Dopo il rovescio di Caporetto i soldati sbandati raccontavano i disagi e le gravi sofferenze da essi sopportati, e attribuivano la responsabilità del disastro stesso ai loro superiori, affermando che molti di questi erano stati i primi a fuggire. Appena creati i campi di concentramento in questa Provincia· e in quelle limitrofe per riorganizzare le truppe stesse, i congiunti degli sbandati cominciarono subito ad affluirvi anche da lontante regioni. Le sofferenze fisiche dei soldati, in taluni molto appariscenti, ed i racconti tatastrofici che essi facevano, produssero una forte depressione nel morale dei loro parenti, e questo stato d'animo diffusosi nel paese e sfruttato abilmente dai nemici interni, ha avuto poi una ripercussione sugli ·stessi soldati combattenti i quali, per certo, non sono stati incoraggiati e incitati alla resistenza, ma hanno udito dalle loro spose, dai genitori e dai fratelli narrazioni di miserie demoralizzanti. Tutto questo insieme di cose unitamente alla propaganda dei senza patria, e al disagio sempre crescente delle popolazioni contribuisce a creare dei malcontenti nell'esercito combattente e nel paese. Del resto il fenomeno esaminato piu sopra è facilmente spiegabile se si pensa che la maggioranza dell'esercito è composta di gente del popolo, e che il popolo, il quale vive piu di materialità ·che di idealismo, per quanto buono e generoso, è facile a farsi trascinare, specie se è .suggestionato o male influenzato. La propaganda patriottica potrebbe molto giovare se avesse un carattere continuativo e soprattutto di penetrazione e di persuasione tra le masse popolari, ma fatta ad intervalli, come ora si fa, frutta poco, perché l'entusiasmo che essa riesce a suscitare tede quasi subito il posto a considerazioni di ordine materiale, che sono una logica conseguenza della vita disagiata alla quale sono costrette le classi povere. A tale riguardo devo peraltro notare con soddisfazione come la propaganda testé svoltasi in ben quarantotto comuni di questa Provincia, a mezzo della Associazione dei Mutilati di Milano ha dato buonissimi frutti in mezzo alle popolazioni ~ampestri - e certo sarebbe molto utile che potessero simili giri di propaganda intensificarsi nella campagna a bilanciare e a distruggere l'opera nefasta dei partiti estremi. Ciò in risposta al telegramma di cotesto On. Ministero in data 30 scorso mese N. 3083. Milano, 16 febbraio 1918. N. 3211 Gab. - Al N. 3083. - Da informazioni assunte in tutta la provincia risulta che stato morale delle nostre truppe al fronte sia discreto. Soldati venuti in licenza, manifestando desiderio di un piu razionale impiego in prima linea con cambi frequenti, esprimono rancore per imboscati e per chi si diverte. Affermano che mentre tra i soldati di prima linea non si fa propaganda contro la guerra nelle retrovie invece se ne parla anche liberamente male. In genere si dichiarano soddisfatti del vitto che dicono sufficiente da quando sono venuti i francesi alla nostra fronte. Alcuni si dolgono che spesso razione pane sia scarsa. Nei circondari Lodi e Monza si è avuta qualche manifestazione di ostilità alla guerra da parte di soldati isolati di ritorno in licenza. Pavia, 23 febbraio 1918. N. 187 - Risposta telegramma 3083 del 30 Gennaio u.s. mi pregio di riferire che stando a quanto può rilevarsi dalla gran maggioranza dei soldati venuti in licenza, il morale delle truppe che stanno alla fronte è abbastanza elevato. Le truppe sono decise a contrastare con ogni vigore e rendere impossibile ogni ulteriore progresso del nemico e sperare che esso sarà ricacciato presto oltre i confini da noi voluti. 229 BibliotecaGino Bianco
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