Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

poretto, nessuno parlò di una visibile presenza di socialisti, anarchici o « sovversivi» fra le truppe in ritirata. Ed anzi anche le grida che si disse erano state lanciate dagli sbandati costituirono una ulteriore dimostrazione della scarsa popolarità dei socialisti in seno all'esercito. Fra quanti narrarono a Malagodi i particolari della ritirata, soltanto Bissolati accennò al fatto che gli sbandati fu"rono uditi cantare anche l' « inno dei lavoratori». Amendola riferi invece che le grida piu frequenti erano state quelle di « Viva la pace! Viva il Papa! Viva Giolitti! », e perfino Cadorna dichiarò che i fanti avevano inneggiato al papa e a Giolitti, senza fare menzione di altri evviva 16 • Gli studiosi di storia contemporanea hanno già indicato che i· di- - rigenti socialisti - compresi gli esponenti della sinistra - non seppero guidare le agitazioni spontanee delle masse sia al fronte sia nel paese. Le nostre indagini dimostrano che ai socialisti mancò nel '17 la possibilità, oltre che la volontà, di dirigere quelle masse, e che ciò accadde per un complesso di circostanze fino ad oggi non sufficientemente valutate. , Il partito socialista e, piu in generale, la classe operaia italiana furono, durante la guerra, disarmati. Disarmati non soltanto perché la quasi totalità del proletariato industriale venne esonerata dal servizio militare, ma perché tra esso e il resto del proletariato chiamato alle armi si creò una grave frattura. Una delle piu not~voli differenze tra la situazione italiana e quella russa si trovò proprio nel fatto che in Italia, durante la guerra, la contrapposizione tra città e campagna non fu mai superata, e che i «fanti-contadini» provarono anzi un odio crescente verso gli «operai-imboscati». A Pietrogrado i tumulti del febbraio si trasformarono in « rivoluzione » quando la guarnigione si schierò dalla parte dei din1ostranti. A Torino, viceversa, durante i moti dell'agosto, i soldati spararono contro i dimostranti. Durante la guerra 19.15-18 accadde che la quasi totalità delle maestranze industriali rimasero a lavorare in fabbrica, e quegli operai che furono chiamati alle armi militarono molto raramente in fanteria poiché, , se conoscevano sia pure superficialmente un motore o sapevano ~aneggiare un attrezzo, erano avviati a far parte di altri corpi. Per il fante-contadino, dunque, dire operaio equivaleva dire «imboscato», nascosto in qualche corpo speciale, o piu spesso rimasto in città a guadagnare paghe sempre piu elevate ed a « sfruttare» in qualche modo la guerra. Sul finire del 1917 la paga giornaliera degli operai meccanici torinesi raggiungeva una media di quasi 11 lire, con un massimo di circa 20 lire per i fucinatori e gli addetti alle presse 17 • I combattenti che ricevevano 50 centesimi al 16 O. Malagodi, Conversazioni della guerra, ecc.; cit., p. 184, 193 e 214. 17 E. Redenti, Studi e notizie sui salarii nelle industrie « mobilitate », in Bollettino del comitato centrale di mobilitazione industriale, gennaio 1918, p. 340. 222 BibliotecaGino Bianco

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