Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

supremi interessi nazionali, connessi con la guerra e con la situazione interna o internazionale dello Stato » 3 • Questa disposizione, del resto, non vale solo per la stampa. Il Decreto Luogotenenziale del 20/6/15 N. 885 stabilisce, all'art. 2, che « chiunque [ ... J dia notizie sull'ordine pubblico o sull'economia nazionale non conformi a verità, per le quali possa essere turbata la tranquillità pubblica o altrimenti danneggiati pubblici interessi, è punito con la detenzione fino a sei mesi o con multa da L. 100 a L. 1000 ». Un altro decreto vieta « le riunioni pubbliche, le processioni civili o religiose, le passeggiate in forma militare [sic] con o senza armi e gli assembramenti in luogo pubblico » 4 • Le opere, i drammi, le « rappresentazioni coreografiche » [sic] e cinematografiche e le altre produzioni teatrali, anche s.e anteriormente approvate, « potranno essere vietati con provvedimento insindacabile dall'autorità civile o militare che dirige la Pubblica Sicurezza » 5 • Prefetti o commissari civili, « all'uopo designati », « possono chiudere o sospendere esercizi pubblici per motivi di ordine ·pubblico » 6 • Le conseguenze, di questa atmosfera si possono immaginare. Prima ancora che il censore intraprenda la sua opera, semini la pagina di spazi bianchi, avrà pensato l'autocensura del giornalista, dello scrittore di teatro, del cineasta ~ cosi via, a risparmiargli gran parte della fatica. Non solo per un rifless0 psicologico facile ad intuire e che diventa una specie di seconda natura, ma anche per ragioni pratiche. 3) Se a questo si aggiunge, infine, che i giornali del tempo sono quasi tutti di tendenza moderata, e cioè, come si direbbe oggi, legati al « sistema », la conclusione è evidente. La stampa italiana del periodo della prima guerra mondiale non è né lo specchio dell'opinione pubblica, né, tanto meno, il famoso « quarto potere ». Come specchio è appannato e spesso deformante. E come potere un doppione, o un semplice apparato di sostegno della classe dominante. L'analisi della situazione dell'Emilia-Romagna e della Toscana, che pure sono due delle regioni italiane culturalmente e politicamente piu avanzate, non fa, che confermare questa diagnosi. L'Emilia-Romagna, alla vigilia della guerra, si presenta come una delle regioni piu inquiete e piu inquietanti d'Italia. Tutte le sue città, ciascuna per ragioni particolari, costituiscono un problema diverso. La regione ha una vita culturale vivace: tre università (tra le quali primeggia per antichità e prestigio quella di Bologna), un numero notevole di giornali quotidiani, oltre ai periodici di partito e di cultura. Le sue province 3 Leggi e decreti cit. Regio Decreto 23 maggio 1915, cit., art. 2. 4 Regio Decreto 23 maggio 1915, art. 3. s Regio Decreto 23 maggio 1915, art. 6. 6 Regio Decreto 23 maggio 1915, art. 7. BibliotecaGino Bianco 193

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