In Emilia, la terribile regione « rossa », la situazione non è certo esplosiva. Anzi. Anche qui, come in quasi tutta l'Italia, si tratta piu di un'atmosfera, di un'inquietudine sommessa e vaga, di un çlissenso fatto di brontolii, di malumore, di atmosfera pesante che di fatti concreti. A Bologna e provincia, in quei paesi il cui solo nome evocava ai poliziotti ribellione e sovversismo, Vergato, Molinella, Imola, nulla di serio. Massarenti è in carcere, Borghi al confino all'Impruneta. I terribili « rossi », le « vere e proprie organizzazioni a delinquere », di cui il prefetto Quaranta parlava scandalizzato soltanto qualche mese prima, stanno buonissimi. L'amministrazione rossa, che ha « profanato » Palazzo d'Accursio (cosa che non _cessadi provocare nei conservatori bolognesi crisi di rabbia), si fa in quattro per l'organizzazione civile della popolazione. I suoi provvedimenti annonari, prima guardati con diffidenza (e con la malcelata speranza che si traducano in un insuccesso), diventano ben presto uno degli esempi piu luminosi delle amministrazioni comunali italiane. A detta di tutti, a Bologna la fame, la fame vera, non si patf mai. Perfino dalle altre città dell'Emilia la gente si spostava per raggiungere la provincia di Bologna dove era" sicura di trovare generi alimentari. Tutti i servizi, nonostante la scarsezza di uomini, continuarono ad essere efficienti mediante un impiego massiccio di manodopera femminile. Disordini veri e propri, a Bologna, non ce ne furono mai fino alla fine del 1916. Anche nelle altre provincie emiliane la situazione è, tutto sommato, piuttosto tranquilla. Qualche grido sedizioso durante la proiezione di un film e una « bicchierata » tra socialisti a Parma 27 ; una manifestazione di donne a Modena 28 ; un manifesto anarchico a Reggio 29 ; una strana preghiera antibellica a Piacenza 30 sono le deboli tracce di movimenti di opinione pubblica contro la guerra. In Romagna la situazione è piu « calda». Gli incidenti, le· piccole manifestazioni, le « grida sediziose », sono piu frequenti: ma qui bisogna anche tenere pres~nte del tarattere tradizionalmente combattivo dei romagnoli ·e della vecchia ruggine esistente tra repubblicani e socialisti, acuita dal nuovo disaccordo sull'entrata in guerra 31 • Complessivamente, comunque, va tenuto presente questo dato della situazione emiliano-romagnola: cioè la profonda frattura che all'interno del proletariato si era stabilita negli anni precedenti tra socialisti, sindacalisti e repubblicani, che negli anni dell'intervento e della guerra facilitano indubbiamente il mantenimento di un quadro di « ordine pubblico» tutt'assieme soddisfacente per le autorità ufficiali. In Toscana, dove non agiscono in pari misura simili motivi, il clima è 27 ACS-CE - Bs. 27, 23 gennaio 1916, tel. 159 e 2 febbraio 1916, tel. 978. 28 ACS-CE - Bs. 25, 24 maggio 1916, tel. 576. 29 ACS-CE- Bs. 30A, 9 marzo 1916, n. 236. 30 ACS-CE - Bs. 28, 9 maggio 1916, n. 1534. 31 ACS-CE - Bs. 29, 13 giugno 1915, n. 3044; 13 giugno 1915, n. 3873; 11 settembre 1915; n. 3901; 2 gennaio 1916, n. 309; 28 marzo 1916, n. 709; 3 giugno 1916, n. 1550; 21 giugno 1916, n. 1693; Bs. 19B, 21 settembre 1915, n. 3060; 9 novembre 1915, n. 3493; 27 febbraio 1916, n. 567. 199 . BibliotècaGino Bianco
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