Giuseppe Marchi - Ragionamento encomiastico morale recitato nelle esequie ...

l 2. )• sere l' l!bbidienza al marito. Aspettò non r • rà"' ùo; aspettar non si f~ce gia~~a!·. . L'intero capo ulttmo de dtv tm proverbJ dovrei io qui recitarvi, se a. p_artc a part~ commendar vi volessi la semphcttà del vesttre, la sohrietit del bere, la parcità del mangiare, la hre.. vità del dormire, la sollecitudine pe' famigliari e l' altre tutte opere di cristiana temperanza della forte donna che fu Guendalina. Ma a me non è dato il Jilungarml di tanto. Ben posso in breve argomentauclo congetturare, quale (se morte non ce I' a,·esse fu rata) stato sarebbe per noi questo sole nel suo meriggio e Verso il tramonto, quando sul primo le varsi mandava raggi di tanta luce e di t>~n t a virt ìt. E più che d' altre privazioni, vivamente lamentar mi posso ùi non aver potuto vedere il perfetto modello di allevamento cristiano ch'ella cl avrebbe mostrato nella educazione di quella ca ra met1t di sua prole cl•e di pre~ sente ba chiamata seco al paradiso, e di quell' altre due vaghe immagini di se che ad all e• viarne il danno di sua partita ha lasciate tra noi. Ma se taccio fatti che non ho luogo di continuare a raccontarvi, il sacro mio miniHero non vuoi ch' io lasci di richiamar l' animo di q uaJ.. cuno alla considerazion di quelli che v' ho già raccontati. La temperanza della principessa Borghcs~ fu severissima tra le lusinghe e gl'incitaJ~ntl che l'allettavano e sospingevano a licenza e superbia. Una tanta padronanza di se non è fra noi virtù di molti: ed ivi stesso il cristia.. uesimo è pitt sovvertito dalla insubordinazione e. dal fast_o , dove_ gl' incenti~i P,aion meno ga{; liardt. Poco 10 avret a dolerm1 d intemperanze in• t~·odottesi ne' più elevati gradi della civil socie• ta. La sfrenatezza ed ìl lusso menano oggidì il

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==