Partito repubblicano italiano - Un programma non una favola

Centoventi anni fa, quando l'Italia non era una nazione unica, ma divisa in tanti pezzi - piccoli stati governati da re e granduchi o province che dipendevano dall'Austria - non c'era libertà, non c'era giustizia, nessuno si ricordava del popolo. Dappertùtto dominavano le polizie per impedire che l le idee di libertà e di indipendenza diventassero pericolose per i principi. Ma questi, in verità, non correvano alcun pericolo grave perchè il popolo era indifferente e tutto si riduceva alle opinioni e alle congiure di piccoli gruppi intellettuali. Il popolo era assente perchè nessuno aveva capito la sua importanza e nessuno aveva capito che il popolo non poteva interessarsi delle cose d'Italia, "se l'indipendenza e l'unità non . venivano insieme perseguite come condizioni per la libertà, per la Qiustizia e per il miglioramento delle condizioni di vita. Queste cose per primo affermò GIUSEPPE *AZZI*I, il più grande degli italiani moderni · \_) Si cominciò a parlare del « popolo » Egli capì che senza il popolo nulla si poteva fare; comprese che l'indipendenza, l'unità, la libertà, il governo del po'polo, l'abolizione della miseria e della schiavitù economica erano come le tappe di uno stesso cammino per giungere alla l totale liberazione ed evoluzione dell'uomo. Non essendo solo un pensatore, era anche un uomo d'azione, assieme a pochi amici' fondò «La Giovane Italia», per diffondere questi principi di liberazione e chiamare il popolo a conquistare con le sue mani l'unità, la repubblica, la giustizia sociale. Fidando nella fratellanza dei popoli liberi, egli fondò anche, per diffondere questo ideale di libertà e di pace, 3

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