Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

comune di Cadelbosco » dimostrano « rifiutando sussidi al grido vogliamo i nostri uomini » 64 e, infine~ a Reggiolo, 50 donne « rifiutarono il sussidio » 65 • In provincia di Arezzo, a Foiano della Chiana « un forte gruppo di mogli e parenti di soldati interpretando l'aumento governativo come segno che la guerra dovrà durare molto, in segno di protesta rifiutarono i sussidi àbbandonandosi a clamori e imprecazioni» 66 ; e il 14 maggio 1917 « a Cavriglia 150 donne e uomini hanno rifiutato sussidi militari in segno di protesta contro la continuazione della guerra » 67 • Infine, in provincia di Piacenza, « il malcontento femminile va estendendosi [ ... ]. A Vernasca, Lugagnano Val D'Arda, Gazzola e Bettola donne di varie frazioni avrebbero deciso di impedire alle altre di ritirare il sussidio » 68 • A quanto abbiamo visto dai documenti riportati, le donne rifiutano il sussidio in base a un ragionamento non diverso, nella sostanza, da quello che fanno riguardo agli stabilimenti ausiliari. Anche il sussidio ai parenti dei richiamati alle armi, come la produzione· bellica, è un segno della continuazione della guerra e di un disegno di ammansimento del popolo a tale fine. Ma in questo caso la cosa è meno immediata (ed è dimostrato dal fatto che quasi sempre le donne chiedono l'aumento del sussidio, e non la sua abolizione). Probabilmente si tratta di un atteggiamento maturato su base spontanea, portato ad un certo livello di protesta piu o meno organizzata da gruppi che si ponevano all'avanguardia del movimento, sia pur confusamente. E la cosa è dimostrata da alcuni dei documenti che abbiamo visto: a Firenze è il « militare B~llerini Marino», a Parma quel tale Testi Artemio, a Colorno sono « 40 donne che tentano di impedire alle altre di riscuotere il sussidio ». Vediamo ora il peso della propaganda socialista sulle dimostrazioni femminili. In genere possiamo notare: 1) che, dato che il Partito socialista aveva assunto la guida del proletariato industriale piu che di quello agricolo, il fatto stesso che le dimostrazioni siano soprattutto contadine dimostra che si tratta in gran, parte di un movimento spontaneo ( è sintomatico il fatto che Bologna e Ferrara, roccaforti delle leghe « rosse », abbiano un numero di dimostrazioni molto minore di altre città, i cui contadini sono meno organizzati sindacalmente), sul quale, semmai, la propaganda socialista agisce solo in un secondo momento; 2) che il Partito socialista (anche se ci sono, ovviamente, delle eccezioni) è molto scettico nei confronti delle dimostrazioni di donne 69 e che funge spesso addirittura da «pompiere», 64 ACS-CE - Bs. 30A, 20 dicembre 1916, tel. 7937. 65 ACS-CE - Bs. 30A, 7 gennaio 1917, tel. 127. 66 ACS-CE - Bs. 15B, 6 maggio 1917. 67 ACS-CE - Bs. 15B, 15 maggio 1917. 68 ACS-CE - Bs. 28, 2 gennaio 1917, tel. 198. 69 Cfr. Renzo De Felice, « Ordine pubblico e orientamento delle masse popolari italiane nella prima metà del 1917 », art. cit. 207 BibliotecaGino Bianco

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