Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

contro la guerra si manifesta e si realizza in una serie di dimostrazioni che possiamo dividere, per una maggiore precisione, in t!e gruppi: 1) Manifestazioni femminili. Vanno approssimativamente dall'estate del 1916 (con qualche sporadica anticipazione a Parma, a Modena, e a Firenze, che è la prima città in cui si verifichino) al maggio (e in qualche città al luglio) del 1917, con un acme nel dicembre del '16 e nel gennaio del '17. Esse presentano una notevole uniformità di caratteri: la quasi totalità di presenza femminile; la protesta contro il caro-viveri; la richiesta della fine della guerra; la richiesta del rit9rno dei mariti; il loro svolgersi, quasi sempre, in campagna; il loro verificarsi in ocqtsione della riscossione dei sussidi. Ma presentano anche delle differenze che vedremo piu particolarmente. 2) Scioperi. Non si svolgono nello stesso periodo di tempo, ma specialmente dall'aprile ·all'ottobre del '17. Anche per gli scioperi le cause sono molteplici: malcontento per la mancanza di generi di prima necessità, stanchezza per il prolungarsi della guerra, riaccendersi di vertenze sindacali affrontate dai lavoratori con un nuovo spirito di lotta. 3) Manifestazioni sporadiche di malcontento, del tipo di quelle già viste nel primo capitolo, come grida isolate, distribuzione clandestina di manifesti, frasi « antipatriottiche » colte in conversazioni ecc. Il peso della propaganda neutralista, che secondo l'ufficio riservato di Pubblica Sicurezza, secondo diari e testimonianze, fu rilevante, è ìnvece, a nostro parere, non superiore a quello che ebbe nel 1915-'16 38 • La pro-· paganda dei socialisti è, piu o meno, la stessa. Continuano a circolare i manifesti di Zimmerwald e di Kienthal. La famosa frase di Treves ( « Il prossimo inverno non piu in trincea») non ha, in fondo, valore dissimile dai manifesti « ai proletari d'Europa»; i convegni, i congressi, le riunioni del partito ,continuano a ·sfornare ordini del giorno decisissimi nel tono, ma molto prudenti nella sostanza e nella indicazione delle prospettive. Anche fra i cattolici non si nota affatto una escalation di propaganda pacifista; la famosa nota papale non è piu violenta dell'Enciclica del luglio del '15; né piu numerosi i casi di propaganda pacifista del clero. La propaganda .neutralista fu solo una delle cause che fecero sfociare il malcontento popo- · lare già esistente in dissenso aperto. Ma non fu certo una delle piu importanti. La ragione prima, anche 1se non unica, di questi fenomeni di malcontento è il disagio economico. Come abbiamo già visto, pane, zucchero, olio, lardo, combustibili (per non parlare che dei generi di prima necessità) già da tempo scarseggiano. ·Questo malessere economico, innestato su 38 Cfr. R. De Felice, Ordine pubblico e orientamento delle masse popolari italiane nella prima metà del '17, in Rivista Storica àel Socialismo, settembre-dicembre 1963, pp. 467 sgg. 201 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==