sioni non favotevoli: essi si abbandonano a confidenze in gruppi ristretti di am1c1, ma le loro parole drcolano poi rapidamente rivestite dall'autorità di chi le ha t;,ronunciate provocando sfiducia per gli ordinamenti militari, pel senno dei capi e per la sorte delle armi. Si tratta nella massima parte dei casi di fenomeni di incoscienza, ma ciò non toglie che il risultato non sia meno dannoso. Ferrara, 24 febbraio 1918. N. 207 - Comunico originalmente i tre acclusi rapporti d~l Commissario di P.S. e dei Sottoprefetti di Comacchio e di Cento sullo stato d'animo dei militari al fronte 1. Le notizie e informazioni personalmente assunte non sempre coincidono fra loro, in modo da far risultare una tendenza spiccatamente sicura. Pare che lo spirito dei militari, dopo Caporetto, dopo la resistenza del Piave, sia assai piu sollevato. Molto conferiscono le premure del Comando Supremo e del Governo sul trattamento e sulle cure psicologiche del soldato. I turni dei vari reparti in trincee, le licenze che si riaprono ordinatamente sono coefficienti assai apprezzati per la loro benevola influenza, non soltanto presso i soldati ma altresf presso gli ufficiali che li inquadrano. Sofferenze e incomodità potrebbero eliminarsi curando maggiormente gli accasermamenti delle truppe e in campagna ed anche nelle città. Non sono molto ben visti i convales'Cenziari, specialmente se essi non raggiungano piu lo scopo di essere tenuti vicini al fronte. Una piccola licenza ai feriti che si recano in famiglia rende piu buoni e piu docili i soldati. . Anche nelle visite sanitarie potrebbe giovar molto l'osservazione psicologica dei militari, per distinguere, specialmente nel trattamento, il militare 'Che ·e stato o che torna dal fronte da quello che al fronte non è stato e che con la visita tende a rimanere nelle retrovie. È costante che i soldati i quali sono veramente stati in .trincea acquistano maggior sicurezza, maggior serenità, maggiore elevazione di animo; ed al contrariò sono quelli che mai sono stati in trincea a diffondere malessere e voci esagerate. Non è dunque la. licenza in sé che può far male alla disciplina dei soldati che poi ritornano al fronte; quanto, e piu, la licenza a· quei tali soldati che non han visto la trincea e che non amano vederla. Lo studio dei ruoli dell'Esercito in zona di guerra è anche una causa deprimente delle truppe ed anche presso gli ufficiali di complemento, perché a torto vi si connettono osservazioni che non hanno ragione di essere. Non man'Cano tra i militari quelli che non resistono a lungo andare alle· fatiche di guerra e che venendo in licenza riescono pericolosi perché instillano nelle donne la persuasione che esse, « le donne», potrebbero avvicinare la fine della guerra, stando con le braccia incrociate. In sostanza, attraverso qualche accenno di stanchezza, il migliorato trattamento 1 Il prefetto di Ferrara allegava i seguenti rapporti: Comacchio, 10 febbraio 1918. In ordine a quanto si riferisce nella circolazione 3 corr. 207 si ha il pregio di significare alla S.V. Ill.ma che, avvicinati i militari in licenza in questa giurisdizione, da questi si è potuto raccogliere che il morale delle truppe alla fronte, ora, dopo i fatti di Caporetto, non è depresso, e che sentito il dovere di cacciare il nemico dal suolo italiano. Si riserva però questo Ufficio di riferire di mano in mano che qualche voce di depressione alla fronte venisse in seguito riportata da militari in licenza. Cento, 16 febbraio 1918. Pregiomi riferire a V.S. Ill.ma che da notizie raccolte dai militari in licenza invernale si è acc_ertato che i~ morale delle trurpe alla fronte è ancor~ buono _quantunque il rovescio di Caporetto e 11 prolungarsi della guerra abbiano portato un poco di scoraggiamento e di stanchezza in generale. 234 BibliotecaGino Bianco
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