Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

luzionario non gli permette, al primo momento, di « sabotare» una agitazione proletaria e quindi la organizza in parte e vi partecipa; una volta in carcere, però, teme che la cosa, in sua assenza, prenda proporzioni troppo vaste e disordinate, e quindi promette al prefetto di tenere calmo l'ordine pubblico una volta 'fuori di prigione. Gli operai, infine, fanno lo sciopero in gran parte « per tema di rappresaglie ». Le ragioni che inducono le donne a far scioperare gli operai degli stabilimenti ausiliari sono fondamentalmente due: 1) negli stabilimenti ausiliari si lavora per la guerra: si producono proiettili, obici, fucili; scarpe militari, vestiti militari, zaini ecc.; se gli stabilimenti si fermano, pensano le donne, si fermerà anche la guerra: l'operaio « militarizzato », quindi, non scioperando tradisce i desideri e le speranze della sua classe; 2) gli operai che lavorano negli stabilimenti ausiliari, inoltre, sono dei privilegiati, in primo luogo perché guadagnano di piu degli operai di industrie non convertite a scopo bellico e molto di piu dei contadini; in secondo luogo perché l'esonero agli operai viene concesso con maggior larghezza che ai contadini. L'operaio militarizzato, oltre che un traditore degli interessi di classe, diventa, agli occhi dei contadini, un « imboscato ». Un altro elemento caratteristico che assumono, in alcuni casi, le ma- ·nifestazioni femminili, è quello che chiameremo del.« rifiuto dei sussidi ». In provincia di Firenze, per esempio, la cosa si ripete tre volte, a Incisa Valdarno « dove donne e ragazzi dimostrarono per impedire la riscossione del sussidio » 57 il 18 dicembre del 1916; a Campi Bisenzio, il 21 dicembre, dove la dimostrazione, detta genericamente « per sussidi», viene evitata per l'intervento della forza pubblica. Veniamo però a sapere che viene arrestato il militare Ballerini Marino per aver detto che « la prima donna che si recherà domattina a prendere il sussidio verrà presa a schiaffi da me» 58 ; e, infine, il 4 gennaio 1917 a Larciano, dove un « assembramento di donne impose chiusura negozi rifiutando riscossione sussidi militari » 59 • In provincia di Parma, il 22 gennaio del 1917 « a Colorno 40 donne davanti al municipio imprecarono contro la guerra e tentarono di impedire alle altre di riscuotere il sussidio ( ... ] » 60 ; il 5 maggio del 1917, a Polesine Parmense « 150 donne rifiutarono l'aumento del sussidio e chiesero il ritorno degli uomini» 61 ; e viene notato, infine, un certo Testi Artemio che incitava le donne a non riscuotere il sussidio 62 • In provincia di Reggio Emilia, a Lentigione di Brescello, « 100 donne rifiutarono di ritirare il sussidio per protesta [ ... ] » 63 ; « 250 donne del 206 57 ACS-CE - Bs. 18B, 18 dicembre 1916, tel. 7883. 58 ACS-CE - Bs. 18B, 21 dicembre 1916, tel. 8534. 59 ACS-CE - Bs. 18B, 4 gennaio 1917, tel. 52. 60 ACS-CE - Bs. 27, 22 gennaio 1917, n. 571 61 ACS-CE - Bs. 27, 5 maggio 1917, n. 1029. 62 ACS-CE - Bs. 27, 15 maggio 1917, n. 1128. 63 ACS-CE - Bs. 30A, 1° gennaio 1917, tel. 10. • BibliotecaGino Bianco

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