Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

8 fece mai per l'. It.alia quanto fece egli, mettendoci in grado di vincere gl1 austriaci , e assicurandoci contro gl'interventi stranieri. Quantunque nessuno più che l' Imperatore de' Francesi sia avverso all' agitazione rivoluzionaria, l'aver noi assunto H patrocinio della rivoluzione italiana non raffreddò ·la sua amicizia. Riconobbe egli infatti ufficialmente il regno d' italia dopo che Roma era stata acclamata capitale del Regno, e mentre il barone Bicasoli ministro per gli affari esteri, ricordandogli che il Parlamen to aveva solennemente affermato il diritto della nazione a costituirsi nella sua compiuta unità , esprimeva la fiducia che questo diritto finirebbe per essere riconosciuto mercè la saviezza de' governi d'Europa e l'appoggio dell' opinione pubblica ( 1). Havvi tuttavia un sistema che intende altrimenti la rivoluzione italiana, che non la sottomette alla tutela del governo costituzionale e regolare voluto dalla nazione, ma che ne fa una potenza, la quale vive ed opera da sè. La rivoluzione così intesa non procederebbe con quei temperamenti da cni non si diparte ma,i un governo che voglia essere ammesso nel consorzio degli stati civili, ma sarebbe l'alleata di tutte le grandi rivoluzioni che gli ultrademocratici sognano in Europa. La rivoluzione italiana intesa a questo modo è voluta da quello che tra noi si chiama oggi partito d'azione. L' Imperatore de'Francesi non può a meno di avversarla, e gli amici della monarchia costituzionale non devono volergliene male.Dopo Aspromonte l'im- (l) Depeche di M. Ricasoli au chargè ù'aiTaires d'l talie à Paris. 21 juin 186:1.

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