cembre 23 • Ulteriore conferma troviamo, inoltre, nel discorso « pro-armistizio » pronunciato alla Camera da Morgari il 1 luglio 1916. Anzi il suo intervento in Parlamento s'apriva con la confes.sione della propria crisi: « ... persino chi parla ebbe negli inizi un momento di esitanza e pregò un collega, che è su questi banchi, di tenergli in serbo una camicia rossa » 24 • Il discorso, intellettualmente molto dimesso, è sintomatico, in alcune sue affermazioni, delle contraddizioni e della povertà ideologica che caratterizzarono il socialismo di Morgari. La guerra non era considerata unilateralmente come un « portato degli interessi economici delle classi dirigenti », ma anche come esigenza di « cause ideali, sdegni generosi, fedi sincere» 25 • Cosi le argomentazioni successive erano condotte sul filo di un pacifismo prettamente borghese. Pur tuttavia, molti dirigenti socialisti non gli lesineranno manifestazioni di plauso e solidarietà. Lo stesso Serrati, in una breve introduzione al discorso pubblicato sul giornale del partito 26 , pur dissentendo « sia per ciò che si riferisce alle origini e alle cause della guerra, sia per quanto riguarda la condotta della guerra e sia anche e soprattutto quanto ha tratto ai rimedi democratici contro la guerra», non mancherà di elogiare il discorso « coraggiosissimo » di Morgari 27 • Come analoga solidarietà gli esprimerà Antonio Gramsci, a nome della sezione socialista torinese, in una lettera datata Torino 29 dicembre 1917 28 , per il discorso pacifista, di identica ispirazione borghese, pronunciato alla Camera il 21 dicembre 1917 29 • La citazione di Serrati, che viene comunemente considerato il rappresentante dell'ala marciante e rivoluzionaria del partito nel periodo bellico, e di Gramsci, ufficialmente venerato «padre» del comunismo italiano, non è gratuita. Essa è rappresentativa, invece, di una certa mentalità, 23 Cfr. R. De Felice: Mussolini il rivoluzionario. Torino, 1965, p. 238-239. 24 Cfr. Atti parlamentari, Camera dei deputati, tornata del 1° luglio 1916. Il « collega » è l'on. Chiesa; lo rileviamo cla Il Popolo d'Italia del 24 luglio 1917. 25 Riportiamo il brano del discorso relativo alla concezione della guerra: « [ ... ] non parlo dal punto di vista socialista dottrinale, il quale contiene una verità profonda, ma unilaterale. La interpretazione materialista della storia spiega sempre ad un modo il fenomeno della guerra. Per essa la guerra è sempre il portato degli interessi economici delle classi dirigenti. Ogni guerra altro non è che una bassa e criminosa manovra del capitalismo. Vi è del vero in questa tesi, ma non vi è tutta la verità ». · 2 6 Cfr. Avanti! del 9 luglio 1916. 27 Che l'introduzione al discorso di Morgari sia stata scritta dal direttore delPAvanti!, G.M. Serrati, lo si desume da una lettera da quest'ultimo inviata al socialista torinese, datata 7 agosto 1916, in cui si legge: « ... il tuo discorso - a parte il dissenso di principio - è ottimo per la sua chiarezza e precisione... Sarà pubblicato domenica. Io mi permetterò di fargli due righe di nota, valendomi di quanto mi scrivi. Tuo cordialmente G.M. Serrati (ACS, Carte Morgari, Se. 15, F. 13, SF. 7). 2s Cfr. appendice B. 29 Cfr. Atti parlamentari, Camera dei deputati, legisl. XXIV, I sess., tornata del 21 dicembre 1917. Dopo aver tributato un elogio alla campagna pacifista lanciata da Wilson e, in genere, al pacifismo degli Stati Uniti d'America, non «contesta» che « fra i rivoluzionari, i neutralisti, i pacifisti russi o d'altrove, e magari d'Italia, possa trovarsi qualche agente del Kaiser che si è camuffato in quella forma per procurarsi un alibi». Parla poi della sua tesi di pace « che è nel senso di una pace di perdono », passando a presentare il suo ordine del giorno, che chiede alla Camera « di invitare il governo a rivolgere alle Potenze alleate, nemiche e neutre una proposta di pace generale e di riordinamento della convivenza internazionale basata sull'abolizione del diritto di dichiarare la guerra, diritto finora riconosciuto agli Stati dal costume politico e dalle convenzioni internazionali». 162 BibliotecaGino Bianco
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