Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

piu vivace. Da mesi Mattini annota sul suo diario pessimistiche osservazioni sul « pacifismo » e sul « sovversivismo» della sua regione. Anche dopo l'entrata in guerra, nonostante si instauri in Toscana, come dovunque, una certa calma, le sue lamentele non finiscono. A Firenze le manifestazioni di dissenso, per quanto non ~empre .significative, ·sono in effetti numerose: alcuni monarchi vengono duramente picchiati, di notte, dalla « teppa neutralistica» 32 ; in una caserma in Borgo dei Tintori si fa propaganda contro la guerra 33 ; manifestini che invitano alla diserzione e al tradimento vengono rinvenuti frequentemente 34 ; il rettore del collegio Cicognini di Prato riferisce che piu volte i suoi ragazzi sono stati picchiati dagli abitanti di Prato 35 ; a Scandicci l'arresto di una donna provoca una manifestazione di cento persone che ne reclamano violentemente la scarcerazione 36 ; a Castelfiorentino alcune maestre elementari, che hanno fatto propaganda patriottica fra i bambini, vengono malmenate 37 • Nelle altre provincie la situazione, a parte qualche eccezione che non val la pena di ricordare, si mantiene tuttavia calma. La radicalizzazionedelle masse popolari tra il 1916 e il }17 La situazione dell'opinione pubblica cambia, e cambia piuttosto radicalmente, alla fine del 1916. Tutte le speranze di una guerra breve e facile sono crollate. Il peso della guerra è divenuto sempre piu angoscioso: il numero dei morti, dei .feriti, dei prigionieri, aumenta di giorno in giorno. La crisi economica si profila sempre piu grave: i generi di prima necessità bellica, carbone, acciaio, armi, munizioni cominciano a scarseggiare; le restrizioni sui .consumi alimentari, conseguenza di questa situazione, provocano tra le popolazioni un vasto malcontento. Dalla fine del 1916 all'ottobre _del 1917 assistiamo al piu vistoso fenomeno di manifestazioni popolari di tutta la guerra. Né l'intervento, né la tragedia di Caporetto, hanno provocato e provocheranno questo risveglio uniforme delle masse. I documenti di pubblica- sicurezza da noi consultati sembrano concordi nell'assegnare la responsabilità di questi movimenti popolari- all'azione dei partiti « sovversivi ». L'opinione che abbiamo tratto dalle nostre ricerche (come cercheremo di dimostrare) è che il malcontento popolare è autonomo, causato dal ristagno economico, dalle restrizioni alimentari, dal disagio morale e dalla delusione per il prolungarsi della guerra. 200 Quello che abbiamo finora genericamente chiamato «malcontento» 32 ACS-CE - Bs. 18b, 31 maggio 19i5, n. 3397. 33 ACS-CE - Bs. 18b 21 giugno 1915, n. 24878. 34 ACS-CE - Bs. 18b, 8 settembre 1915, n. 5366. 35 ACS-CE - Bs. 18b, 25 giugno 1915, n. 3799. 36 ACS-CE - Bs. 18b, 24 aprile 1916, n. 15284. 37 ACS-CE - Bs. lSb, 25 maggio 1916, n. 32042. BibliotecaGino Bianco

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