Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

In complesso deve ritenersi che il morale delle truppe è ora abbastanza elevato e certamente migliorato. Rispondo al telegramma 30 gennaio u.s. N. 3083. Piacenza, 23 febbraio 1918. N. 486 - Risposta telegr. 30 Gennajo u.s. N. 3083, oggi soltanto pervenutomi seguito varie sollecitazioni, assicuro che morale truppe fronte risulta da militari licenza sia tale da non destare attualmente preoccupazioni, salvo alcune manifestazioni individuali piu di stanchezza che di sentimenti antimilitaristi. Reggio Emilia, 23 febbraio 1918. N. 192 al N. 3083 - Dalle riservate indagini esperite in questa provincia risulta che in generale i militari che vengono in licenza non danno notizie completamente rassicuranti sul morale delle truppe rimaste alla fronte, ma che d'altra parte vi è nella maggior parte di esse il proposito di resistere e combattere. Si dice insomma che le truppe sono stanche della guerra e desiderose della pace e che fra i soldati si sia formata la convinzione che non si riesca a riprendere le regioni perdute dopo il disastro di Caporetto. È da notare però che tali notizie sono riferite dagli elementi della campagna dove l'ambiente è in massima parte neutralista e contrario alla guerra. ForH, 22 febbraio 1918. N. 586 G. P.S. - In risposta ai telegrammi 30 gennaio u.s. 3083 e 22 corrente 6444 mi pregio riferire al Ministero che le notizie diligentemente e riservatamente raccolte in questa Provincia dai militari in licenza invernale sul vero stato morale delle truppe alla fronte, sono prevalentemente soddisfacenti. Tali notizie rispecchiano però in parte i sentimenti individuali e le direttive dei partiti cui i militari stessi appartengono. Infatti, mentre i militari in licenza di ForH, in grandissima maggioranza repubblicani ed interventisti assicurano che il morale delle truppe alla fronte è assai elevato e che si ha piena fede nella vittoria, a Cesena, e specialmente a Rimini, ove le diverse tendenze si equilibrano, si sono ra·ccolte notizie meno entusiastiche ed anche talune che farebbero credere che la forza di resistenza sia assai menomata, che il malcontento per il prolungarsi della guerra serpeggia _fra le truppe ed anche che si vada manifestando il proposito di gettare le armi se all'aprile od al giugno prossimo la pace non sia conclusa. Toscana Firenze, 26 febbraio 1918. N. 975 - Con riferimento alla drcolare di codesto Ministero, in data 30 Gennaio u.s. N. 3083, comunico che, per quanto può desumersi dalle notizie raccolte in questa provincia, le condizioni di spirito dei soldati venuti, quest'anno, in licenza invernale, sono, in generale, migliori di quello che era~o nel decorso anno. Pur essendo quasi da tutti sentita la stanchezza per il prolungarsi della guerra, tuttavia è generale il proposito di resistere, e in tale senso i soldati si esprimono, non nascondendo, però, che la forza e la pertinacia del nemico oppongono serio ostacolo al conseguimento della vittoria. Nella città di Firenze si nota, nel confronto con le altre località della provincia, un morale assai meno soddisfacente, anzi talora alquanto depresso, e i discorsi che si tengono dai soldati, non sono sempre ispirati ai sacri doveri verso la Patria. Ciò dipende dal fatto che da molti, tra i soldati :fiorentini, già si professavano idee avverse alla guerra, come del r~sto si verifica in molta parte della popolazione. Negli ufficiali il morale si mantiene molto alto, e in tutti è viva la fiducia della vittoria finale. · 236 BibliotecaGino Bianco

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