del Carlino; clamorose le manifestazioni pubbliche che turbarono per molti mesi le lòro città. Ma dopo le ultime, grandi dimostrazioni pul;,bliche per la dichiarazione di guerra, anche in Emilia e in Toscana, almeno per un lungo periodo, regna il silenzio. Fino alla fine del 1916, come vedremo brevemente, le voci di dissenso, uff.ciaHe popolari, sono rare e fioche. Non che manchino i temi di discussione. L'Enciclica papale del 28 luglio del 1915, i convegni socialisti di Zimmerwald e di Kienthal, la polemica degli interventisti intorno alla « piccola guerra » avrebbero potuto suscitare, in un paese socialmente e politicamente piu articolato, altrettanti dibattiti di opinione pubblica. Ma in Italia no. A parte un certo interesse suscitato dai convegni internazionali socialisti 9 gli altri temi lasciano indifferente la gran parte della popolazione. I problemi che interessano le masse popolari sono altri, e piu elementari. Il problema della mancanza di braccia che lavorano, il problema di procurarsi il pane, il dolore del d~stacco dai mariti, dai figli, lo scontento e il males-sere per una situazione anormale e dolorosa che non loro, ma « i ricchi » hanno provocato, e il cui peso è sopportato dal popolo. Dopo l'entrata in guerra È soprattutto il primo nucleo di richiami alle armi, nell'aprile e nel maggio del '15, che suscita moti di opposizione. Una volta entrati nel pieno della guerra gli episodi di disordini alla partenza delle truppe diventeranno se1npre piu sporadici ed isolati. In pohci ca.si·si tratta di manifestazioni organizzate. Abbiamo una gradualità in questi fenomeni di resistenza. I militari, partendo, gridano il loro odio contro la guerra. A Faenza il 26 aprile « numerosi militari, richiamati della classe 1891, nel salire in treno, all'atto che salutavano amici e conoscenti, emisero alte grida di « abbasso la guerra, vigliacchi » ecc. « Dette grida vennero ripetute [ ... ] e aumentarono alla Stazione di Castelbolognese, dove salirono altri richiamati della stessa classe. Alla stazione di Solarolo montarono· in treno altri richiamati, 9 A proposito delle ripercussioni del « movimento » di Zimmerwald, quello che risulta dalle nostre ricerche archivistiche è che tre individui vengono arrestati a Firenze perché sopresi a distribuire il manifesto (Archivio Centrale dello Stato - Conflagrazione europea 1914-18 [d'ora in poi ACS, CE] Bs 18B, n. 5116 - 13 agosto 1916) un altro, un pizzicagnolo, ad Impruneta (ACS - CE - Bs 18 B, n. 4741 - 31 luglio 1916) mentre tenta di consegnarlo ai clienti, mentre i socialisti di Ravenna (ACS, CE, BS 29 - 7 dicembre 1915, n. 4662) approvano un o.d.g. di incoraggiamento al gruppo parlamentare a recare a Montecitorio l'eco delle voci internazionali affermate al convegno di Zimmerwald per la pace [ ... ], e a Massa Lombarda vengono trovati 15 manifesti della cui distribuzione viene sospettato il segretario della Camera del Lavoro (ACS, CE, Bs. 29, 9 agosto 1916, tel. 2382). Quanto all'opinione pubblica in generale la risonanza è, nonostante un certo sforzo esercitato dai socialisti, minima. A San Casciano Val di Pesa il manifesto viepe distribuito « tra la completa indifferenza della popolazione» (ACS, CE, Bs, 18B, 28 giugno 1916 n. 3999); a Bologna Serrati tiene una conferenza su Zimmerwald e la cosa non varca il portone della Camera del Lavoro (ACS, CE, Bs. 16 B, 16 giugno 1916 n. 3287); altre copie del manifesto, infine, si trovano a Cesena e a Parma (ACS, CE, Bs. 19B, 4 settembre 1916 n. 3039 - Bs. 27, 17 aprile 1916 n. 426) il cui prefetto precisa che « non hanno prddotto particolare impressione fra il pubblico». Ancora piu scarsi e sporadici i dati, che non riportiamo, specificatamente inerenti alle ripercussioni della conferenza di Kienthal. 196 . BibliotecaGino Bianco
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