quest'anno 1~ guerra debba finire. Risulta che vi è un accentuato malcontento perché i militari alleati soggetti alla nostra fronte, agli stessi sacrifizi dei nostri, godono un trattamento migliore di vitto e di soldo. Gravi lagnanze si fanno 'Contro gl'imboscamenti che si verificherebbero anche tra i militari in zona di guerra. Giunge anche notizia che in genere tra i soldati italiani .e gli alleati non corra molta simpatia. Pregiomi con tali cenni rispondere al telegramma 31 gennaio u.s. N. 3083 N.R. di codesto On. Ministero e, credo opportuno notare, che le informazioni assunte nei diversi circondari, sono in massima concordanti. Alessandria, 25 febbraio 1918. N. 317 - Rispondo telegr. 30 gennaio N. 3083. Da notizie raccolte specialmente tra militari in licenza invernale risulta che il morale delle truppe alla fronte è assai migliorato dopo il mi_glioretrattamento loro fatto nel vitto e l'avvenuta riorganizzazione dei turni e delle licenze. Si avvanteggerà ancora piu se concessioni esoneri e licenze agricole saranno fatte rigidamente, imparzialmente. È ottimo là dove le truppe sono in contatto con quelle francesi ed inglesi anelanti al buon successo delle armi. In g~nerale però rilevasi il desiderio che la guerra abbia finire presto vedendo nella sua continuazione il prolungarsi dei loro disagi. Si è verificato qualche caso raro ed isolato di soldati che sparlavano della guerra ma venne subito energicamente provveduto. Lombardia Como, 26 febbraio 1918. N. 337/18 - A telegramma 30 gennaio u.s. N. 3083 U.R. Quantunque generalmente i militari che vengono in licenza, fedeli alla consegna ricevuta, mantengano un contegno molto riservato, e ogni domanda a loro fatta, per quanto tatto si adoperi, li metta subito in un atteggiamento di diffidenza, pure è trapelato che lo stato d'animo delle truppe alla fronte, dopo il disastro di Caporetto, si è rafforzato nel comune intendimento di cancellare con una viva resistenza, l'onta e l'infamia di quello infausto avvenimento. Però è pure trapelato che non si crede alla possibilità che la guerra abbia a durare oltre quest'anno, per cui lo stato morale si manterrebbe elevato, solo sulla persuasione che questo sia l'ultimo sforzo the si domanda e si pretende dalle truppe. Pare che dei soldati affermino di aver con rincrescimento rilevato che le truppe alleate siano meglio di quelle italiane trattate _per il vettovagliamento e per la concessione delle licenze. Cremona,. 17 febbraio 1918. N. 935 al N. 3083 - Da quanto si è potuto sinora conoscere risulta che lo stato morale dei soldati non è fermo e mostrasi incline a risoluzioni che, sia pure ton l'estremo espediente dell'abbandono delle armi in combattimento, affrettino la fine della guerra. Nel che contribuiscono molto le notizie dei giornali sui preparativi di grandi offensive nemiche e delle incursioni aeree su vaste zone del tutto indifese. Ciò che preoccupa lo spirito dei soldati per la _sicurezza delle loro famiglie. Le quali, maldisposte, tome in genere sono, contro la guerra, finiscono per influire sinistramente, esagerando anche le restrizion! degli approvvigionamenti. Cremona, 10 marzo 1918. N. 1330 - Con richiamo al dispaccio ministeriale n. 308.3 u.s., e facendo se227 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==