Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

coglierle 9 • Di certo l'ambiente del comando cominciò a rasserenarsi, e l' 11 maggio i capi degli uffici informazione riferirono che il morale era « buono », mentre il 18 maggio giunsero a qualificarlo addirittura « ottimo» 10 • Secondo molte testimonianze, tra il maggio e il giugno, la crisi dell'esercito poté dirsi superata. Ai primi di maggio, tuttavia, prima che gli animi si rasserenassero, l'on. Ubaldo Comandini, commissario generale per l'assistenza civile e la propaganda interna, compilò una relazione sullo spirito delle truppe e delle popolazioni civili servendosi dei dati comunicatigli dai commissari dipendenti dalla sua organizzazione. Comandini raccolse le risposte di circa duecento segretari provinciali o commissari comunali, che si riferivano presumibilmente a situazioni dell'aprile, se non del marzo 11 • Abbiamo ritenuto opportuno pubblicare integralmente anche tale relazione pur ritenendo che essa debba essere considerata con una prudenza ancora maggiore di quella che ritenemmo necessaria trattando delle comunicazioni dei prefetti. Oss.erveremo innanzi tutto che l'indagine del commissariato presentò moltissime lacune: un'intera regione - la -Sicilia - fu ignorata, ed altrettanto accadde per numerose ed importanti provincie, tra le quali l'Aquila, Bologna, Venezia. In secondo luogo il personale dipendente dal commissariato era alquanto eterogeneo e si può quindi ritenere che i criteri di indagine e di giudizio seguiti dai commissari fossero ancor meno uniformi che non quelli seguiti dai prefetti: infine l'on. Comandini, - come si evince dalla sua lettera a Nitti - ritenne opportuno riassumere con parole sue le informazioni pervenute gli dai diversi commissariati cosf da lasciarci in dubbio sul fatto che i suoi sentimenti interventistici non potessero qua e là travisare le informazioni originali. Infatti coloro che nel febbraio-marzo tormentavano il presidente Orlando con notizie allarmistiche sulle pessime condizioni morali delle truppe erano soprattutto gli interventisti adirati con il ministero per la politica troppo tollerante da esso condotta verso i « disfattisti » in generale eµ i socialisti in particolare. Le notizie allarmistiche da essi riferite dovevano appunto legittimare la richiesta di una politica interna repressiva. Comandini - come risulta fra l'altro dal diario di Mattini - era uno dei piu accesi sostenitori di una politica interna « forte » e nel riassumere le informazioni pervenutegli fu probabilmente indotto a sottolineare soprattutto ciò che concordava con la sua visione delle cose 12 • Nella relazione della commissione parlamentare d'inchiesta per le spese 9 O. Marchetti, Il servizio informazioni dell'esercito italiano nella grande guerra, Roma, 1937, p. 218-219. 10 Ibidem, p. 219. 11 Il commissariato nazionale contava circa 80 segretariati provinciali e 4.500 commissariati comunali o intercomunali. Cfr. Relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta per le spese di guerra, presentata il 6 febbraio 1923 alla Camera dei deputati (Atti Parlamentari, Legislatura XXVI, Sessione 1921-23, Documento n. XXI}. 12 Sulla posizione politica di Comandini nel 1917-18 cfr., fra l'altro, F. Martin!, Diario 1914-18, a cura di G. De Rosa, Milano, 1966, p. 1044-1045, 1065, 1070 e passim. 220 BibliotecaGino Bianco

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