Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

\ aderire, né sabotare » proclamata dal segretario Costantino Lazzari. I socialisti italiani furono tra i pochi, con i socialdemocratici svizzeri, a sperare ancora nella Seconda Internazionale, ormai frantumata dall' « unione sacra » stretta dai partiti socialisti di Germania, Francia, Austria, Inghilterra, Belgio con i propri governi borghesi, come forza d'urto dell'antimilitarismo socialista. Da questa illusione scaturiva il convegno di Lugano del 27 settembre 1914 tra le delegazioni del PSI e del Partito socialdemocratico svizzero, concordato nel tentativo di riattivare il funzionamento del BSI, che dalla riunione di Bruxelles del 29-30 luglio 1914 aveva cessato praticamente di esistere, e con esso l'Internazionale 2 • La mozione Modigliani, d'altronde, approvata contro quella di Morgari che proponeva di rompere definitivamente con l'ormai inefficiente Bureau residente in Belgio e di istituire un nuovo Ufficio internazionale provvisorio con sede in Svizzera, è chiaramente significativa delle speranze che i socialisti italiani riponevano nell'Internazionale. Essa incaricava appunto il Partito socialdemocratico svizzero e il Partito Socialista Italiano di riprendere i contatti con il B.S.I. onde ristabilire le funzioni 3 • Le iniziative auspicate dalla mozione Modigliani si svilupparono pochi mesi dopo. Per l'esecuzione del mandato di Lugano, infatti, la Direzione del PSI e il direttivo del Gruppo parlamentare socialista, nella riunione tenuta a Firenze dal 16 al 18 gennaio del 1915, incaricavano Oddino Morgari, nonostante questi nel convegno di Lugano si fosse decisamente espresso - facendo sua, in parte, la proposta De Falco - per la soppressione del vecchio B.S.I., di prendere contatti con i partiti socialisti dei paesi europei belligeranti e neutrali 4 • In una serie di articoli dal titolo Che cosa fare?, apparsi sull'Avanti! dal 20 al 22 aprile 1915, Morgari espresse il suo punto di vista sulla necessità improrogabile della convocazione di una conferenza internazionale socialista. Dopo aver giustificato i socialisti che avevano aderito alla guerra in quanto « l'opinione che il proletariato debba associarsi alla difesa della patria circola da tempo nelle file socialiste, è stata apertamente affermata in molteplici occasioni, nella stampa e nei parlamenti, e non fu mai sconfessata " esplicitamente " dai congressi », obliando del tutto gli ultimi due capoversi delle deliberazioni conclusive del congresso di Basilea del 1912, violentemente antimilitaristiche, egli si rivolgeva all'Esecutivo dell'Internazionale: « A questo Bureau socialiste international noi rivolgiamo un caldo appello ad uscire dal suo presente stato di aspettazione ed a riunire senz'altro l'Internazionale ». Nello stesso mese di aprile 2 Il resoconto stenografico della riunione del B.S.I. a Bruxelles è stato pubblicato da G. Haupt in Le congrès manqué, Paris, 1965, p. 251-267. Esso costituisce una fonte d'informazione di prima mano, non essendo stata ammessa alla riunione la stampa e basandosi le altre fonti su ricostruzioni successive di alcuni delegati, peraltro confuse e imprecise. 3 Cfr. il Protocollo. della conferenza socialista italo-svizzera di Lugano (27 settembre 1914), a cura di A. Romano, in Rivista storica del socialismo, gennaio-aprile 1963. 4 Cfr. Avanti!, 18 gennaio 1915. 156 BibliotecaGino Bianco

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