Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

Bergamo, 23 febbraio 1918. N. 195 - Rispondo al telegramma 30 gennaio storso n. 3083 significando a codesto Onerevole Ministero che per quanto è stato possibile accertare :finora da questo Ufficio le condizioni dello stato morale dei militari in licenza invernale, sono in generale buone e nessun fatto specifico consta siasi ·verificato per dimostrare il contrario. Ammenothé non si voglia tener conto di qualche cenno di stanchezza o di tiepido entusiasmo, specialmente nelle campagne, ma il contatto con gli elementi sani ora accresciuti dalla incessante opera di propaganda patriottica che svolge questo Comitato di difesa ~nterna, ne paralizza gli effetti e tende a risanare sempre piu l'ambiente che non è ancora riuscito a liberarsi del tutto da timori e diffidenze. Conviene inoltre notare che il soldato che viene in licenza dalla fronte muove sempre lamento per gli esonerati che trova nel proprio paese e ciò ·contribuisce a formare quel tale stato d'animo che non vuol significare assoluta, pericolosa stan- ~ ·chezza, ma neanche entusiasmo. Ad ogni modo io seguo personalmente e con la maggior cura questo delicato servizio d'indagini e se avrò notizie meritevoli di riferimento mi farò premura comunicarle a codesto Onorevole Ministero. Sondrio, 22 febbraio 1918. N. 304 - Rispondo ai telegrammi 3083 del 30 Gennaio e 6444 odierno. Ben poche notizie si sono ricavate dai discorsi dei soldati venuti in licenza dal fronte, perché questi si tengono guardinghi in precedenza. Alcuni fra gli anziani, si dichiarono stanchi della guerra. I giovani si dimostrano invece ardimentosi e sperano di vin- ·cere con l'aiuto dell'America. Un caporale degli Alpini proveniente dalla fronte - Stelvio Tonale - ha detto, giusta referte di un serio fiduciario, che su quella fronte gli austriaci dicono agli italiani, da una trincea all'altra, di non sparare, non essendovi ragioni di guerra fra gli austriaci e gli italiani, perché gli austriaci combattono ora per comodo della Germania, e gli italiani per comodo dell'Jnghilterra, e che questi discorsi incitano a defezioni scambievoli represse solo quando intervengono in tempo gli ufficiali italiani che ordinano allora di sparare. Veneto Venezia, 24 febbraio 1918. N. 361 - Si asserirebbe cosa contraria al vero se non si dicesse ·che un certo senso di stanchezza serpeggia fra i soldati che qui vengono in licenza, e, dopo i disagi da loro sopportati al fronte, toccano con mano quelli che la popolazione sostiene per la disO'ccupazione,per la difficoltà degli approvvigionamenti, per i pericoli delle incursioni aeree. Bisogna però subito soggiungere che, a quel senso di stanchezza, serve di antidoto il convincimento della necessità della resistenza: senso germogliante spontaneo dalla idea che a Venezia possa esser riservata la sorte lagrimevole toccata alle terre - tanto a lei vicine! ... - 'Cadute in mano al nemico. Nel contegno e nel sentimento. dei soldati è quindi da constatarsi un miglioramento in confronto del loro stato d'animo nell'inverno 1916-1917. - Le notizie confidenziali raccolte sono unanimi nel dichiarare che la mentalità dei soldati in licenza ha un preciso ·concetto della minaccia pendente sulla loro Città e un esatto convincimento che, in qualunque punto del fronte essi combattano, concorrono a garantire l'incolumità del loro San Marco. Di piu: il buon senso del popolo e il suo radicato odio per l'austriaco, gli danno la sensazione che gli eventi dell'oggi si ricongiungono ad altri eventi storici lontani, ma ben vivi nella mente della generazione che volge al tramonto. 230 BibliotecaGino Bianco

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