Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

condari, ed offrendo un'informazione complessiva che, per il suo singolare interesse, abbiamo ritenuto utile pubblicare qui di seguito ed integralmente. Le comunicazioni dei prefetti devono essere vagliate con attenzione e prudenza. L'oggetto di esse infatti - « lo stato morale delle truppe alla fron~e » - era argomento non facilmente definibile; i soldati ·interrogati si trovavano fisicamente e spiritualmente lontani dal fronte, perché vivevano in quello stato d'animo del tutto particolare che si creava di solito durante le licenze; i criteri di indagine e di giudizio variavano da luogo a luogo; le rivelazioni compiute erano suscettibili di tendenziose interpretazioni. Numerose risposte, infine, furono compilate con un linguaggio burocratico molto approssimativo e uno stile telegrafico troppo succinto. Fatte queste riserve ci sembra, tuttavia, che quelle risposte considerate nel loro insieme descrivessero una 1situazioneche non giustificava né i giudizi pessimistici allora riferiti al presidente del Consiglio, né i giudizi ·ottimistici di chi immaginava un esercito totalmente trasformato dalla resistenza sul Piave. Molti prefetti dichiararono esplicitamente che lo stato d'animo delle truppe era migliorato rispetto all'inverno precedente, e lo definirono ottimo, buono o soddisfacente in senso assoluto; ma nello stesso tempo sottolinearono quasi sempre là presenza di preoccupanti segni di stanchezza e di malcontento. ~nformazioni per nulla tranquillizzanti provennero dalle prefetture di Cremona, Mantova, Ravenna, Reggio Emilia, Torino, Arezzo e Lucca. Il 9 marzo, al comando supremo, fu indetta una riunione alla quale parteciparono il presidente Orlando, i ministri Bìssolati e Nitti, il gen. Diaz, il duca d'Aosta, e gli altri comandanti delle varie armate. Argomento della riunione, scrisse Bissolati, fu « il morale delle truppe - discreto, ma poco offensivo» 3 • Nitti forni a Malagodi notizie rasserenanti su ciò che era stato detto in quel convegno: i comandanti delle armate avevano dichiarato concordi che v'era stato un grande cambiamento dall'ottobre in poi, che il morale delle truppe era «buono», che l'esercito era ormai ricostituito in piena forza, che la posizione strategica sul Piave, infine, risultava « incomparabilmente ~igliore » rispetto a quella sull'Isonzo 4 • Nitti, probabilmente, riferi al suo interlocutore soltanto una parte delle notizie da lui udite; lo stato delle truppe, infatti, continu~va a lasciare dubbiosi numerosi comandanti e, tra questi, come vedremo, il comandante supremo. Il 21 marzo, giunsero d'improvviso tragiche notizie dal fronte occidentale. I tedeschi avevano sfondato quel fronte minacciandq direttamente , Parigi e Calais. Alcune divisioni alleate di stanza in Italia ricevettero 3 L. Bissolati, Diario di guerra, Torino, 1935, pp. 103-104. 4 O. Malagodi, Convers~ioni della guerra ecc., cit., p. 293. 218 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==