mai in reciproche incriminazioni. La Luxemburg, nel momento stesso in cui criticava Lenin, ne esaltava le capacità di capo rivoluzionario e il merito di aver condotto il partito bolscevico alla vittoria d'Ottobre. Per Lenin la Luxemburg, malgrado quelli che egli riteneva degli «errori», restava un'aquila del pensiero marxista e dell'azione rivoluzionaria. Si confronti ora il giudizio che della Luxemburg è stato formulato dalla letteratura stalinista. Alla voce « Luxemburg » dell'Enciclopedia Sovietica si può leggere quanto male abbia fatto alla classe operaia e al socialismo questa povera semi-menscevica, questa intellettuale piccolo-borghese, rea di spontaneismo, di oggettivismo, di meccanicismo, di liquidatorismo, nonché di aver tenuto bordone a Kautski e di aver preparato la strada a Trotski. Per chi volesse poi ampliare la conoscenza del fascicolo nero della Luxemburg esiste un recente volume di Fred Oelssner, uno dei più intimi collaboratori di Ulbricht, tradotto anche in italiano (F. Oelssner, Rosa Luxemburg. Roma, Rinascita, 1953) ove, in tono di requisitoria, sono denunciati tutti i « gravi errori>>della Luxemburg. Si spiega così perché i dirigenti del P.C.I. che hanno consumato tonnellate di carta ( e di cartone) per i loro compleanni, non abbiano mai onorato di un libro, di una raccolta di scritti, di un articolo serio la comunista Rosa Luxemburg. Così si spiega perché alle donne comuniste, indegnamente rappresentate da certe avventuriere che bordeggiano negli alti ranghi del partito, non sia stata mai illustrata la vita, così ricca di umanità e di sacrificio, di questa donna, martire del comunismo. Così si spiega perché gli intellett1tali del P.C.l., che hanno scoperto i prolegomeni del marxismo « italiano » nella linea De Sanctis-Spaventa (i quali, fra l'altro, legarono il loro nome alla storia patria come uomini della Destra storica!), non si siano accorti del contributo -5B t I oteca Giro Bianco
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