nelle intenzioni pacifiste di Enrico Ford, Morgari scrive che la « conquete d'une paix prochaine et définitive étant une question de propagande, est donc une question d'argent ». Il piano, basato sul contributo finanziario di cinquanta milioni di dollari da parte di Ford, pi:evedeva una campagna mondiale per la pace, della durata di 5 anni, sostenuta da quotidiani, cartelloni, cinema, propagandisti distribuiti in tutti i paesi. Si articolava in tre fasi di sviluppo: 1) « Avant l'armistice », per avvicinarlo e influenzare i negoziati preparatori; 2) « Pendant l'armistice », per influire sulle condizioni del trattato di pace; 3) « Après la paix », per vincere quelle forze che si opponevano a una completa instaurazione dei diritti delle genti. Il piano prevedeva anche la fondazione di un quòtidiano mondiale, pubblicato in tre lingue, e l'adozione di una lingua mondiale, l'Esperanto - di cui Morgari fu un discreto conoscitorè e attivo divulgatore 39 - per influire piu facilmente e uniformemente sull'educaziope dei popoli al pacifismo. . Le soluzioni proposte da Morgari a Stoccolma per addivenire alla pace saranno definite « soluzioni medie » dal Corriere della Sera. « L'importante - scrive l'organo liberale - è che l'affare si concluda subito per merito suo, cosi il socialismo intasca in moneta elettorale il prezzo della mediazione. Sua Eccellenza Morgari ha l'anima di un viceplenipotenziario di Federico II o di Maria Teresa » 40 • L'iniziativa del socialista italiano, in altri termini, doveva essere un abile colpo diplomatico a favore del proprio partito. Il giudizio non solo era di parte, ma non s'addiceva certo alla figura di Morgari, animato da pacifismo ingenuo e « qualunquistico» ma sincero. Le considerazioni sulla partecipazione di Morgari alla Missione Ford e sul piano di pace presentato sono· di altro ordine, e· investono tutto il quadro dirigente del partito, riformisti e massimalisti allora al potere. 39 Sull'esperanto Morgari scrisse un opuscolo: La piu internazionale delle internazionali, pubblicato nel 1915, apparso a puntate anche sull'Avanti! del 19-20-21-22-24-26agosto dello stesso anno. A proposito della « questione esperantista», che polemiche abbastanza vivaci suscitò in campo socialista nel gennaio-febbraio 1918, ci sembra opportuno, da un punto di vista meramente filologico, sottolineare la posizione di Gramsci, decisamente avversa alla diffusione di una lingua unica internazionale, come mezzo per facilitare i rapporti internazionali e far comunicare gli operai dei diversi paesi. « Le spinte linguisti~he avvengono solo dal basso in alto; i libri poco influiscono sui cambiamenti delle parlate: i libri fanno opera di regolarizzazione, di conservazione delle forme linguistiche piu diffuse e piu antiche». (Cfr. Il Grido del Popolo, 16 febbraio 1918, riprodotto in A. Gramsci, Scritti giovanili. 1914-18. Torino, Einaudi, 1958, p. 174-178.) Di conseguenza i socialisti dovevano opporsi ai sostenitori dell'esperanto, preoccupandosi soltanto dell'« avvento del collettivismo e dell'Internazionale» i quali soltanto avrebbero potuto portare a un « conguagliamento delle lingue aria-europee». L'articolo riflette e ribadisce i medesimi concetti espressi nelle due note apparse sull'Avanti! - edizione milanese - del 24 e del 29 gennaio 1918 a proposito della polemica in atto (note riportate da L. Ambrosoli in Nuovi contributi agli scritti giovanili di Gramsci, in Rivista storica del socialismo, maggio-agosto 1960). L'avversione di Gramsci all'esperanto raggiunse i toni piu aspri nel postscriptum della sua lettera a Leo Galetto, pubblicata da Alfonso Leonetti su L'Unità! del 25 giugno 1967, e dallo stesso datata alla fine di febbraio 1918, in cui, dopo l'iniziale « Abbasso l'Esperanto», scriveva: « Io sono un rivoluzionario, uno storicista, e affermo che sono utili e razionali solo quelle forme di attività sociale (linguistiche, economiche, politiche) che spontaneamente sorgono e si realizzano per l'attività delle energie sociali libere ». 4 0 Cfr. Corriere della Sera, .3 giugno 1917. 167 Bibli _._ :;a Gino·Bianco
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