fui!:~o:~ciraro;:a~e t:!i!n~~a;;~~~f!tica, Che ri1!- nisce in un sol luogo centinala e anche mi~liaia di lavora.- tori. In e96a il lavoro è suddiviso in vane epecialltà, ad 1o~ur;f pt~ 1 ei:~ '!ft~~ru:r::e u~e!~:aa~n~e u~:1 ;%~fu che il lavoro troppo suddiviso o ?atto a catena è inumano. Bisogna invece cercare di rendere il lavoro più umano. ::01f~~°7~~~ftofi~i 1!u~:~~hii 1n !~~~~~~i~\~d~!f~~:i ~~ ~o;~; specie sono indispensabili alla vita moderna. Coloro che lo negano fl$urano generalmente tra i primi che ne beneficiano. Quando 61 fabbricavano le calzature a mano, quando ei tesseva solo sul telaio primitivo, i tre quarti della popola.1.ione e~~~v~h: jiie~;,~~~t• gli operai e i contadini non si vestiBisogna durique conservare la grande azieoda. Ma essa è.· molto complicata. Alcune possono contare fino a venti, treniare?id1~fri~~~a ;t,t~ti ud~:er;f es,je, in cui eeisterebbe.ro una trentina di reparti, da quello dei fonditori di telai d'automobili a quello dei vetrai o del verniciatori. Ciascuno di <Juestì reparti può comprendere centinaia di lavoratori con i loro tecnici specialiuati. Anche qui l'assemblea. deve essert la base dell'organizzazione: ma assemblea di reparto. Fonditori, fresatori. attrezzisti, tornitori, aggiustatori, pulitori, lattonieri, calderai, falegnami, eellai e coloro che appartengono alle suddivisioni dì queste speciali.zzazioni generali, dovrebbero anch'essi nominare il loro Comitato di ~estione. Questo Comitato di gestione dovrebbe avere anzitutto lo ~~~e d!~r~t~~~~s~ 1 ~!fa:\~W~!tiec~f~i 1~~~~in~~ d~i necee.sità, verrebbero affiancati dai migliori rivoluzionari. Poichè si dovrebbe tener sempre presente tanto la buona ~l 1 ~ni~~~~~!a~b~:. produzione quanto i compiti essenziali Ma l'azienda deve funzionare secondo un piano d'in10 B

•leme che sfugge, per la 13Uacomplessità, alla comprenAioue e aJ1a compet.enza dei lavot'lltori della ba.se o alla maggior parte di e11Si. . . . . Ese.a avrebbe 1I vantaggio di essere g111 organizzala quando questi ne prendernnno possesso, in modo che ba· sterà assicurarne il funzionamento. Ciò, per parecchio t:J1~utf~1~~à c1i:re::J.tt~~ici !!!! 11 1: !~~1::n:~!u~ec~art e che, più ancora che negli esempi l;lrecedenti, il loro ooinpito &arebbe eS6enzialmente di direzione. Anche qui il problema t' di non trasformare dei lavo.. ratori manuali in automi e di rendere umana l'applicazione della tecnica. Ciò non si può etrettuare se non per metzo della coordinazione diretta di tutte le a.ttivitù. 8 allo stesso modo che esie.terebl>e un comitato dì gestione 1:H!rreg~;t~iu~~~~:e1!8~!;~-e~n~~~~ta~~ 1~tfie~ti~~;a:tt 1·s:·:~?t le eezioni, dagli ~azzini ai disegnatori e smo agli iuge. gner! più eminenti. Non confondiamo. Qui non sj ll'alta di dare agli spa1.- ~~\~ov~r!t~~ ~~ ~'!W~~i o 8 ~ 1! t~~~~;~~riSOn~el~Ìi. !~:~~~is~ ~le~e::;~~,~pel~P~~~bUi.ch:1i coe1~:~ id~w:e~~bg~f c: i~~~~b coml;)it1.concreti per creare un nuovo modello: sono quegli speciaheti che dovrebbero im•entare e decidere. Il parere delle altre sezioni potrebbe talvolta ~ere utile: non sa. rebbe mai forzatamente decisivo. Allo stesso modo la di6tribu1.ione del lavoro, secondo la ;pecialità di produzione dei reparti e delle sezioni, dipen- l~;:::e d:wi~~:!~l/~e1f•~~!~d~:i d~11;icr!ia~~~i~ 11~a aa ; : are, delle attitudini della maestranza, ecc. Ma il comitato o consiglio di gestione. composto dai del,8'ati di tutte le sezioni, avrebbe anche lo scopo di colla1t::Z~e d:n:?~e 8~~z!fozi~~~ Se)~;~t:e di{ 1 v~~YO~OPa~ss:,dfit~ varie e:.peeialità, esporrebbe il parere di lavoratori E-Udei problemi talvolta principali, talvolte secondari e che possono sfuggire ai tecnici. t«nib~ J~!~cllie ~~~r;li riu~~:!:\~1~e (i~ ~~esr~:'. mcolumitù fisica, e.Mistenza sanitaria, ecc-). o·a1tra parte i delegati dovrebbero, nelle riunioni di. balle, esporre le ri8oluzioni prese, il percbè e il come della loro a.ppi\cl).zione. Ne deriverebbe una maggiore coopera- . -.dc :J<:! Alirca Lewu, Biblioteca .Gino Bianco 11 B

i.Ione fro I !&.\'Oratori manuell e I t~nlcl del diverti gradi. Rtnasumendo, per JA gronde ailenda noi proponiamo quindi: 1•) l,'(L"Mmblea del lo,·oralort per reparti e per spt• eia.liti\; 2-) Là oomina di un comitato dl seilone specialmente tncartca.to dl collaboro.re o.l compl:rnentodel lavoro. unlta. mente al tecnici d'ella seitone, I quoll dipendono do.I centro dell'org11nlz:r.adone generale; 3"J JI comitato fenerale di gestione, compoeto di de- l~Pm~rt~I:._ 8:!lo~p:rtl~ ph) omennoumerosi ucondo 11 eomlla10 dl gestione. come Il comitato di eeilone di base, non avrebbero per .scopo di de<:ldcro quali articoli 11 de,·ono produrre, eS&tndo qutsto di competenza del tecnici che Interpretano i blJognl e la ,·olontà del la,•oratori. Rtal non. farebbero che collaborare con I tecnici isteMl per l'or- ~:!!';t~~:~erl~~~n!1to~f.11'otnclnae per uno piO completa Il compito fondomentale del comltoll di gestione funiionanU oei plccolt e medi laborntor1, nelle piccole e medie offlctnc e nelle grondi o.tlonde espropriate 88rtbbe di ga• rantlre la. mnggior produzione nelle cond(ifonl più econo. miche. Serebbe quindi necessario, In primo luogo. che tutll ~-o~:~~r!ft'ia.!-~~~~ 4u~~~u~C()~o:e r o:e~t 1 n::~!a q~!~: rlt.ulta.to. Senia 9.ue.stospirito, stnUL questa coeclenia stDUL quc&ta ;esfa°toS:o~~~•· d~,•o :rn~n~~r:~!!! 1 - u ~~J ~~~~=IJ~ ~l~~~o n~~ ~!:.~~~'°ra~leE:a~•~J~og~n~ ~ /n~$i dovri.\ dapprima aurnversare un ))triodo di adattamento, ~~nzn:_~gl~oo~e~~e~~nl~I ,:a ':!~u:o11!:,o~n:hec!irt~ mlnutre lo &forzo f~lduale 1en10 pro,·«are ptrdila. Evitare Il deflc1t! Qu~la deve essere la. primo. preoccupazione. L'nzienda esproprhua, non do,•en<lo pi() pagare nè dividendi, nè tnttresel, .e. le cireostanie esterne non sono troppo avverte, deve essere più florido di prima. Se no a che. sen•e criticare la gestione capl1alt.,u,! Ora, anche ge la diminuzione dells. produilone non è ~1~~ro~,::ri~:1~e~~u~~f:o:re 01:i 1!,t:~i!, sr:à p~;:;=~~ tuale pertepita dlii padront o dagll azionisti sul ,·olume gt. 12

nerale delle vendite ~ non è elevata. Non è tanto per 1 benefici pereepiU lndebHamente che il capltalie,:no nuoce alla società, quanto lo particolare a causa della produzione inutile, del parMslliemo, del eallivo lm lego del materie.li, deJl'energla e del Javoro umano. C · · che se la parte al =~e~te. eJ e:~ eolamente produttiva, l'utillzz.a.zione degli elementi ora par"llMitari per &eopl utUI e una dls1rlbuzlone radonale dei prodotti. Que- ~~J;?11~e~~~~!:d:8 ef :~a\:. 0tr~"'d:~Ft"~!~:! ~! ~~:i~~f~~ ~~t:!~~b~l I!~:::;~ tf~e::~\a 11 ~~~i:r:!~ de11e altre; l'obbligo di diminuire la retribuzione del lave,.. ratori, con la conseguenta di fare falllre la nuova orgtv nlnar.ione. Il costo di produzione non de\'& aumentare. Fondo.ment.&1- ~~~t!a?~~:t:e~:e(!!,:;:,~:.":ie~~~~J, c::1~/!o te~~c~f {affltt.o, contributi, illwnlna.tlone, manu1enzonl, ecc.,. E' impoe,slbtle dare di questi diversi elementi una idea sre:1~ i~ a ~d~~3! 11 df:i~~~d~~t~if'J!rn;r:Jo ,ru~~ ganiuolione tecnica delle aziende. Nel costo del carbone, la mano d'opera incide per la ~tfH~\J!~n~11o: ~e:~1:~~~z~~~d:e~e~w iWl :rnt' n;; ;i:;b~~fz~!:u~a~eFm!,~8i i~~ri~ 0'::e'f:~1:a~f!,1~: 0~Y, 1~:~ J~:io~ 1 e P ~ ~~::f:O '~le t~~Jfora~~:!a~~a 1 1 ~ C:~~o g: afu7a -nods~~e<f~ 1ge~~m;~ ~:b::e:to eC:e'!Jt p~gla~o m~n':8:i:: vate a seconda dell'1mpor1anw lene manutenzioni. del- !'eners"ia utllinata, di un'infinità dl altri elementi. In tutti :01~~ rn~i 1 ~e;~~n!n~~:/!!fon~~} fr!;:Zz?l~in;::uz~i~l: Ma un comllato dl gestione deve EtlBeN! Investito delle responsabilità del 6UOcompito: esso deve collaborare all'or. f.~1:r::~t~?;~~ Q • f,1~:· f~~~:i~n~, t~6.in~r i~~~<!.t ~f~~~. 1;f~~1~t!lodje g<!;{;~:;o~Ve Pf:c:~:'~ier:f :~d~: t&ratori di stabilire la percentuale di ognuna deffe voci che 13

cottitultcono Il prtu<> d1 COMO e badare a che cruesla pu- =1~1~:".:!~~1:1:~o~~b~\~~~~~: f. Pc. 11:; Il\ ra,ione e di eliminarla. se. ad esempio, li rtndimen10 dimlnui:tce in cer1i tt- :1~1'c:t!! !:~~ :Z7,=.~ C:Je a~.~e~!~,~.~~l'f~~~rcs dfl!efl:&tl non bastaaaero, la queitlone Potrtbbe ee.eere JIOlla cene aaemblee generali di tutti I reparti dcll'ulenda( che ::.~~~lro:~br:f'~~n~::it• diciamo ogni 1re mts. per L& eorvegllanui &UIprttto di costo dovrebbe ugualmente dtrcllanl nel confronti dflfJII altri elementi che lo coetltuir.°n~1~:c::!oC:! ~~~::C e:~~f~l~r , :r!~ ~-~~,,!ftP~~ potnstro verillcanl. Anche l'acqult8to delle materie prime sarebbe uno del problemi più seri: te commleelonl di acquisto che potrebbero eoslitulre una parte dell'ammlnlstrulone, dovrebbero tenere lntorrn,uo n comitato di gttUone delJe quesUonl da rieolvere. O'altrn p•rte, I responaab1U del moguzlnl delle materie prime dovrebbero poter indicare 1tlon10 per giorno l'ammon1Rre delle riserve eslstentl. le:~i:1'!~ite1~~•t~, A~u~6~CI~~: :r::~ p:~~n~~~: ~~r da1f stt.$81del problema. SI rttro,•erà dappertutto, sia. pure In un'officina compo11a do. cinque lavomtorl, la necffSltA dì preoccupar&i degli elementi del preno di costo: Nltribu- ;':en~unt!~ ~~1~:;,~e~~j !f:/~1e:~:e:1~~~~t etled~f prodotti Gniti, delle condizioni nelle quali sJ trovano le macchine. 1·u1ensner1a. o loro rlnno,·o, ecc. Qualalui nq:llgenta in qutsto campo pro,·ochtn\ uri Inconvenienti. 14 B o

poi perchè si arrhrerebbe rapidamen1e allo negazioue steM& citi x~:he~p~~;,i i it!1:aa.~~~:Ìà capitalistay le aziende isolate ei trovano in condizioni d'infenorità comparativamente :,,%~e~1~. ce: ~~~fi~~U:~ !~ 01rc;1~t1 1YI,;i,ra;~~a ~nfo~ di piccole imprese che non avrefbero potuto resistere da sole alla concorrenu: di Ford o di Chevrolel. ,aw!:nre~~~ dJufo o:~e rii~ ui~~nct1~~' s~i~of~~:~a~el 1a1>0ratorio non pOMOno superare isolatamente, ma solo in comune. Non dimentichiamo che l'unione !a la foria. Potrebbe darSi ad esempio che alcune officine metallur81,cbemanca.e&ero di ferro, nickel, alluminio, bauxite, mentre altre ne f06Sero fomite in abbondanza. Se i lavoratori di ogtli azienda f088ero spinti da.I loro parti~oJ•~~tu-_ i;:ii~r::i~~~~~i h~aa!lf~isr~~ ~!e! ~: =endentemente dalle altre, questo egoismo si ritorcerebbe contro di loro e in breve tempo la battaglia sarebbe perduta. E' quindi nece968.rioche eln dal1'iniiio essi si sostengano n viceuda, dividano fra di loro le materie prime e si aiutino per trovarne delle altre. una azienda isofata può non solo eNerne priva, ma non se.pere dove tro\·amc. o/>pure non poasedere mezzi di trasporto per andare à prender e. L'utiJi1:. za&tone in comune delle materie prime e dei meni di tra- 81'.)0?u:ir:dà a11~\n~irot1:~\~e c~~ nz d r~zionaliztatione del lavoro fra le diveree aziende di una etessa in<lm~l.ria.implicano lo. oostitur.lone di comitati locali allo scopo di unificare o di armonizzare gli sforzi e le riso111e, oltre la costi• tusione di comitati allo $COpodi unire le azie11de di diverse industrie che potrebbero integrarsi, aiutaMl e difendersi. L'isolamento sarebbe pericoloso anche eer lo. vendita o lo :~~~~d~o pc~~~ia ;:nJe~eti~ll~~u 9 ~io~ 1 e. s~~ ~:reti'! lf aiiende- le une contro le nitre, creerebbe fra di esse le 91.esee ~va.lità peeuliarl del capitali,smo e altrettanto immorali. D'altra parte, se si dovesse B68icurare il rifornimento :~{ar!v~~ i~emct~1\~t:~ti:pf=~ ~ 0 e~ 11 ~~!!i dff:s 68 ~~b!e d!f1~ poesibilitt\ di fornire ai contadini una molteplf6ta di pro- (loUi che faciliterebbe gli ecambi. . . Ma gli scambi non avvengono solo nel raggio limitato d1 una città e dei suoi dintorni: e56i sono interprovinciali. Inoltre, non si scambiano soltanto dei prodotti industriali 15

1 cornltatl lnterodeode.ll h&ouo quindi un compito di col• legamento, di coordinamento, di aiuto reciproco che non ~':c~?r que:e'foe~;:nz:o~ ~~Po~:ru~to~,an~~ cl1e Il cooroinamcnto si realiul in tutte le auMtà. Suppo• nle.mo che ln una città con cento offlctne metallurglche, una !~1b;taa:1~~ro•Pfl=r,:«la df;:I~~~:: d':;~':n:a~ 1 lav::Ì Invierebbe uno o ph) delegali ucondo li numero dei ~&voratori rapp~nteH o l blaognl dell'atllvltà da svol~ Cotl ~I cotlltulrebbero una comml&&lone di coordinamento per la produdooe, una per Il rirornlmento delle mater1t prime, u.na per l'acquisto e l• distribuzione del \'lveri nt:1 inagllnlol d'oalend& appo&ltamente crtatl, una per la rlpar. ~! 1~~91d~~\,ro::::!~i : ~lfl 1 ;t:•~-:mr:::ru:~ wfa"°:~; la propagando. e la difesa armata ee quoeto ~ rna neeeMar1a dAI ritorni otteo,ivi del capitalismo e della reazione. oppgg:::b::e 1r=odc:n~i•;:l~i~~~ 1 :n:e :r:le ~~~~et~ ~~~o~; ::~~u':ii: s1~~s~r~~1.aesl~:tb!~ ir~ u~ r. ubblltart un t;lomale, organluo.re riunioni e comlr:l per nello.re gli indeelsi a eeguTff l'eatmplo dato dalle 31:ieod,- toel:illualt. 16 o

Il. L'espropriazione sindacale Fino ad ora abbiamo t'e~o, tenuto conto della com- =J!n~::~l~,:~,~:fn8~ie!n~~:n~t~ri>~~b abbracciare l'Jnt.era •lte. economica., Tuttavia questa non è l'IPotesl deelderablle, per le nu17 oB o

· "'"r"r/onp lo~""' n: .5/n,l,.,.,.t,· o'"/ndv,t,,i, StrelfliN'8 d',I s,;,au-~to #i'nd'~st,.,;, Bb no e

19

non abbia ad essere un organo centrale che comanda a dis~~~a c6n~~~~e~~jdà~ 0 J~tiiJ:;::~tgo~i&sioni di laboratorio, dl rabbrlca, d'officina e comitato d'azienda. confo~a i;:ie::: l~O~~eb~ ~a iti~ ~~r =~~tJ:fro~U~ comitati locali e :industria.li, i quali, riunendola ad altre in una federazione, ne sincronizzerebbero glt sforzi. zlon! 1 g~:::~:t~ellh: t~~~A~':i~ ,n~~:t~ afe~eL~;~::~:az1~r;~ è conseguentemente più complessa. Vj sono dei mest.leM isola.ti. Vi sono delle industrie costituite. I lavoratori delle cave esercitano un mestiere, i marmisti ne esercitano un altro. Questi mestieri sono isolati come 1 lavoratori che li esercita.no. E nei piccoli paesi abbiamo pure altri mestieri: i falegnami, i muratori, i flartl, ecc. Nello stese.o modo in cui si concepiecono, in certi cas.i, ~:~lo~fdeaC:e~le d~~1t 1:ÌfÌà ~n~°!~c~a.l~o~P~!ff:d:;!~ cf.iri~~~ stria. Allorchè si fabbrica., si costruisce, si lavora eu ,,asta ecala, con mezzi te<:nicimoderni che ingenerano la separa,. z1one del lavoro in numerose specialità convergenti, si ha l'industria moderna. Un lavoratore che inchioda a macchina. del tacchi per ~l!~f:11: ct~1r:~~i~~r~lio~c:,t3; :C 5 !~~tasuu~~~~i~~~rcfi: un mestiere. Ma. il lavoro gel primo fa. parte di un'industrja, mentre quello del secondo è l'esercizio di un mestiere. Dobbiamo ({Uindi considerare il 6Jndaca.to di mestiere. La sua costltuz1one e la. sua sopravvivenza vengono messe in rilievo soprattutto nei piccoli centri urbe.nl, supponiamo da SOa 50 mila abitanti. Dove i sarti fanno ancora gli abiti :1~:0U 1~;:J~\. 1~~ff~a.~1~~~r; ~t~àzoccbi 1~~1 ·;o~~~~~~\~ ~~;~~ 1 ita~'t!, ~!t:!1e!:;t~tr~~~~l ~:~1e¾g~~~i~~i~: 1 ~n~!: dustria locale. La. socializzazione dovrebbe in tal caso riunire tutti i lavoratori dello ete&so mestiere in una sola or~anizzazione. E-grazie alla loro associazione, questi lavoraton dovrebbero continuare ad intetl8iflcare il loro lavoro. Ma. il sindacato stesso si complica e oltrepa.6S& il campo del solo mestiere non :ftf!~i ~~!l1~~Lmettere un po' d'ordine e di metodo nelle Nella. piccola. città in cui un muratore fa quasi l'intero lavoro di coetru.lione - a differenza di quanto avviene nella Zl

~~•dgl1e ~a q~:st 0 :u~!~~:v~~ è0l:&~~fa 1 if:}~e~ ~~: finitre una case.. Occorrerà pure il terrazziere, l'Idraulico, n vetraio, il fa.legname,l'imbianchino, il carpentiere. E' duo. que logico che, poichè essi concorrono al compimento di un ::~~izcz~fo~~. ?ri~~ !t~or:;!~~c!:O.riuniecano in una sola. Noi avremo cosl il sindacato edile. Questo sindacato, malgrado la sua scarsa. importanza. in confronto a quello ~~~eaf:~n?~d~!~a~t;~~~~è ~:;~~~:i~~~ttoi ~:tfe~fec~ "tergenti. Sarebbe logico che esso conserva.!!6ele categorie :ln~~~~~r1nJ~t~~,! ~:~~b~ ~f~1~ 0:~e!~~r~i~:~s~res1!! dacati di mestiere, riuniti in una stessa organizzazione ed tn un medesimo luogo, al fine di meglio coordinare tra loro gH sforzi dei loro aderenti. Ogni collettività umana, ogni federazione, ha bieogno di :OJ~~~:e Jed 1 at~f~f~a~ rinn~ne~~ l: 1ricC:~ 1 p1ftf~di~pe: ISbili alla. vita. collettiva. Che cif si chiami commissione amministrativa o comitato sindacale, poco importa. Non discu. Uamo sulle parole e cbiamirunolo comitato sindacale. Sarebbe logico che questo comitato del sindacato industriale fo88e =~r.st~~a p~~ :1rei~~i:u1Yii: ~t~i ~~st:ecii.~~~fier e t 1i :!,tr~w:ii: 1 ~tom~I1I 6!oo~fri~1~1:)~1~~i d1 1 t~ftl~no, ma Tutti i f avoratori ,edili riuntu stabilirebbero quindi la :f~~~~1:i r:~~orosf~~(a:&~~a:~~1:r 0 urn~~~~l°m~~:n~:t ~fg~~~~zz~~p~;:i~:~fo l'!f P~\~~~fe1tia~n Jr8:1o~t~zyg~~: ~~ht~t~ffi~~~~~roall~t;~f i~=r~t~~;c!ttccoli padroot, gli Va. da Elè che non vi earebbero più inte~i corporativi :.~~'fè. ~~!er1~w,s:~~fe~a1ìi~:!. 0d~u~ 0 ~~J1i~~~~· :: miche che sin dal medio evo il sistema corporativo ha impedito di realizzare. La solidarietà morale, per essere effettiva, ha. bisogno di non essere avvereata dalle condizioni materiali, chà la. eepara.zione materiale degli uomini genera inevitabilmente quella morale. Dunque, le assemblee dei membri del sindacato edile &'n'ebberoEOprattutto per scopo ragioni di lavoro, di pro21

duzione, di miglioramento tecnico. Se ne possono concepire dì due tipi: assemblee dl categorie (muratori, vetrai, ifn. blnnchinli fabbri, eccJ e assembree generali di tutte le categorie del 'industria e ile. voQro~e~~co~ 1 J~~eiv~rs':,~f le~s~~ 0Fooat\l 1~?i~~ 8 in 1 !r~ai d~~~:!u~t!~~u,~, fu~ft'~fht~t1f 18 rlv 0:::ri;11 ~1ri~~mliodro Le assemblee di sezione avrebbero per scopo dl coordi• b~~e1 !!~\~i!! ~fi t!:r~i~~to{~ndi1;g;:e:~;~ede of ~! ! e~Ì comitato locale edile, in modo da mantenere il conta~to cop l'organizzazione d'Insieme e decidere poi dei euoi bisogni Non &i tra~terebbe quindi - contrariamente a ciò che ae: cade con l'isolamento corporativo - di prendere delle riser ~~i:;h1~~~ 0 ; ~fu 0 ri:~ ~r,~~:::-ti,~~- :e~:/ap,:6::e d~o?~t~ aver luogo tutti i mesi - oppure ogni due o tre mesi a eec()ndo. del desiderio della moggloranza, si troverebbe il Com:tato sindacale già ricoroato. gene~~f: 1~in~ 0 ~ t~~o c~~t~1e~ia:Sf~~v~~ili:i 1 1df ~ :mc fe~~1i ~f pci;~•i ~i~~~r~!~o ct~ 0 ';{~~::tf~:i~ii:u~:~fe daa;s~ b!ee di ogni categoria, nelle quah si potrebbe scegliere con mag.y.~oc~h~~~~:e 6 a~~u~!~~issione sindacale dirigere il lavoro, in accordo per quel che riguarda la cottru:ione, col municipio o con una rapprtstntania del comune. Ma questo earà argomento di una successiva trattazione. L'orgaui:uaz:one delle altre attività sarebbe press'a poco identico. Ove esistesse una seeeantina dt calzolai i601atl, si do• vrebbe dapprima costituire il sir,.dacato, o che il sindacato !1:~~~n\~Y!~i~g~~:o~d p:~:~trlÒ~~:~: p~~:;:t'te~:~h~ :e~ 1~~~!t~ ~~iuft:rl~i ~ ~c~t~~ 0!l~te~Sl~ar!e p~tIT1~à ~fn:~= curare t mezzi per procurarsene altre moderne, ciò che non potrebbero fare nè i piccoli padroni, nè gli artigiani. D'altr~ ~~~~~è 1 :.n~~ti~~~ ~u~ I ~ r!~d 1 iri;;~~~o ì':le~~~hbeb~ofi'~U~~::e.'1~ i laboratori isolnti non sarebbero ugualmente in grado di im. piegarle razionalmente. labo!'!~o~t ~~~!~al~ei~:s~~~~ti~io~~l i~~~~ 6 nt~!are cic;~! 22

11acato ne creerebbe alcuni vasti nel quali si utiliz.zaesero jn pieno tutti t mezzi tecnici già esteteoti e le nuove macchine clJe i811f:~:J!~:;~'~f~~~\i guadagnerebbero lavorando per un minor tempo ed a condizioni migliori. E ci guadagnerebbero pure per la gioia che sarebbe loro data dalla prauca della SOiidarietà nello sforzo comune. Come dovrebbe eS6ere diretto il lavoro? pun1;~~~~è gn c~:ie{\:t ~t!t~it?n1~i ni~a afet~=b~:~ 8f~ eommissione amministrativa:· e le aAsembleegenerali deciderebbero quali epecializzazioni converrebbero meglio ad ogni 1&borator10, a seconda delle macchine di cui esso dispones!;e ed il genere di mano d'opera che vi fOS6eriunito. Ad esemg!o, nel laboratorio n. 1 si potrebbero fabbricare lt calzaIn~uf1~~ :. 03°1:: c~~za1~~~°<ia 0 ~o~~e e,cr!i~~.r~ef,~~::rc,zrzi~ 11. -4 i sandali, le ciabatte, i peduli, ecc. li sindacato avrebbe pure 1 suoi magazzini dove sarebbero r:i:~~;~~p~. 1~:~~~~ 1i1 ,: a~:t~~i:ioEr:e ~iu~~t~be~~g~~: ~ft~~f t ~~\~ia c~~~!~~r~~1°1o~~mft~:si~lhìd6tli!:!~be d~:~ ~~t sare la popolazione secondo i suoi ctrettivl bisogni e non IICOS? 0p/occede~~ctdie~~1r:~t~~~ri~odo per i earti, le sarte e i lavoranti in biancheria. Per potere far sparire il par. ~~!r;tta~fi~is~~tl~ei~~i !1:tdi;~~ile~ode~l:1 i~~~:seJ,i!t:re!~: di tUlti primeggiasse su quello individuale. Anche i mezzi di lavoro essendo meglio utilizzati e la tecnica più perfezionata, lo sforzo produttivo sarebbe minore e di conse.. guenza maggiore il tempo libero a disposizione di ciascuno. atle~f~ ~::i~\~~s~~~• i1 c~~ ~fc~~ie p::i~: 1t~:~~~e d:titr;::; non solo la dispersione degli eforzi, ma anche degli uomini. L'unione che colle~a i lavoratori di categorie convergenti tn un sindacato d'indwstria dovrebbe anche realizzarsi nei rapporti quotidiani delle industrie. Le Camere del lavoro o le federazioni locali organizzate già da vario tempo dai sindacati, avranno questo nuovo compito. Ma. eS6e non dovranno più essere soltanto un luo$o in cui i differenti sjn. dacati hanno la loro sede e si riun;scono Indipendentemente, ~,ri~r~~~:~rJ~ c~nro.leE:~~v~ov:~fv~fà 8 ~ 1 :{Sj!~~~~~~o ec~~Ì 11.ndacati. 23 Pb ,moBél:

la !:,frla~U~:f~ 0lii~f:0~~~~~t~rT 1n:e~c8J!v~ 1r: delle diverse industrie, aeeicurando ad ogni famiglia, ad ogni donna, ad ogni ragazzo una uguaJe posslbtlità di esi- :ternZ:èir!'l~':te::,tt,l'e8;ii~~u~: ~:;~are di giustizia sociale Poi questa unione lnterin!ustriale fatta a mezzo dei delegati dt ogni sindacato d'induirrta che coottt.uiranno il comitato sindacale locale, avrà per compito di coordinare le attività e i rapporti delle <tiverse industrie. L'armonia spirituale e la materiale coonfìnazione saranno rinforzate nelle i;trandi assemblee dei produttori, Je quali costituiranno allo stesso tempo una presa dl contatto fra le divers:oSrofeMioni, tra gh operai manuali e tecnici, 1a ~:i~!Jmtà 0 ~Tia 8dl~izii~a:~~:~c ; \e q:~:~1là~s Ma nell'unione locale come nei sindacati d'indùst.ria, e in questi come nei sindacati di mestiere e nelle sezioni, è eempro l'assemblea generale che regna sovrana. B' questa assemblea che deve nominare il comitato eindacale o intersindacale; è a questa che il comitato renderà conto della sua gestione, delle sue attività, delle iniziative prese e dei riBulfati ottenuti. ciò !~e r::::n:f:t ~:~al~hech~fn~ler!e ~I d::i~ra%ve~: agito secondo le istruzioni ricevute precedentemente. E' ancora questa. che darà le nuove istruzioni per i compiti futuri. Senza questa vera democrazia del lavoro, noi cadremmo nella dittatura dei comitati. Ma, d'altra parte, senza una certa libertà e un certo diritto di direzfone dei comitati ~f~zri~~gd:1 Pav~ 0 ~ ac 0 s~~~a tCJ~icgis~r~~~ae~N~ ~ei?~ risorse dieponibiU, non vi earà che disordine e sperpero. Tuttavia, l'industria non ha un compito di primo piano nelle piccole città. La vera grande industria si concentra in quelle regioni che offrono i due elementi basilari ne- :ss;:i G~~~~ri~ ~~~e~n8:. :re~.u~l iro4\ d~~Ùe l~~~~~= alimentari, 11 70% della carta, il 65% dei prodotti metallurgici e yi si trova il 65% delle industrie chimiche, ele~ trochimiche e della fabbricazione del cemento. Su 150.000 telai meccanici per la fabbricazione dl teasuti di cotone, 100.000 Bi trovano in I,ombardia. 30.000 in Piemonte e 7000 nel Veneto. Ciò è dovuto in gran parte all'immediato uti24

~:r::~re~~ei!~!u!t[~~h~o~if:o!~~e te\P~o : 3 ,f~\j~!~e Vi è dunque una fon:ata concentrazione induMriale, masse dl lavoratori industriali che non producono solo per l bisogni JocaJi ma per tutta la nazione e anche per l'espor- ';~~:3ee. e;~~~a~:d~~i~nee /i tX•:1\eram~= ~~/a;i!ri~oride11! piccole città. dell'Italia meridionale, . Nel primo ca~itolo abbiamo suppoeto delle realizzazioni parziali di fabbriche sia federate che isolate, di aziende =~i:u:~ ~g:sis:~e d!l 1:o~1fa1l:zai~~u~~J;~!tr~en~~: duetria per mezzo dei sindacati. Come per le piccole città ed anche più, noi siamo obbJIJati a considerare la C06tituzione del sindacato d'industria, vale a dire la riunione nell'istituzione che.ha in mano l'ordinamento del lavoro dei divel'6i mestieri che concor-- rono alla realizzazione di una stessa opera. Ciò che noi abbiamo riconosciuto per l'officina, dove fonditori, piallatori, trivellatori, montatori, aggiustatori, ecc. f:1 ~~~~n!,PS~!~~~~et~a:fi~~o~~:Ce~f ~e~i1!si~e ~~\\~ officine. Se occorre unificare o coordinare le attività di tutti quei lavoratori sulla base dell'offtcina, della fabbrica. :1:: 0t'~ 01tfi f 1~:d~::tJi :i ct~~:i~:r~~~~e s~n1:cr~b~rcteri~i una stessa industria. J sindacati d'industria esi6tono già in certi paesi, come J:~n:vi~:leni~n=~e~:.:~lo e~:~&~a~~ll~~on~:~~n::1~ .. uupparsi inceseantemente. ceAi vedono in éssi un pericolo di centralizzazione autoritaria o di riformismo. Jn realtà, l•~~~fcc:~l F~~ 0e~~i~ i:a~~;s~~~ri:~e oU;J~~f t~tf!e'.f~ :::mtt1az~~r1~ i~~ ai~eld~e6rri~~:°Con~~~ :~ 10 c~t J!~i~r:n~:.a geran:hia immorale di salari e di ~onAl contrario, la Confederazione Nazionale del Lavoro T&e~:~~ '~· ·rJul 1 tf~~~fg;r:c1~r~1:i~~o 1 ~ c~~!~ 15 !fe~ libertari, era C06tituita sulla base lei sindacati d'industria. La etessa cosa si verifica per la Confederazione Mondiale dei Lavoratori dell'Industria, organizzazioné· sindacalista :e 01 ~~t~t:eri:ubi~;1d!m~z~~:e1 el~irt!\isn?ci 1 e le~~~:~~~ 25

mentre le organizzazioni rivali erano rispettate e pereino a.lutate. Infatti, un sindacato industriale non è altro che una federazione di mesHeri. Come abbiamo visto a proposito dell'organizzazione nelle piccole città, eseo ei compone dei lavoratori di diverse sezioni dell'industria, riuniti in uno 8tesso organiemo per coordinare i loro sforzi, Se questa riunione dovesse fo.talmente avere per conseguenza una centralizzaz:one dittatoriale, bisognerebbe concludere che ogni orgnniz7.9.zJone porta a quCEoforieullato e che non vi è una possibile soluzione al problema del lavoro, percbè la vita moderna esige la coesione costante degli sforzi de$1i uomini. funz~~~fpg~a~~ffitie~~= ~ ~}~ìt:ri~~i~::ì~~:'ee 1: 1\e t:iiz zaiione. Il carattere di federazione di mestieri del sindacato d'industria è g.à un elemento di garanzia. L'eeietenza dei comitati d'azienda ne è un'altra. menTicrnd~ 0 6Tl~a1!ict~ 6 t ~~~~erna\~~~ ~ett~trr:~~~~! i:el~~rg;na• a) I comitati d'azienda riuniscono tutti i mestieri in r~~r::~ 0 en~~! r~~~~eto~td~:C:ri~~l:Co~: 10 c~ 1 nt?ri~fa g:a~~ ttliaia di lavoratori; b) Le eezioni sindacali dl mestieri riuniscono tutti i lavoratori di una 1.ocalità es~rcenti un4:>stee;;o mestiere; e) I sindacati d'induetrla costitu:tl dalla riunione dei mestieri che concorrono ad uno stesso lavoro. Nella sezione del laboratorio come nel laboratorio sle66o, nella sezione dell'officina come nell'officina stessa e nel sin• dacato, su eer tutta la scala, 1·assemble11 dei lavoratori dà Jr, :struz:oni generali che dovranno poi applicare i differenti comitati che, ripetiamolo, avranno un compito tecnico, amministrativo e di coordinamento. Perchè è preferibile che la produzione Industriale eia nelle mani del eindacato, vale a dire dell'organizzazione complessiva dei lavoratori? Semplicemente perchè, a meno <.:he non si voglia ricadere nel disordine e nelle contrad• dizioni del capitalismo, bisogna produrre a secondn jei bisogni <lella società umana e eh~ a questo insieme <!i bi· ~~••~o~~r:ra~ft~~1:r:ie~t~alaor1~~~~~~~~~e,dg:1re s?~~f1~ml~ mancanza di metodo genererebbero qua e là eccessi o insutnctenia di produzione, qualità diversa da quelle richieste, mancanza di sol.darietà di tutti l lavoratori e, ancora una 26 B

=~\~~ 1~'~Igrz~mg~~f~o!e~:e~f!i ~~~~~~ i~es~~~a~igltdsaal;~t •i.rStne per ottenerne il maggior utile poseibile. Il comitato sindacale di un'industria dovrà dunque, in ~r~e~u~:~·pi~~:r 1~ i:ul°;.~~n:1 tutn gu e1ement1necesAd eeempio, gli occorreranno i seguenti dati: - Conoscere l'e6atto numero del lnborntori, delle officine:, delle fabbriche, vale a dii:e di tutte le unità di prodw:1one; - Conoscere ti numero dei lavoratori a seconda delle ~~ee~ec~~li:.!es\?:r~st~si:!!~fe1Jl t~~~P:~os~~l~~tt~ez~o;i~à te~i produzione); - Conoscere la capacità di produtlone dl ogni unità; • e~o~3! 0~~~r: ~~a 8 )o~i:1\~:az?Jnt,rcwu;~~nem~~cgFn~ri~~i~~ ,ua nttretzalura; - Con06cere le materie prime esistenti nel comple6so dell'industria. - Conoscere i bisogni della· produtione, non soltanto secondo la. normale domanda, ma secondo i bisogni nati dalla nuova situazione. oll'o~;aK:z 8 a~in/~e~u1e:~~r~~eres~tti iic:~~aJ:.~ 0 ~i'e~C::~~ &~ 1 ~ eg;:~~ 0 r~:h~!~~~io~ei d 1 :tt::~iil, ~eWa'~~~r~h:efl~i)c~t sature, dei mobill, ecc. Decideranno pure - e quest'arJ?Omcnto dovrà anche essere esaminato nelle assemblee sindacali - in quali casi converrà chiudere tale o tale laboratorio, tale o tale officina, allo scopo di economizzare energia umana e meccanica, materie prime e macchine. Molte uiende capitaliste non lavorano infatti a pieno rendimento e si verifica che il pii) delle volte su quattro almeno due potrebbero eseere chl.UJie. Un'organizzazione più razionale -pennetterebbe di ridurre n numero dei lavoratori, facendo nposare i più anziani o diminuendo la lunghezza. della giornata lavorativa. Ma non si tratta soltanto della distribuzione del perlOnale e dell'utilizzazione pii) ade~unta delle installanonl ftà p~~id~:~~~e;•:l:i8~~:sr:~~:nfiP~~n:a~~~fn!u~~ 0 ~n~~fg;i~! all'altra allo scopo di meglio organizzare, di completar'l e di ml~liorare la produzione. Il sindacato dovrà pure disporre di grossi quantitativi 'I:/

di materie prime, allo scopo di distribuirle a seconda dei bieo5~~sf!ù dfr~:!1d~i~li~azig~dclzi~dicano quella che sarà la struttura del suo comitato federa.le. Questi non dovrà essere composto soltanto da rappresentanti dei diversi mestieri, vale a dire delle dlven3e sezioni tecniche, ma anche da sezioni per le diverse attività. Anzitutto quelle relative ai diversi rami della produzione. Ogni industria ne com- ~~~~!~ic':i~ v~~ ~m~~r:;!~ct'::.Onci 6deW~•mS:cc~fn~e fl:fa~ 6 i 8~~:U:3:1n~st~~e!t:~ocage::i1: 6 rl~•e:~: polatlone di macchine da cucire, da ecrivere, da calcolare, ecc. ecc. Tutto ciò non si fabbrica in un'unica località e ci vorranno altrettante sezioni di direzione tecnica generale, per ~iijf~':i}a. produzione di tutte le officine ed i laboratori 6))6Queste sezioni o commissioni tecniche verranno lormate da tecnici qualificati, scelti dal sindacato e dalla sezione dei tecnici, e di delegati opera.i designati dal loro compagni ~:o1ruzfi!a.:fa. loro competenza come per la loro coscienza. Dovranno essere aiutate nel loro compito da un insieme di sezioni ausiliarie e complementari, di cui le più importanti sa.ranno: Sezione del pel'60nale, per le statistiche e la distribuzione della mano d'opera; Sezione delle materie prime, per l'acq~isto, il magazzf. [laggio e la distribuzione delle materie prime; . qua!:i~~ 8 ei d:!~ g~~o~:~ ~e~e~ab~!"!eJ:r:1'~~::àdi!ti=i~ buzione del lavoro nelle divel'8e unHÌ di produzione; Sezione utensili, per il controllo, l'acquisto e la manutenzione delle macchine e degli utensili; Sezione amministrativa, per li calcolo del rendimento di ~g~p~ 0:!à z-?:ofu~~~iod~~~f~~~fn~ 81 f~~riga d! f:!,~J~o~ per proporre i rimedi indicati contro il deficit che potrebbe prodursi; Sezione Ucnica, composta da tecnici, inca.ricali di &tu• diare tutto ciò che concerne da una pa.rte l'organizzazione del lavoro, dall'altra t problemi della produzione, il miglioramento del prodotti, la. scoperta di nuove qualità, di nuovi processi di la.voro, ecc. In questa organizzazione i tecnici costituiscono dunque 28

una eezione-, come i lavoratori del differenti mestieri costitui• acono le loro. Come gli altri lavoratori, essi apportano il loro sforzo alla c06truzlone comune: non comandano, cons1$liano 110llanto, a. meno che i lavoratori preferiscano rimette.n1 inte• ram.ente a loro da. un'il8Semblea nll'altra, salvo poi a formulare delle critiche al momento propizio. i la~~r~~~·m4:ne!~lic~e r~~rQc;~; ~!:r 0$U!iè ~!1:~~~~:~t mente i meglio qualificati per oneniare la produzione e le attività. generali da.I riunto di vl6ta tecnico. Essi non lo sono rnmJ:ir;.8nf:rni:r:e~p~en:n~e1:rvol~~~~~:i~anizzaz!one eociale. Alla testa del sindacati occorrono dei rivoluzionari mili· tanti aventi il senso delle nuove creazioni. Ma al loro fianco occorrono anche de~li uomini che "f piano orr.anizzare la fi:'eu~~~ll· t!:"n~ :iJ!;if a~!tzìone sar sempre a collabora.- I lavoratQ,ri rivoluzionari suggeriranno le Iniziative da prendere, I tecnici aiuteranno a realizzarle. Questi apporte- !:~inE~r~~:~e n~W:ir:~e S:!n~1~!v~r:!~~z:ta~':i~i c!tfo% compagni più Mtruiti se l'accordo sarà stato raggiunto. Ili. Le Federazioni d'industria Ecci\~~c:~;1fu!~::~~ri~ cte p~~nu!\ 1id!~ri. ~ r~iii~~: ticare. Ora, in un singolo paese viene consumata o utilizzata una data media di generi alimentari, di vestiti, di libri, di uicoli, di ftlms, ecc. Lo ecopo della produzione è dunque quello di assicurare ai consumatori e agli utenti i prodotti o i servizi di cui hanno bieogno. Per conseguenza ei deve produrre in modo che l'insieme della produzione sia in stretta relazione con la totalità. del consumo. Per adattare la produzione alle eslgenze del consumo, blao~a che essa sia organizzata su di un piano generale, tpec1almente quando una data produzione deve eeeere espor. tata. Senza di che, si produrrebbe nuovamente ciò che esiste nella. società capitali.sta: una cacofonia altamente anti• economica. 29

St,u/tvrd ....,.1... r,oe,,t<u10i'Ji> /,;dvJ1,J;.1,. NMtOi'Jttl, (b,,,./J',.to Ncui"",./p o'' /17Q'v.sl,-,d , , , , , , ' ' ' ' . ' ' . ' . '' . ' ' ' ' . ' ' ' ' ' ' , I I I \ \ /:'/: i~\\\ I • ' I I • ' I • \ o□ o□□□□òòò n p

S'impone quindi l'organitzaziòne delle federazioni d'induetria. Cos'è una federa:tione d'indU6tria? E' l'unione, in uno •teti~ territorio, di tutti i sindacati, di tutte le orgnnizzaztonl costituite in vista di una stessa produzione Industriale. Qual'è il suo scopo? Coordinare in tutto il territorio le attività dei la-Yoratori delle fa.bbriche e delle officine che lavorano nello steseo ramo, per ottenere una migliore utiliz- ~f~;d~:e~~e ;~r:~~e :rrc::~e, ar Ai:e f~~~~1:~ic:ss?c~~r 81~ todd1efazione dei bisogni di tutti i consumatori e le condizioni più favorevoli di lavoro per tutti i produttori. Se, ad esempio, si devono produrre in un anno dieci mili~nl di ~etri di stoffa di diverse qualità, è opportuno distnbulre 11lavoro nel differenti centri tessili in modo che l'attrezzatura e la mano d'opera di questi centri e le relative ~~:ic~!r s::nrita~~1;:z~~;e~l ~o~!bt~cb:zJ~n~~~ ~t:'~s: devono fermare.i perehè prive di cotone o di lana, mentre i magazzini delle fabbl1che di un'altra regione ne e.ono pieni. Una ,federazione d'industria deve quindi costituirsi a mezzo di un congresso di tuUi i sindacati d'industria del territorio. Questo nominerà un comitato federale che avrà degli scopi essenzialment.& tecnici e sarà quindi comp06to di sezioni tecniche. e leQ~iis1fi:;~~:~~~~r~~~~ ~\~f! 1~re~:~~ft~:~n~~f~~~ eese non avranno nulla in comune con le odierne leghe dl :es~:r:· n~f:~1~ 1~::l:h:~? :~ft~~: f~~ ~f;:n:ai~le:! 1 t~1i~ pendentemente nell'industria. ·Queste sezioni di specialità corrisponderanno ai grandi rami della. produzione. Prendiamo ad esempio la Federazione nazionale dell'alimentazione: esa11 dovrà riunire l'insieme degli elementi di lavoro allo scopo di meglio r~ndere ai bisogni della popolazione e di nrmo- :!:i(dT ,~8~b r~':~10~~:~r1:rnse~azrr:::~ ~~~ici più perfezioPose.iamo prevedere: La sezione macelleria e salumi, comprendente i mattatoi, le insta11azloni frigorifere, le officine di trasformazione della carne di maiale, i magazzini di stagionatura, ecc. t: ::i~~= ~~et~e:i~· i~~~~c:ri3i1· o~~~~r~. p:i~~;~~~eè dl&trlbulre, nel m~o migliore e col minimo possibile di epese • di trasporti, 11caffè, il thè, le epezte, il pepe, ecc. 31

dotttac;:~ 0 :e~ ~~~!c'~:6~;. Re~~~t p6~~ d~:J~r~ 1 Ciredirla~ anche una organizzazione municipale complementare. Sarebbe pure nece&Saria la sezione legumi e frutta. secca. Verranno anche create delle sezioni per l'olio, il vino, ~~~:!iadle b~~n:e p~~v~~ifo~~~~haec~i; ~~~zr~~: consumo. Il compito principale delle eotto&ezioni industriali sarebbe quello di assicurare questa produzione, epeeialmente nel ca.so 1n cui i prodotti dovessero essere distribuiti tn zone diverse da quella di produzione. Parlo soprattutto della produzione lerchè, per quanto f!8US:~ftol 1 l ~otriu:~a!i::te~~~o 1}':t;~a~r:Ìi. come &i vedrà Queste sottosezioni industriali avrebbero, oltre alla loro !11 :~~t.à c~:n~a aft ~!~tem!i~~~iza°t:,;:;~f~:::1iri~a~Z~ eul posto le attività della federazione d'industria, suddividendo le diverse produzioni in altrettante attività ad un tempo collegate e autonome, libere e concerta.te. Ognuna di queste sottosezioni industriali dovrebbe avere delle sezioni complementari d'informazione etatistica organizzativa. 1.,eprincipali sarebbero: A) Suione dd rsonale. - Alla sezione del per11onale · I sindacati locali mancanti trasferimento di compagni o con i compagni etesei. questa. stei;.s.a,rezione, i sindacati comunicherebbero i dati relativi alla mano d'opera esuberante in seguito ai migliora• menti tecnici da essi apportati, alla mancanza di materie prime, ecc. D) Se:ione delle materie prime. - I sindacati lnvieri:~!1'::e adi~e:18az::~~n: :;av~:~?~~ht!~e\~i~:m~e d~f 0ro"~ fuluri bisogni. f:: sezione federale, possedendo per l'acquisto e il trasporto metti ph.'l potenti di quelli dei sindacati locali, si incaricherebbe di acquistare e distribuire le materie·prtme nel minor tempo poselbile. Naturalmente, questo non significa che la sezione tessile di Bari domanderebbe alla sede della federazione con sede in Milano di acquistare per essa la lana. nel caso che potesse farlo nella regione stesea. Ma sarebbe utile che essa la preavvisaS66 in modo che la federazione nazionale sapea&e di non poter contare sulle materie prime di queeta regione. 32 o

del1:i 1ed8:~J:netu:::bifS:to1e c~~elazo':: 1 ~:~tsi~e l'~~tà delle fomtture ch'essa può nonnalmente procurarsi, l'entità. del bisogni che essa deve &0ddisfare. E&eaprocederebbe agli · acqulet.i all'e8tero1 accordandosi con le sezioni di produzione ~c;~:~~~re 8 ~!~~~~!e 8~~~· r!!~o se:er c1!~J!:~:~~~ nazionale. C) Sfl:ione uten.rileria. e attre.uature. _ Incaricata del ceD6lmcntonazionale del macchinarlo della sua. distribuzione secondo la richiesta. delle ordinazioni alle federazioni che ne fabbricano. Inoltre questo servizio centrale della federa- ~!~fee~f{:bi~~i!~~10~ec':!f~~o ;~~~aa~ fneius!~~c:~ i~ territorio o all'eetero, sulla cost.ruzione di nuovi tipi di macchine, ecc. D) Sezione ricerche. - Dovrebbe scoprire delle nuove :r1~~tzfo~~r~ 0 z1!°8dtf~~~ti:u? 1 rft~~a1? 8 àel1! 0 : 1 hfmii:.6~c~ Eesa jf str~~~~b:er1 f :::~ni;::~~~!t 1 e~l:p/erttuto;~d; zlone dei sindacati locali e dei raggruppamenti regionali. Non abbiamo la pretesa di enumerare tutte le sezioni e tutte le attività prevedibili, ma il noetro intento ~ solo di ~::z~re: 1f~:iic0~ f!d~~~~~~gy:iòo'lha:t~~:~or~:à ~;:::;, e modiftcare. ~ueste federazioni d'industrie e i loro giornali specia. ~::~ ~?s~w!r1~br~~:n~~~~ruitfr!!n1:a~~n=~~tt~~e 1 ~!:~ dl produzione di una stessa industria.. Cosi si manterrà un ~r:n1:tre1l~d~s~~~~~=. n~~ ~~h: 8 ;e~b 8 è ~i~i~ 0:!i 0~f!r~~~~i si comunichino i loro problemi, le soluzioni pr<>poete, le ricerche e le scoperte tecniche, come pure le loro critiche alle risoluzioni prese nelle assemblee nazionali. A costo di ripeterci, poesiamo ora stabilire lo ecbema. completo dell'o'lanu:za.zione industriale proletaria. Ee6a earebbe coS t ~\u~':m1~~eX~f:~r~i~n~~~i fabbrica, nominato dai la,- ~?~~~ia,d1~faJ:~e~dJén!e~:aR~~C:1~ef81~~~~:0rio,d~~lf:Pf::~ brica o dell'officina; La. sezione dl meetierc, costituita da tutti i lavoratori della bra.nca e della stessa località: 33 Bb oB

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