-3rdisaccordi su questo problema della burocrazia, non ci fa vedere in alto nessuno spiraglio di luce. I ministri si succedono numerosi ; ma tra essi manca l'uomo o il manipolo capace, competente, deciso a liquidare la impresa burocratica che ha fatto bancarotta. I ministri, nonchè dominare la burocrazia, ne sono dominati. D'altra parte i deputati hanno fatto delegazione dei loro poteri al Governo, e aspettano che esso si decida ad agire. Così si chiude il circolo vizioso, a rompere il quale - ripeto - occorre la pressione diretta del popolo. Dovere insorgere ; dovere associarvi a tutti coloro che insorgono ! · Il Governo burocrati,co è una jattura nazionale, non solo e non tanto per gli stipendi che ingoia e per gli edifici che popola, quanto per gli ostacoli che oppone allo sviluppo della produzione e della ricchezza. Si sente dire ogni giorno, con ragione, che dobbiamo produrre di più per sanare le piaghe della guerra. E poichè l'agricoltura è la più grande industria nazionale per la massa di capitale e di lavoro che impiega, ad essa è specialmente rivolto !'ammonimento. Maggiore produzione per poter pagare le maggiori imposte: questo .è il motto fatale del dopoguerra. Ma la prima condizione per produrre di più, è di eliminare gli ostacoli alla produzione. Uno di questi ostacoli è la burocrazia invadente. Ma non è il solo. Non dobbiamo solamente produrre di più : dobbiamo anche esportare di più per pagare i debiti enormi che durante la guerra abbiamo contratto all'estero. Ma come esportare, come produrre di più finchè, ad impedire la maggior esportazione e quindi la maggiore produzione agricola, si ergerà l'ostacolo di un cc regime doganale » che, col pretesto di assicurare l'indipendenza economica e militare del paese, tende sempre più a paralizzare l'esportazione dei prodotti agr:icoli, e in generale lo sviluppo di tutte le industrie esportatrici ? Il protezionismo doganale aggraverà nel dopo guerra il dissidio economico Bib iote:::aG 110 Bia'1co
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