Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

a prospettare la sua meta carattenstlca della socializzazione dei mezzi di produzione, la quale non si potrà conseguire se non con la conquista violenta del potere politico quando se ne avranno i mezzi. *** Non sono profeta e meno ancora infallibile. Se gli avvenimenti mi daranno torto - ciò che io auguro - sarò un vinto e apparirò come un fiacco che non seppe essere all'altezza della azione grande e terribile. Ma poiché penso come ho detto, se incoraggiassi speran~e e [una parola mancante] che io credo fallaci come candidato, durante la lotta elettorale, o come dep. alla Camera o nel paese in occasione di comizi o di sommosse che certo non mancheranno, tradirei la mia coscienza e con essa la fiducia delle masse. Ciò posto, se la disciplina tui deve essere soggetto il futuro deputato socialista sarà quella solita, ed anche alquanto incrudita per le passate esperienze, se essa dunque consentirà nel votare come sarà fissato dalla Direzione del Partito o da quella parte del Gruppo che interpreta il voto ·di Bologna, e nel saper tacere quando il parlare diventa azione, cioè paralizza e deprime gli sforzi degli interpreti autorizzati del Partito e fornisce armi ai nemici e nel ridursi ad un'opera secondaria non contrastante con quel programma; se ciò s'intende per disciplina, io nulla trovo da obiettare. Se invete si dovessero interpretare ad litteram ed anche dal testo alcune espressioni del comitato Bombacci - con cui invitava i convegni collegiali ad esigere che i candidati accettino pienamente e lealmente il programma concretato in Bologna, programma che si considera impegnativo per tutti i ·candidati, i quali debbono sottoporvisi senza riserve - in tale caso io rassegnerei recisamente le mie dimissioni da candidato per il collegio di Torino. (ACS, Mostra Rivoluzione Fascista, b. 130.) 190 Biblioteca·GinoBianco Cordialmente vostro O. Morgari • I

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