Antonio de Viti de Marco - Problemi del dopo guerra

·-- 39piccolo turto della serva al paragone di quello del banchiere che prende il volo coi danari dei depositanti. Ma tant'è! Abbiamo avuto parecchie disgrazie. L'imperialismo degli altri.ha esploso dopo 1a vittoria, e si è rivolto ai danni del grande nemico vinto. Il nostro. è nato prima dell' intervento italiano ; e si è rivolto ai danni di piccoli popoli alleati, alla cui amicizia si legano inoltre interessi vitali dei nostri grandi alleati ! Questa è. stata l'opera del Trattato di Londra. Il quale avrebbe dovuto restare segreto; e per colmo di guai fu dato in pascolo alla pubblica discussione, , quasi subito dopo la firma; così che la propaganda per e contro l'annessione di terre slave e greche all' Italia ha pesato per quattro anni come un incubo su tutta la nostra azione politica e militare ! Non discuterò i particolari di quel trattato, nè dirò la mia opinione personale sul modo come dovrebbe essere modificato nella sua consistenza territoriale, nel momento in cui siede la Conferenza di Parigi. Le modificazioni fanno parte di un tutto, che sarà il Trattato della· Pace, e potranno essere valutate solo in rapporto col tutto. Nè giova, con la critica dei particolari territoriali, di infirmare in questo momento il valore di insieme che il Trattato di Londra ha e deve avere nel fissare il nostro credito complessivo verso i Grandi Alleati. Ma il pubblico non deve credere che vi sia vero dissenso in Italia circa i ccfini nazionali n della guerra; poichè noi tutti vogliamo che, col ritorno alla Patria delle terre italiane del1' altra sponda, ci siano assicurate le frontiere terrestri e la posizione militare in Adriatico, che ci ·consentano in avvenire la indipendenza politica più completa verso tutti. Noi dobbiamo uscire da questa guerra padroni di scegliere la nostra politica estera di domani; questo è il grande fine nazionale della nostra guerra. L'assenza di confini militari verso l'Austria ci ha obbligati per 30 anni ad un'alleanza contro natura. Non intendiamo fare rinum·ie, che ci B1b1otE:..:-.:i G o B1a'1co

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