La quistione romana nell'Assemblea francese

LA QUlSTIONE ROMANA. 113 provocazioni dalle labbra di un cristiano? Si è applaudito anche dalla diritta. M. DE MoNTALEMBERT (à M. Arnaua).Nessuno vi ha commesso il carico della mia coscienza di cristiano. (A sinistra, all' ordine! all' ordine!) IL PRESIDENTE (indirizzandosi alla sinistra.) Ed io chiamo all' ordine voi altri, perchè voi lo turbate . (All' ordine! all'ordine !-Lo scompiglio è al suo colmo.) IL PRESIDENTE. Non tocca a voi chiamare all'ordine , ma a me. A sinistra. Ebbene! chiamatevelo dunque. IL P.nESIDENTE. Ho già dette a M. de Montalembert le parole che ho creduto dovergli dire. Dalla sinistra. Quali parole? quali? IL P.nESIDENTE. Se foste stati zitti, le avreste udite. - L'onorevole de Montalembert ha ora il diritto di di· chiararsi; egli ha la parola. Voci a sinistra. Ebbene! siam tutti orecchie per sentire. IL PRESIDENTE. È una fortuna che vogliate sommettervi al regolameJ?.tO ! UNA vocE a sinistra. Ma perchè tollerare delle provocazioni? IL .P.RESIDENTE. Voi ne avete scagliate cento tanti più che M. Montalembert. (Vivo rumore a sinistra.) Io non cederò giammai alla violenza quale che ella siasi. (Benissimo!) UNA vocE dalla sinistra. Noi non lascierem parlare l'oratore! IL P.nEsiDENTE. Davvero ! Vi credete dunque di essere voi altri i padroni qui? Vuoi dire che voi vi arrogate il diritto d'impedire che la discussione continui ! 10.

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