Carlo Boncompagni di Mombello - Il ministero Rattazzi e il parlamento

41. caso a cui fosse urgente provvedere renderebbe accettabile la proposizione di una legge che entrasse in quella categol'ia , ma che fosse molto più moderata nelle sue di~pos izioni . Anche questo progetto fu lasciato morire negli uffi ci i , senza che nessuno si curasse di farlo discutere. Onde si deve credere, che col proporlo, il ministero non volesse altro che procacciarsi i suffragi di coloro per cui ogni angheria div iene scusabile, anzi lodevole, quando si!:l detto è contro i preti. Costoro non ci aiutera nno certo a ri solvere la questione romana, in un modo che concilii a noi la benevolenza della Francia e dell' Europa. Essi non ci aiuteranno nè anche ad assodare le nostre instituzioni costìtuzionll li ; le leggi dett att- degli arbitrii e d<li sospetti , o mirino ques ti ai preti, od ai nemici loro, sono sempre una gramigna che posta accanto alla libertà la fa intristire. La ci rcolare del 1 O settembre a cui accennai già da principio loda con ragione il contegno dei popoli italiani. M:I essa cerca inoltre di far comprendere che, resistendo a Garibaldi, l'Italia ha fatto un supremo ed ultimo sforzo : che il present e stato di cose non può più durare, che avrebbe delle conseguenze onde si comprometterebbero gravemente gli interessi religiosi del mondo cattolico, e la tranquillità d'Europa. Niuno è più di me persuaso che è impossibile provvedere Cig li interessi religiosi della cattolicità ed alla tranquillità d'Europa peggio che non facci:1 no coloro che fanno violenza aRoma per manteoervi ICI potenza Lemporale del Papa . Ma se questa osser vazione ora opportuna, fu prudente il linguaggio parlato all ' Europa, quando, già si prevedeva che

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