Bisenzio. Ripeteronsi dimostrazioni contro guerra con lancio sassi contro truppa » 21 • Il prefetto di Pisa riferisce il 7 maggio che « iersera, alla Camera del Lavoro di Piombino fu deciso sciopero generale operai e manifestato intendimento opporsi con ogni mezzo partenza richiamati. Fili telegrafi.cie telefonici vennero nella notte tagliati da ignoti i quali posero anche esplosivo sul binario galleria Capezzuolo presso Portovecchio [ ... ] » 22 • Sempre in provincia di Pisa, a Castelnuovo Val Cecina, il 7 maggio i negozi restano chiusi in segno di protesta contro il richiamo alle armi 23; a San Giovanni ·valdarno, il 9 maggio, « oltre 600 persone, per lo piu operai delle miniere di lignite venuti da Cavriglia, si riversarono sul piazzale esterno di quello scalo ferroviario con proposito di entrare e di invadere 1 binari e di impedire cosi la partenza di un treno portànte i richiamati a Firenze » 24 ; per quanto non sia detto esplicitamente, si legge tra le righe del rapporto l'idea che si tratti di una cosa organizzata. Trecento operai dello stabilimento Forti di Casarsa (Firenze) scioperano il 10 maggio« prendendo occasione del recente richiamo dei soldati e sobillati da un gruppo di anarchici » 25 • Dopo la partenza degli uomini per il fronte, per la gente rimasta a casa non sono molte le occasioni per dimostrare il proprio dissenso. Gli uomini che sono riusciti ad evitare la trincea non possono che tacere. I partiti neutralisti hanno adottato la tattica del wait and see, dell'accettazione della guerra imposta al popolo dai « borghesi ». I circoli provinciali, le associazioni, le Camere del Lavoro cominciano a languire per mancanza· di adepti. Il dissenso, se e quando c'è, è un fatto privato. Sono caratteristici, in questo senso, gli « anonimi minatori » (poche tuttavia sono le lettere provenienti dall'Emilia e dalla Toscana), nei quali comincia a farsi strada un'idea che perdurerà fra le classi popolari per tutta la guerra: che i ricchi hanno voluto la guerra, ma che a sopportarne le conseguenze sono i poveri. Sono infatti i poveri che muoiono al fronte, che si vedono andare i campi in rovina, che fanno la fame a casa 26 • · 21 ACS-CE - Bs. 45B, 21 aprile 1915, telegramma 13061. 22 ACS-CE - Bs. 45B, 7 maggio 1915, telegramma 3267. 23 ACS-CE - Bs. 45B, 7 maggio 1915, telegramma 3278. 24 ACS-CE - Bs. 45B, 10 maggio 1915, rapp. 522. 25 ACS-CE - Bs. 45B, 11 maggio 1915, n. 3121. 26 « C'è dei padri e madri - scrive un anonimo di Pistoia (ACS - Min. Int., Direz. Gen. P.S., Div. AfI. Gen. e Ris., 1911-15, fase. 112) - che patiscono la fame e gli faceva le spesi il figliolo ... Ai il quore ti tigre ... una povera famiglia che hanno quel figliolo solo mandarcelo alla guerra ... ». « Caro Succhione (al Re), - protesta un anarchico - a sentire i vostri luridi giornali il piu eroico e il piu coraggioso siete voi, mentre non siete che il piu vile e scellerato [ ... ] Io c,;edo che la grande anima di Bresci troverà degli emuli e dei seguaci per vendicare almeno in parte le vostre scelleratezze [ ... ] uno che ti odia» (ACS Min. Int., Direz. Gen. P.S., Div. Aff. Gen. e Ris., 19111915, Firenze, 26 giugno 1915 - fase. 112 (256); un altro, piu rispettoso, dice « Altezza Suprema, siamo giunti ad un brutto punto. Io vecchio non credevo di vedere il 1915 in guerra l'Italia, ma da chi deriva tutto, da voi maestà. Abbiamo sempre vissuti colla nostra piccola nazione e faressimo ancora senza avere Trieste e senza avere il passaggio delle merci [ ... ] sempre peggio andrà in tutto; e lasciarsi confondere dai vigliacchi deputati è troppo sporca. Non importa seguite la loro idea e sarete soddisfatto con un colpo di revolver da me» (ACS - Min. Int., Dir. Gen. P.S., Div. Aff. Gen. e Ris., 19111915, fase. 113 (257 II) ... luglio 1915 - Cuscinetti Angelo da Forll (irreperibile). 198 BibliotecaGino Bianco
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