Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

GAETANO·S. ALVEMINI . : • l I , .. . I . ' Dal • I I • ··Ratta,:di Londra; I , I~ I • I ,:,• • • I \ . ' ' . _ Pace·d-.i ·Roma·, ,. . I . ,, . , I I • I , PIERO. GOBE'f'II ~ · EDITORE I • TORINO ' 1925, '!J· Bibli.otecaGlno B·ianco 'I

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... I , PROPRIETÀ RISERVATA I • Tipografia O. MARCHISIO & C. - TORINO - Corso Palestro, 8 bis I Biblioteca Gino Bianco, I

,r ' ' ,. ' \ 1 \ I ì ' . \ ' . ' I ' , ' ,, " ' ERRATA CORRIGE I ' I J • A pag. 5, 'mettere !"ultima linea al .qualitultimo. posto. A pag. 7, nella' quinta linea, corr. Grego in. Eg.eo. I , ) I i i) I • A pag. 38,, nella linea nona cominciando a contare dall'ultima, sop- · primere le pardle naz.ionalismi e i. • ' I A ,pag. 41, aggiungere in· fine d€11a pagina le pa~ole do_mini di , , Casa 1d"Austria, nel quale una dinastiq, orto-. , I ' A pag. 47, nella 6a lin~a, .corr. contro in conto.· A pag. 126, nella sa linea, corr. · tedesco in turco. . ' ,, A· pag. 145, nella 11a linea, corr. · 1915 in 1918. A pag. 15,7, nella 16a linea, cor.r. ·Dalmazia in Croazia. . ,, A, pag. 187, in nota, nella quintulti,ma linea, corÌ-. 1915 in '!918. A pag .. 265, neU'uhimaJinea della nota, corr. P~INE'ITI in B1ssoLATI. , ,A pag. 206, nella 2\À 'linea, corr. Ger1nania in· Consulta. ,A pag. 241, nella nota, 211- linea, cQt'r. Patto tdi Loiidra, dur'(irz,te _:_ adriatico; e in Patto di Londra; ma durante - a'driatico, t A pag. 346, 'nella hota,. ana 6a lineéi, eorr. Bussa in ,Bens~. ' A pag;. 348, 'nell,a linea ·9a, corr. inesplicabile in inespiabile'. I I ·, ' ' I • 1 • . \ ' . \ ' l : ) I . ' ' ì ' ' ' ' j I l f • \ Btolio ...,"a Gino Bianco ,, ' ' ' ....

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1· Ai nuovi giov,~111 amici, \ che sono venuti a me In queati anni dilllélli, I .questo llbro •·, In , segno d.i rlconosce,-,aa, dedicato. ,. "v \ . ' \ ' I l )

I t ' .I ... I ' • f .,. 4 BibliotecaGino Bianco / I

t ' I I ' I \ ' \ \ r , ( \ l I ' LA DIPLOMAZIAITALIANA · NELLA GRAN-DE GUERRA. , ' I I I '•t I. ·La neutralità assoluta. l ' I . \ Di fronte alla crisi della guerra m,ondiale, i socialisti ufficiali itali~rìì si dichiararono quasi tutti per la ne,u- ~ralità assolu~a. La guerra - affermava B1enito MusL. solino sull' A 'Vanti! nell' ~go sto \e settembre .del . I 9 I 4, e co~tinuarono a ripetere i ~ocialisti seim)pre- la· guerra er~ una lotta fra goverµi ((capitalisti)), tutti egualmente ,·\ responsabili della strage, tutti eg-ualmiente impetialisti. · >. Essa non avrebbe risoluto rress~ri problema di giustizia l nè per i vincitori !1è per i vinti. L'im1>erialismo dei vincitori avrebbe manomessò senza scrupoli tutti i diritti , ' . dei vinti .. Perciò il pr,oletariato italiano doveva rifiutare· I • la propria iSolidarietà non solamente alla politica degli · Imperi -centrali, ma a11Jche a quella d:ella 1--riplice. Intesa. ' t Invece di sviarsi dietro a!La così detta « di fe:sa della patria >>, i socialisti doVjevano inserirsi neJla'· crisi della guerra per prqr'nuovere la rivoluzione sociale intert;1.azionale, se·condo la pr1 evision~ e l' ins,eg_nam~nto di Marx. Biblioteca Gino Sialico F

-XLa neutralità a!ssoluta aveva il consenso delle 1noltitudini operaie e contadine. Ma queste, se non si curavano degl'imperialismi borghesi, nionlsi curavano neanche della rivoluzibne sociale: domandavano solamente di esser1e. lasciate tranquille alla loro vita di ogni giorno. Erano un peso ,morto per gl' intervell\tisti, che volevano trascinarle nella guerra; erano un peso morto per i socialisti, che non riesciro110 mai a trascinarle tJ,ella rivoluzione. Subirono per forza la gu~rra, perchè c'era una spietata organizzazione amministrativa, che l•eiafferrava e le buttava nella fornace; non avevano un pensiero propri<? ed una volontà propria, nè per rivoltarsi contro la guerra, nè per fare una rivoluzione. D'altra parte,, la neµtralità assoluta contrastava con tutte le necessità reali, in 'cui l'Italia era travolta per effetto della guerra mondiale, e con tutte le abitudini n1entali di quasi tutti gli uomini 'politici italiani. L'Italia, infatti, rnessa a contatto deillaMedia Europa con la sua parte continentale, e dist~sa a mezzo il Mediterraneo con la sua parte pernisulare, rappresentava, per questa posizione strategica ~ _per la •carne da cannone che poteva essere forni_ta ~i suoi 40 milioni di abitanti, un fattore militare di gratl!di'Ssima importanza, tanto per gl'Lmperi centrali, quanto per la Triplice Intesa. Ciascw10 dei due partiti aveva interesse a tirare · il Governo itaiiano ·nel proprio gioco, rovesciandone le f orz,e contro il partito avversario. E date Le pressioni, che avrebbero. insidiato la neutralità italiana da tutte le parti durante la lunga guerra, le classi politiche italiane avrebbero dovuto trovarsi itl) una situazione di perfetta indifferenza fra i 1 due gruppi belligeranti, e Biblioteca Gino Bianco

\ - XI - 'avr,ebbero dovuto possedere una prudenza ed una f o,rza di ·_vo}ontà sovraumane; per rnan~enere fino alla fine la - propria neutralità. · , Invooe, tutti i partiti politici italiani, attraverso la I ' educazion1e degli µltimi cento ann·i, si ,erano, avvezzati a ) I . ' considelìarsi direttamente ,e necessariamente interessati I nella guerra n1ondiale. Gli irreçlentis,ti non amrhettevano che la crisi potesse chiuders.i senza che pa99assero ~1 di qua del confine nazionale i paesi italiani ancora incor- . porati nei domini di Casa d'Austria. I cqlonialìsti considerava.no la guerra come la oaC'asione fortunata e lungamente aspettata, per occupare od ipot~~are nuovi ·t~rritori nell'Asia anterior~ e nell'Africa.· I nazional1sti erano irredentisti, contro l'Austria, e colonialisti contro la1 Ftancia e contro l'Inghilterra. Uno stato d'animo nazionalistoide, largamente diffuso nella ufficialita dell'esercito, fra i giornalisti, nella bur,orcrazia, n~lle scuole, avr~bbe fatto considerar·e come disastrosa una I guerra _europea, da cui l'Italia non fosse uscita territorialmente ingrancllita, pOiOO importava in qµale direzion,e. Gli stessi socialisti predicavano la neutra1i;tà, perchè c?era, • 1 chi predicava la,guerra: ma se la guerra si fosse chiusa senza a1cquistiterritoriali per l'Italia, avrerbbe.roaccusato la « borghesia)) italian1 a di non avere sap~to risolvre-re . l ,· • nè il problema . d~lla integrazione nazionale, nè quello dlelle « materie prim-e >> ·colon.iali: ed avrebbero s.fruttato anche queste delusioni come fermenti di disor-- , , ,dine sociale. Gli Italiani del 1914 non avevano la men-· tal~tà degli Syizzeri : -possiamo .approvare o deplorare il fatto; ma questo ~ra il fatto~ Avvezzati per 'lunga tra..: r , dizione - non discutiamo se a torto o· a ragione -. a Biblioteca Gino 'Bianco

- XII - · voler essere elementi attivi nella politica medieuropea e nella politica mediterranea, essi non potevano, da un morµento a.11' altro, ritirarsi con1e la chiocciola nel proprio guscio, e rimanersene immobili e silenziosi in attesa !che cessasse intorno. il rumore delle armi. Bisogna poi ricordare eh~ per trentadue anni· il Go~ v,erno italiano era' stato ailleato con gl'Im.pe.ri centrali nella Triplice Alleanza : per conseguenza la neutralità italiana era considerata in Germania ie in Austria come un tradimento degno di vendetta esemplare. D'altra parte, quei precedenti triplicisti rendevano sospetta la neutralità italiana ai Governi della Intesa: per conseguenza, questi, durante tutta la lunghissima guerra~ avrebbero chiuso l'Itali)a neutrale in un reticòlato di preoauzioni militari ed economiche, da cui sarebbero 1 ·sorti pericolosissimi incidenti giornali~ri. Si prendano in considerazione, finalmente, le abitudini sediziose, che han11rosempre deliziato la vita pubblica della nostra cara patria. E si dovrà riconoscere . . \ , che la neutralità assoluta, proclam~~a dal Mussolini nell'agosto del I 9 r4, rispondeva bensì alle teorie del socialismo internazionalista e rivoluzionario rigidament,e e semplicisticamente interpretato, m,a avrebbe prodotto,' fra ·il 1914 e il 1918, la totale disorganizzazione spirituale della nazione italiana. Invece dell'intervento ~taliano nella guerra, avremmo avuto nell'Italia ne-tiitraleuna lotta interna., s.empre più aspra, fra rieutralis.ti e interventisti; gli agenti degl'Imperi centrali e qùelli della T ti plice Intesa avrebber·oi esasperato questa irosa battaglia; il disordine degli spiriti, che produsse, la crisi del maggio 1915, sar,ebbe divenuto Biblioteca Gino Bianco

I I 1 I I , - XIII - rJ tanto più grave e pericoloso quanto più si fqss.e prolun- 1 gato; _difficilmente avretnmo evitato le sedizioni militari, più difficiln1ent~,ancora la guerra. civile;· all~ fine I ' I la cris:i si sarebbe decisa in un senso o in. un altro, se- ·condo ~emanovre degli agenti esteri, secondo 1e sorprese di inc.identi rn1prevedibili, secondo le mutevoli nervosità ' di politicanti nostrani. E allora, dopo ·i ·mali delle lotte interne, avremm•o avuto i mali dell'intervento, aggr~- vati dalla precedente crisi. Quel che q.Vven~e 1urant,e , la guerra .in Grecia è, in piccolç>,lo specchio di quanto f sarebbe avvenut01·in Italia. 1 .::, I I, , I Quanto più ci allontaniamo dai .fatti e ci, sforziamo di valutarli obiettivamente, tanto più un'idea appa're I ohiara: la partecipazione ·dell'Italia alr; ~,uerra era ·una ineluttabile ·fatalità. Sul modo e sul tempo di interve- , , nire, di tare la .guerra, di fare la (pa.ce,non fra l'intervento e la neutralità, i Governanti italiani avevano li- ·bertà di scelta. ·· · 1 Di siffatta libertà essi feceto senza. dubbio il ·peggiore · ' uso possibile. La guerra italian~, tanto nel campo diplomatico, quanto in quello. militare, sembra -essersj ispi-· · rata _al programma di raggiungere col massimo sforzo . i minimi risultati. E i trattati di pace hanno purtroppo \ realizzato le p1 revisioni pessimi'ste dei socialisti; l'imperialismo dei vinci tori ha i atto m~n 'bassa,. come peggio · non poteva, su tutti i diritti dei vinti.' · Ma il progr'amma miserevole prefisso, dai nostri Go- . vernanti all'intervento ,italiano, la sciagurata condotta I I della guerra, lo :stupido e perfido andamento delle tratta'tive di pace, si de~bono attribuire esclusivamente allà ' ' responsabilità dei ((·capitalisti )) ? ·Non esiste nessuna I I I' , · Biblio~eca ·Gino Bianco j ), ,

- - XIY - responsabilità dei socialisti italiani nei dieci anni fortunosi che abbiamo finora attraversati? Se invece di condannare apocalitticamente qualunque partecipazione I . alla guerra in attesa di una rivoluzione internazionale che non doveva venire, i socialisti italiani avessero seguito Leonida Bissolati, accettando l'intervento a. condizione eh.e a.vvenisse col programma di Bissolati) le cose non avrebbero potuto prendere un'altra piega? E anche se non avessero voluto abbandonare durante la guerra il principio della neutralità e del pacifismo assoluto per una incrollabile fedeltà alle loro dottrine tradizionali, - che pur avevano la loro linea logica e mo1 rale, - non dovevano essi, a guerra finita, affrontare positivamente i probl:emi della pace? Perchè non ap- -profittarono della crisi post-bellica, che durante due buoni anni 'li rese onnipotenti, per sorvegliare l'opera dei diplomatici e dei militari raccolti a Parigi, ed esigere che la pace non fosse un tradimento di tutte le promesse fatte nella guerra? Era, inveoe, più facile disinteressarsi a priori di tutto quanto a Parigi si stava fucinarido; fare gli sberleffi a Bissolati, che lottava ·disperatamente nel 1919 contro i '- nazionalisti, anzi combattere Bissolati come il peggiore , dei nazionalisti; aspettare che la rivoluzione internazionale e la pace perpetua arrivassero dalla Russ:ia senza sforzo di pensiero e senza sacrificio di sangue in chi le aspettava; fare intanto molti scioperi per la conquista di più alti salari, fare comizi elettorati ·per la conquista di molti seggi alla Camera dei deputati, e lasciare il terreno libero ai diplomatici e ai militari. E questi dopo aver fatto a modo loro la guerra, fecero a, ·modo loro la pace. Biblioteca Gino Bianco

-. XV- " Oggi,. svanito - e coipe·tragi 1 o~menlte ! - il miraggio della ri.voluzione importata dall'Oriente, iJsocialisti ita- • i liani più., colti -e più s~ri hanno lasciato i comunisti e i massimalisti a ripetere le v·ecchiieigiaculatorie· sulJa inev:itabilità della ·guerra e S,ttlla possibilità~ della pace in regi1 mle capitalistico; hanno ripreso il contatto con là realtà di ogni giorno; sono desiderosi· di Iavorar'e per · cor~eggere i trattati ~ e per assicurar meglio la pac~· contro le mariovre nazionaliste, senza a_spettare H (( tra- " m_qnto della società boi·ghese )). Quanto più efficace e · piit utile sàrebbe ·stata la lorb volontà, se l'avessero applicata sei ~inni or sono, affinchè fossero evitati gli . I errori e le perfidie dei ti:,attati, anzi che impii'egarl'aoggi . ad ottenere che siano faticosamente riparati·!'. II. Tr.lpllclsmo lmper1a·11sta .. è trllpllcls-mo nautralls,_·ta. i 'l Alla notizia dell'ultimatum austriaco alla Serbia,' i nostri nazionalisti inizìaiiono immediatamente la propaganda dei comizi per l'interv~nto a fianco degl'Imper'i ' ' . .centrali. Les_truppe italiane cominciarono a concentrarsi ' , Vierso 1 la frontiera francese. E se pritna di lanciar,e· ~- l' ultirnati-tn1 alla ~Serbia, i Governi di Be'rlino e dì Vienna si' fossero\ a·Clcor.d~ticon quello di Rom~, promette11- , dogli il Tr,entino e una congrua partecipazione ai pro- , fitti coloniali della vittoria~ è òerto che la grandissima m1 aggioranza, non del popolo italiano, mcl:degli" uomini ' v' Biblioteca Gino Bianco , ·

- XVI - - politici italiani, avr~bbe accettato ed avrebbe imposto al paese senza la min~ma esitazione l' intervèn.to nella guerra a fianco degl'Imperi centrali. E quando si acce~ti il punto di vista i1 mper1ialista, e dato che un programma i1 m.perialista italiano· pote1sse veramente realizzarsi nell'alleanza con: gli Imperi centrali, si deve t1iconoscere che 1~guerra triplicista. sarebbe stata la vera autentica guerra i:mlperialista dell'Italia. Il blocco austro-germanico avrebbe messo sotto il proprio- ,controllo tutto il bacino orientale del M,editerraneo e l'Asia anteriore; l'Italia avrebbe fu~ionato come antemurale medieuropeo verso il Mediterraneo occidentale, contro l'Inghilterra e contro Ia Francia; in compenso, I avrebbe ottenuto dal Governo· di Vienna una sistemazione arnichevole della propria frontiera orientale, ed avrebbe occupato la Tunisia, la Corsica, il Nizzardo, la Savoia. ,e una parte dei territor~ coloniali che sare~bero rimiasti disponibili in Asia e in Africa. Il difetto di questo progran1ma· imperiailista triplici sta era che gli mancava il 1 consenso dei Governi allea.ti. Era come il sogno della lattivendola. Scivolò su cli un nulla : sulla questione del Trentino. I Governanti austroungarici nòn intendevan·d cedere un solo pollice di ter- - reno agl' irredentisti e ai nazionalisti italianli. I Governanti tedeschi non volevano mettere a rischio l'aUeanza austriaca, facendo pressioni su Vienna a favore del- , l'irredentismo italiano. Gli uni e gli altri si tenevano: sicuri della vittoria, anche senza il con.corso delle forze italiane. Il Gabinetto di· Berlino era con- , vinto che quello di Rom·a gli sarebbe andato dietro nella sua avv,entura, sen1za volontà propria, in pref ' Biblioteca Gino Bianco

, / ' \ . ' ' ' ,. - xvu - • • • I ' . . u ~ ' I ',c. l ' I I visione della vittoria tedesca, pe·r paura· .. dcllt:. r~ppr~- saglie·· t~desche · dopo la •vittoria. Il Gabinetto di Viet)Jna l • f I pr1e,ferivafall'intervento degl'italiani la loro neutr~lità, per no~ dovere disc~tere cori ·essi•,• il problema dei _c~im- . , pensi. Qualc~1e -·profitto territo~.iale, c~.rtq,_ non· satet>b~ .·m·ancato al Governo italiano, I se fos·se e·ntrato nella . . \} ... guer:ra ; ma i ·Gctver·ni di ·B·elrino·. e çli Vienria si riser- • I vavano di stabilire .a ·loro comodo1 e1 a toro beneplacito , 1 ~ • ' > la m-isura dei profitti, sempre .benintes_o a q.ebita distanz~· ', dalla frontiera· austro-i.taliarta. N él sistema ·della . Me- ,J , _dieuropa -vincitrioe~il Governo italian,9 doveva. e~trlat€ . , . come vassallo, notJ come alléato :· sullo stesso piano · - ' . . ... _ ~. . . . della -Grecia, della· T·urchia, della Bufgaria. , · · '. Il ~isa~cord~ f~a il Qoverno di R:~a· ~ .. quelli di Berlino · e di Vienna .sul , modo di intendete .i i diritti e · i . doveri itaJiarìi nella, 'TripHc~ Alleanza, non ~r~ urta. no- .. ~ ·' vità deU'estate 1'914: la. storia della. Tr-iplice è, I quasi ' ' tutta, la st1 oria di un:a d1$~U~siones.ul n1oda d;i prati~r~ l'alie~~z?-, durata.· 32 anni, fra la duplice austro-=t~de~ca , . . - . e il terzo alleatò. · Ma fin0 ·all'estate. de1. I 9 t4, i Gover- , ' 1 • • . nanti italiai;ii avevanò sempre sperato di indurre· Viei:uia.,! coll'aiutç> cli Berlino, ·ad accetta.re l'interpretazione italiana. Nelle ultime du~- settirriane del •luglio 1,914,._il . ~ _ dissenso s1.rivelò '.insa11rabi,e-, per l' ulfimatitim· lanciato·· , dal _Gabinetto ~i Vientna aìla Serbia sen~a q~~11a im.tesa·, , ' . preventiva' con l'Italia, che era doveÌ-"Cisas.econdo la .. · . · . \., , r . ,~- . . lettera e lo ·spiri~o della Tripili~.e _Allean?a1,. e per i cavilli . ·. \ · austriaci sul 'diritto ai. compensi, . che- pur ~rél: con-:- · sacrato I nell'irticoto· .Vll del trattato. ·Quest~attitÙdit}e .dei Governi alleati, ·e l'irtterV1entoinaspettato· ·dell'Impero - 1 • britannic~ nélla ·guerrf-1·a: fianco deUa Francia, fuhpinaI ~ ' ' * , I Biblioteca Gino Bianco • I ' I l .

.. - X'f'III rono l'imperialismo triplicista italiano e determinarono la dichiarazione di neutralità. Appena delineatasi così la situazione, i nazionaHsti abbandonarono dalia sera alla mattina la propaganda per l'intervento a fianco degl'Impcri centrali; rin1asiero in vedetta per un m·ese, finchè la battaglia della Marna non li convinse che -la vittoria era sfuggita alla Gertnania, e no? li illuse che la vittoria della Triplice Intesa precipitava: e a mezzo settembre de1 l 1914 iniziaròno la 'catnpagna per l'intervento contro gli antichi alleati. · Ma la grande massa dei triplicisti - giolittiani ie clericali - si rifiutò di seguire i nazionalisti per la n;uova strada. Dopo trentadue anni di consue;tudine triplicista, non avevano abbastanza agilità di pensiero per mutare orientamento da un giorno all'altro. Pur essendo delusi e disorientati per l'attitudine dei Governi alleati nella , ([!Uestionedei compensi, r~manevano arenati nel sistema . triplicista, per inerzia mentale, per nostalgia di quel che " la Triplice avrebbe dovuto essere e .non era più, per \ ' antipatia verso la Francia (la f ranc9f obia ·e la franco~ filia sono sentimenti primitivi ed irridu~ibili nello spi- ~ rito di moltissimi italiani),, per sicurezza nella vittoria final,e pella Germania, anche dopo la battaglia della Marna, fosse pure a lunga scadenza (e senza l'intervento degli Stati Uniti avrebbero avt;tto ragione). Si confusero spesso e vol,entieri, nella lotta co11tro ·gl'interveptisti, coi socialisti neutralisti. Era, però, un equivoco. Pochissimi fra essi aderivano al concetto della neutralità assoluta. I più non osavano dichiarare apertamente il loro pensiero, perchè sarebbero stati schiacciati fra i Biblioteca Gino Bianco J 1

' I ,\/ I l ì I , - XIX - Cl se½ialisti sost~nit0.ri d~Ua neutralità assoluta e gli interventisti sostenitori della guerra a~tigermaqica. Ma nei discorsi fam(iliari considerava110 1a neutralità itaHana I ►' ,, , ' \ com~ una posizion:e· provvisoria : speravano che i Gover'ni dcigl'lm•peri centrali comprendessero via- facendo la ne- ' cessità di _essere meno· avari con l'Italia ·nella questione dei. com·pe-nsi,la cointeressassero più latgamente ·ai profitti della vittoria, e la attirasis.ero OOìS,Ì n:el loro caJJ.111110 ) ) I •.,r non apperta la bilancia dei soccesisi militari fosse: ritornaJa a traboccare a loro vantaggio. Il neutralisano tri- ~ I plicista era un surrogato dell'.im.perialism.o,triplicista. . E anch'ess9 naufragò contro lo scoglio .dell'ir.reden- , tismo1. La intrattabilità austriaca suUa que_stioniedella fr:ontiera austro-italiana, qopo avere fatto fallire- l'in\- perialismo, tripli cista nelr_estate del I 9 I 4, f ec·e fallir~ . il suo surrogato ne-utrali~ta nella primavera del 1915. La Triplice 1 AHeanza finì con l'abprto di un aborto. I . ., . j . ' ' . 'I , : , L'interventismo di Bissolatl.: I / r, ' . Es~•en,do impos.si};)ilela neutra)ità él;Ssolu,ta- essendo fallito l'imperialismo triplicista -· essendo .fal:lito il tr'i- . ' plicism,o neutralista -, non ~imaneva 1che l'intervento nella guerra, a 6:anco della Triplice Intèsa, contro il \ blocco ausrtro-germani~o. Ma c'era modo e n~odo d'intervenire. lJno di questi m.odi era quello propugnato d I "d' B. 1 .·. a,. -. a -...1eon.a1 --i_sso at1. ( ·, '\ ' Biblioteca Gin.o Bianco I' . ' • I

' ' . ' - xx I Non appena scoppiò la bon1ba dell' u~timatu,tn contro la Serbia, Bisso lati sentì che: la guerra fra la Triplice · · , Intesa e il blooc'.oaustro-germanico era anche guerra fra l'Austria, che intendeva sottoporre al prop_rio controllo · , la penisola balcanica, e l'Italia, che doveva di fendere· la • I . . propria indipendénza contro il peri-c:qilo che si ra,ffor- · zasse formidabilmente aY suo oriente l'Impero austroungarico. E sàrehbe stata guerra lunga, terribile.: guerra, di vita o di morte: o si. sfasciava l' i\ustria, o si disso-1,- veva. l'Italia (I). I.)er superare la prova col minore possibile sacrifitcio ' . ' di sangue e di ~enaro, occorre.va concentrar.e il maggior nun1ero possibile di for-ze contro un. ne,mico, che si ( 1) « La guerra, a cui l'Italia è chia.mata, non sarà, no, una passeggiata militare; non sarà neanche il ·colpo di grazia, rapidissimo e facilis~imo, mediante cui molti s'illudono di riportare, con poca spesa e con nt.ediocre sforzo, una vittoria decisiva. L'Italia dovrà fare, relativamente alle sue possibilità, uno sforzo non minore delle altre Potenze, che si trovano nella prima linea del c,onflitto. Questo sforzo ci sarebbe imposto daU'Austria e dalla Germania, anche se 'noi c'illudessimo di poterci ferti'iare com:odamente dopo avere realizzate le nostre piccole rivendicàzioni territoriali. La Germania, al primo sentore di un'azione deH'Ita-lia, tenterà senza dubbio, come ha fatto ·per il· teatro orientale e occidentale, di portare la guerra sul nostro territorio. Tenterà qua.~i certamente 1.1tnarapida off·ensiva, una di quell'e' off ensi'[!e, delle quali ha dimostrato di possedere la forza e il . segreto, obbligandoci ad abbandonare la difesa di tutto , il saliente. del Veneto e , del confine orientale. E ·bisogna 'essere preparati anche a qualche rovescio, e in tutti i casi a sacrifici lunghi, grandi. Queste previsioni è bene che siano tenute pre~enti -da tutti gl'italiani >). Queste parole, stampate nell'Unità del 26 febbraio 1915, non furono scritte da Bissolati; mq, furono il resultato degli scambi di idee, che lo scrittore di esse aveva con Bissolati, con ) Antonio De Viti de Marco, ·con quegli altri amici che circondavano Bissolati e gli. rimasero sempre fedeli. Biblio~ecaGino .Bi~nco I .

I . \ -· XXI,- sarebb~ difeso fino· all'ulti 1 mo reispiro e da cui non. ò'era 1 da aspettare nessuna pietà:· occorreva du.nque che il · Governo italiano mobilitasse ed alleasse con sè tutti i possibili nemici della Casa d'Austria. Occorreva che l'Impero au.stro-ungarico fosse disgregato all'in,terrto dalle inquietudini- nazionaÙ degli Cz-;ec;hi,dei Polacchi, dei. Rumeni, degli Slavi del Sud, mentre sarebbe stato investito --all'esterno su tutte le frontiere dagli ~serciti dell'Intesa. La pace separata· era invano cercarla coi Go- , . verno di Vienna, che era controllato dai Tedeschi e, dai Magiari : bisognava farla' con le naz.iona!ità slave e latine, assogg;ettate ai Tedeschi ed ai Ma•giari dalla p(?litica di Casa d'Austria. Da questa coincidenza fra la disgregazione interna e gfi assalti este~ni, sarebbe risultato lò smembramento dell'Impero absburghese nei suoi elem:e11itinazionali. Delenda A ustrìa. Era il pr•ogramrna di 1\/Iazzini, che rinasceva a• un tratto .dal sepolcro, in ., cui sembrava sotterrato da éinquaneanni. · Affinchè avvenisse quella coincidenza fr:a le rivolte · . interne e la guerra esterna, che era necessaria allo. sfa-· \ celo dell'Austria, occorreva· che' gli Slavi defl' Austria avessero, la _certezza di raggiungere migliori condizio~i di vita nell'Europa, che sarebbe nata dalla sconfitta · austro-g,ermanica. Il loro slancio co~troi, i Tedeschi e contro i 1 Magiari sare1bbe rirniasto paralizzato, sie aves~ero avuto da temer,e,, dopo lo smerp.bramento' dell I , . l'Impero a'bsburghese, una nuova dominazion:e in lq.ogo de:lla .do,minazione tedesco-magiara. Ecco dove il pro~ ~ blema della vittoria si complicava col problemà dei rapporti .fra Italiani' •e Slavi nelle· terre miste dell'Adriatico orientale. ' I ·Biblioteca Gino Bianco, \

I I t ' - XXII Fra queste ,t,erre miste, la Venezia Giulia dovev~ indubbiamente passar:e · al di qua della nuov~ frontiera 1 italiana; nonostante che mescòlati con gl~Italiani vi ·abi- , tassero, altrettanti Slavi, ,è,he erano po,rtati dal lorb sentimento nazional~ a gravitare· v,erso la Slo:venia · e verso la; Croazia. P·er 1<endere meno penoso a questi Slavi il distacco dai loro centri nazionali, occorreva . , prom·ette~ loro, e poi mantenere, piena libetrtà di coltura nazionale e .perfetta eguaglianza giuridi,ca con gl'Italiani : la libertà può rendere ileiggera e far accettare . col , tempo la divisione dalla nazionalità. :rv.J~ la nuova f ronti.era. ita]iana doveva fermarsi al Quarriaro. Oltrepassare Fiume, - domandare anch_e la Dalmazia, significava oolpire al cuore tutta la popolazione serbo- ,- f , I · croata, che si stende da ~ussak ad Antivari Sàre~be I ' stato come se· la Francia ci chiedesse la Liguria, o la , Toscana, o il Lazio. Sarebbe stat.o tr_as.formare l1 a guerra I .austro-italiana in• una guerra d'indipendenza degli Slavi ' ( . ' del Sud contro l'Italia sotto il patroci 1 ni,o della Casa d'Austria. Avremmo offerto noi alla Casa d'Austria u;h magnifico terreno di propaganda anti-italiana, di reclutamento militare e di c.oesione imperiale, inv1ece di a.:-tti- 11 \ rare verso di noi' i suoi soldati slavi e di disgregare, la sua compagine militare. Avremmo dichiarata la 'gue,rra, e nello stesso tempo .avremm,o aumentato al ne;m:ico le forze per la difesa e· per il contrattacco. Avremmo re1 s0 anch.e estremamente difficile, se non addirittura impossibile, ogni ,coordinazione fra l,e· nostre operazionli militari e· quelle delle forze serbo-montenegrine: come p1r(- tendere che i Sierpi si battessero a fondo contro le forz, ~ austro-ungariche, in collegamento con !~esercito italiano, · I Biblioteca Giri10Bianco • I J ' :I

. ' 1 - f < . ' 1' . I ' ' 1 I I I I - XXIII - ' I I ò se da ogni sconfitta austriaca avessero dovuto prevede-re com.e frutto la Dalmazia conquist<;lta· dall'Italia· •e la ! .Jugoslavta intercettata ovu~qué>dal mare Adr1atic0t? Occorreva\, dunque, sist~maré il problema adriatico l • mediante uri com:promesso amichevole à. base di . cohces,... 1 • sion-i,reciproche fra Italiani e. Slavi. E questb compro- ' 1 ; I messo occorreva farlo col Governo serbo, il quale aveva la rappresentanza morale dei gruppi nazionali sud-slayi soggetti a Casa d"Austria. L'aç-cordq italo-serbo avre:bbe . r,assicurato quei gruppi, e ~i avrebbe incoraggiati nella battaglia. La lotta a fondò· contro çasa d'Austria, dal-. l'interno e da;ll'e~terno, sarebbe così diventata possibile. · . ~ ' ~ \ Venuta la vittoria, non ci ~arebbero ·state discussioni : ciascuno dei aue Governi alleati si sare:bbe pr7si·,i territori già distribuiti, di comune acèbrdo. Questa politica non solo avrebbe accelerato lo sfacelo interno della Monarchia austriaca, e. faicilitato la \ . \ \ .. \ vittoria, ma avrebbe preparato all'Italia una magnifica , _posizione di siGurezza e larghissime possibilità •di espan- .. sione ,ecoriomi~a nel dopo-guer!a. 1 L'Italia ~on doveva, per ragioni st~ategiche, fanttastiche per giunta., incatenarsi a nuove ·non necessarie querele. Non doveva distrarsi, per • miraggio d' occupa,zioni' territoriali nella penisola balcanica,· da qÙ~llo che .era il _suo problema vitale nel periodo _storico pr~iente: 'garanti 1 re liiber:o lavoro ai suoi em1 igranti e libera circolazione alle sue ) ' 1" merci in tutto· i,1 'bacino del M•editerréineo. . . Nel pensiero di Bissolati e dei suoi seguaci, queste ; idee sull,o ~mem,bràmento dell'Austria e s~i rapporti italo-slavi durante ~ dopo la guerra, si collegavano e· si coordinavan~ con un si~t~ma di politica g_ene·rale uropea,\ • • I I I ,, I Siblioteca Gino Bianco ~ I I

\ I ' '. . • I I f . ( ' J I J • ' . I • , : - XXIV~ I ,' I < , che derivava ,anch'esso dalla. ·tradizione: mazziniana. Bisso'lati, com~ Mazzini; era un intern~zionalista, che • • I conciiiava il' sentimento, naziona1e- colla solidarietà inter- •. ' nazionale'.. Non avrebbe mai preso la in~ziq.tiva di. u~a ·gu~rra per ,nes.~una ragio1~e1;ma poichè; là guerra era ·stata provocata dé3:gHaltri, poichè "la ne·utralità aveva già messo l'Italia in contrasto con gl'Imperi centrali, poichè era itnposs'ibile all'Italia rimanere 'pacjfica quando I ' tutto· il mando era in armi, bjsognava che il Governo italiano considerasse la gaérra- come u~o st~um.ento di . giustizia e di pace .fra. i popoli, e se ne. s~·ryisse, per ', p·romuovere un assetto internaz~onale nuovo, che fosse I J \ t · migliore di quèllo, che la guerra av,eva fatto ~auf~agare. . Solamente a ·questa ~ontj.izione, si poteva accettare la ' ', I guerra senza· tQtpmettere W?-deI~tto, come si accetta . I • ' • ' fortemente un sacrificio neJcessario. Il p,r,phlema· dei territo-ri aus;triaci ab:itati da. 'italiani .. era ·un cas,o locale del problema general~.: queillqi de.Ile, indipendenz.e e· delle giustizie nazionali; .che doveva es- , serè risoluto per ,tutti, se dopo la, guerra ~i voleva as,si- · r, • • , • CU:~are la pace ..Nel1a pace giusta pe1r ·t_~tti, l'Italia doveva conquistar giustizia anche per sè. 1 , La vittoria degl'Imperi ç:eritral{~governati a regim.e militarist9- ed autocratico, delÌberatì ad incorp.o.rarsi il Belgio, la Sèrbia, ,nuovi territori ~rancesi, ed· a. consoliqare. il predomini9 tedesco-magiaro su Italiani,. su: Rumeni, su Slavi nell'Imperò, absburghese, quella vittoria • avrebbe rafforzato chi sa per quanto ,tempo ·nei paesi vinci~ori l'autdç'razia e iJ militaris.m<), e .avrebbe segnato u~a piil: vasta·~ più ferrea oepre:ssJone per tutte le na-· zioni, che circondavano il blocco austro-germanico. . .. ( I ., I , ' ' Bibfioteca Gino Bianco ' I J l •

\ I ,' ' l l • - xxv,.:_ . ò V Perciò occorreva impedire ~a vittòri~ tedesca. Pe·rciò occorreva contribuire alla vittoria della Triplice Intesa. Anche i Governi della Triplice, Irttesa erano deviati da ~bizioni imperialiste. Il Governo ; czarista era .. una macchia pre~cupante. n~l sistem~ anti-gerinanico., Ma l'Ingh:ilterra e la . Francia .si governavano a regim.e democratiico. In esse sarebbe stato possibile alle forze·· · del socialis:mo e della dempcrazia lottare contro le f orzè . .del n~zionalismo, e· vincerle. I socialisti e i democratici · dell'I_ntesa, dunque, ,non dovevano lasciare senza contro11o, nel far la guerra e n~ far la _pace, i diplomatici, · · gli Stati Maggiori, i nazionali'sti, 1 fabbricanti d'armi .. I soch1lis.ti e· i demdcratici italiani dovevano volere che· ( il Governo itali_ano intervenisse nella guerra con un programma di giustizia nazionale per tutti i popoli, e rion con esigenze terri~oriali, che. oltrepassassero quel • I pr(?gi:amm.a. Seguendo questa linea di. condotta., .la dem:ocrµia italianla avrebbe. rç1,fforzato-in F'rancia e in ·.Inghilterra le _correnti d~mocratiche. E dall~ pressi01?,e della democraz.ia internazionale, ,i Governi dell'Intesa ·vincitrice sarebbero stati obbligati a costruire una pace:, ,in •cui sarebbero state ridotte al minimo. 'umaniam.ente pòssibile le in2"iustizie e i germi. di nuove· guerre. . . ' , Eravamo in pic.ua « ideologia de1 mocratica >>. ,Proprio J . I , ' COSI. . · ·., Non esiste nessun prbgràmma politiso, il ,,quale· non siq, inquadrato, sorretto, animato da una. i1eologia. Anche il nazionalismo' 'anche l' itrtpe!rialismo, son.o ideo- ,· , I 1 lògie. Non v'ha presunzione più scema che- quella di 1 • attribuire a sè il monoPQHo del realismo,· e non vedetre , : ' . "..nelle opinioni aJtrui' che ideologia. Ogni ideolo1 gia è im- ,1. I , f ~ ~ibi'iot,9i,c:aGinoBi-anca • f , • I \

' l ' ' - XXVI,-.- pastata con esperi:enze ·reali, bene o male interpretate, ed· · organizzate. E le esperienze reali , sono polve·re incoer·ente, s~ lo spi~ito umano non · le organizza e non le int,~rpreta con l'aiuto di preconcezioni ideologiche;. « Tutte le nostre idee.- diceva .Carlo Cattaneo - sono · miste di fa~tasia 'ie di r'ealtà )). Vi sono sistemi di pensiero più ricchi di ·fantasia; e ve n:e sono più ricchi di realtà. Vi sono ideologie· intelligenti, che: ci aiutano a_ comprehdere e. classificare senza, sforzi e senza stortur.e le ·nuo1Veesperienze, a calcolare con precisione le espe- , ,1 rienze non ancora avvenute, ed a re1 go~are utilmente la nostra condotta col suss1idio di previsioni ricche: di realtà; e vi sono ideologie im,be:cilli, che contrastano 'con la reaJltà, non sanno adaittarsi ad essa, la deif.orm,ano·, , suggeriscono speranze chimeriche, conducono agli spro~ . positi e ai disastri. Le previsioni, .che ~urono suggerite a. Biss·olati e ai suoi amici dalle « ideològie democ:ratiche )), sulle con- , seguertze rovinose dell~ « ideologie )) 1diverse, si sono ' \ . ·tutte ad una ad una avverate: chi avrà la pazienza di leggere gli · seri tti raccolti in questo volurne, Viedrà quanto limitata f oss"ein queste previsioni la zona delle · -fantasie, e quanto vas~a q~ella della realtà~ Se il programma ·di Bis,sola,ti fosse <;iiv:enutoprogramma di go~mo, se ne fosse stata tentaita la attq:azione nei momenti opportuni, si sarebbero realizzate anche le nostre previsioni_ sui risulta_ti utili, che ne' aspet. · tavamo? Che cosa sarebbe avvenuto, se fino dall'autunno del 1914 i Governanti italiani si fòssero accordati col , I Governo serbo e con gli esuli cz~chi e jugoslavi per inalberare la bandi1era della lotta comune contro Casa \ ' I • ·BibliotecaG.ìno Bianco

I I 'I ~- XXVII - d'Austria, mentre le· forze russ~ s.fo,ndavano il fronte au,striéUciodovunque in ,_,.Galiziae minacciavano l' Unghe· ria, mentre le offensive austriache contro la Serbia si . risolvevano in sistematici disastri? Che cosa sarebbe avvenuto, se l'accordo, ripetutamente ,offerto, da· Pasic · I a Sonnino, fosse stato con chiuso nel giugno def 1917, quando Pasiè venne a Rqma a fare un'altra offerta, e fq, ancora una volta rifiutato? Alla « politica delle nazionalità)) consigliata daille <<_ideologiedemoc~atiche )>, i -Gòvernanti italiani doVìettieroricorrere dopo Capo retto, . '- per limitare un disastro, che pareva irreparabile: e· i «realisti)), scher111itori delle « ~deologie democratiche )), accettarono .che l'esperimento si facesse, non sapendo più a che santo votarsi. Che ,cosa sarebbe avv,enuto? sie l'on. Orlando non avesse seguito la tatt~ca del << passata la· festa gabbato lo santo >>, ,e :hon avesse• abbandonato la. politica bissola~iana dopo là battaglia del Piave? Era quello - dopa la vitit_oria del Piav,è, e prima di Vittùrio· Veneto - il mo,mertto mi1 glione per trattare cop gli Slavi: quando la vittoria finale- ·pareva ancora lontana, e la Germania non era ' ancora disfatta, e l'A.ustria non ancora sfasciata, e l'Italia era l'ago della bilancia militare e diplomatica, ,è gli Slavi non erano an:cora inorgogliti dalla vittoria sul , fronte maoedone;. e del nostro, aiuto aveyano bisogno tutti i gruppi anti-austriaci per contin~ar:e nella lotta contro Casa d' Ausfria. E che casa sarebbe avvenu,to, se l' acçordo fosse stat? tentato a~meno sulla fine del 19 I 8 o sui pr-imi del 1919: subito dopo Vittorio Venet0, -. quando il Pr,esidente Wilson desiderava ed abbiso- \ gnava. di essere alleato còi diplomatici italiani n~llc:rresi- .,,, .. .B·itJljotecaGin'oBianco I \

1 - XXVIII ste1 nza alla politiea di C1emenceau e di Lloyd George, _:_ prfona che il Presidente Wilson tagliasse· i wnti, pubblicando il fa~ioso messaggio, - quando il nostro popolo aveva il senso della vittoria, non ancora sabo-. tato,. depresso, sperperato negli errori .mostruosi e nelia att~sa -esasperante delle trattative pai:igine, - quando la Jugoslavia attraversava 'la prima.,· più difficile, fase della sua formazione, e non si era ancora, bene o maile, asse~ I ~ stata, senza di noi, contro di noi~ - quando ·l'Italia I non -era ancora disorganizzata dalla · crisi del dopo I guerra?. Ecco una serie di domande, a cui nessuno potrà mai rispondere. Questa ·è la · debolezza di ogni discussione: politica: non si possono confronta.re i res11:ltati della azione, che non è stata fatta, con quelli dell'azione, che ~ , ' stata fatta, per yedere se sono m1igliori o peggiori ; si · 1 . . può sempre dire che sie· i resultati ottenuti dall'azione realmente con1piuta sono stati cattivi, quelli dell'azione ipotetica sarebbero stati anche peggiori ;. si può discuter:e .all'i1nfini'to su quel che sarebbe avvenuto, se le cose fossero andate diversamente-, perchè in .queste . costruziqni ipotetiche ~)gnuno mettei ciò ~he fa p~ù co:- modo al ,su.o amo~ proprio di profeta. . . Questo; però, nessuno, trediamo, potrà negare: che J i nostri,« realis,ti )), quando uscirono dal sile·nzio impac- ./' ciato imposto loro da:111-disfatta di Caporetto, e . ripreser0 il sopravvento nella politiça e1stera italiana., non raccolsero nel Congresso della pace- che disastri : tutti i disastri, non uno eccettuato, che i bissolatiani avevano preveduti. A.hbattuti da questa Caporetto diplol'natica, come erano stati abbattuti altra volta dalla Biblioteca Gino Bianco \

I . - XXIX - I ' . Caporetto militare, dovettero lasciare che Sforza ritornasse alle « ideologie· democratiche )) del Trattato di Rapallo: e malgrado gli errori passati; nonostanlte le disastrose condizioni della poli~ica . interna, una era inaspettata di tranquillità ,e.di attività sembrò aprirsi allora alla politica _est~ra 'ita;liana. Presto i, (( realisti )) tarparono ~11a' ssalto : ripresèro il Governo col J\1archese della Torretta: si trovaròno da capo isolati in un mondo ostile, e tornarono a non raccoglie1re - che ,di,sastri: ~ dopo che il _colpp di stato fascista ;del1' ottdbre 1922 ha res·o coinpleto il lor.o trion.fo, il_ ., loro co~dottiero., se ha· voluto chiuder,e la serie, troppo lunga, dei disastri mietuti 1 con ia politica contraria, è. stato obbHgato anch'egli a' fare la politica vituperata delle « ideologie ·den1ocratiche )). 1 • Il pr'ograrµma bis:solatiano non difettava per eh è fosse più ideologico ,e .meno)realista di quello che ebbe f ortuina nel no,stro mondo ufficiale. Difettava, ·ed era questa la staa debolezza insanabil~, perchè nè ·in ì taJia, nè' fuori d'Italia, i socialisti e i dem1ocraitici avevano la preparazione di coltù.ra n1eicessariaper compr~nderlo ed attuarlo. In Inghilterra, in Francia, in_Italia,, essi ·si divisero in pacifisti, ostili alla: guerra, indifferenti ai problemi della \ ' ' . \ pace, condotti dal, loro pessi1m'isn1:o, a priori ad ~hban- ,I . donare senza co1nbattere i.1campo ai nemici ·della pace ; ed .in frenetici di furia g·uerresca, ·,allucinati dal miraggio della « un.ion sacrée ))1, facile preda alla pro--· 'paganda nazionalista, purch_è impenaéchiata con quai- · che goffa truccatura rivoluzionaria. Ouesf ultimo fenom·eno dei nazionalisti mascherati da .,,.....,,,. . \ 1 rivoluzi'onari, fu intenso sopratutto in Ital;a. Fr<;1.i Bibliotec~aGino BiaACO • I 1\ • ,. l ~ ' I

I , I - xxx - socialisti scis,ma.tici, sindacalisti, anarchici, rcp,ttb-- • I ' blicani, ~adicali, massoni, che formarono/ l'interventismo democrati·co, una par,te - e non la maggiore - sapeva quel che volev~, · conservò s.e:m\ptie il conti-·oÙo deUa propria condotta, ,e can1battè fedelme,nt;e: e con sicura visione dei ptopri dov,eri a fianco di ·Bissolati. I più I erano spiriti arruffati, ·romantici in ritardo, apiolo- , gisti della v,iolenza, della rivolta" del colpo di mano~ per la ebbrezza del gesto peri:c!oloso, nion perchè il gesto ifosse ordina~o ~ raggiungere uno soorpo fissato con chiarezza e voluto ·con sei.rietà. Provenivano quasi ttljtti da queilla piccola borghesia intellettuale, µella cui sorvrabbondanza numerica, e miseria economica, intellettuale e n11 ora:le, e inquietudine fél: 1 melica, si deve ric1er~are una fra le cause più gra:vi e meno• correggibili del nostro 1nalessere , solciale e, dìelle nos.tre cris:i· politiche. Nella'· guerra intuivano_ un'o~ccasione propizia per 'au,m.entare il ··disord1 ine di u·na società, in cui oon e:rano riesciti ancora ad assicurarS\i il pane. Inventarono essi il mito della guerra rivo1u\zio:naria. Ma non appena trovarono un posticino siJCuro e passabilmente coimodo, in un ufficio di propaganda, in un comando di divisione, in un con1'itato del cosidetto front,e interno, diventaron:o subito patriottardi, arcimilitaristi, ultraborghesi, portando in questi nuovi atteggiamenti la, stessa violenza rum:o·rosa, cort cui· facevano una volt'a i gargarismi rivoluzionari. · ·Il Ministero degTi Est,e1ri.e la Massoneria trovarono in questi disgraziati gli agenti appropriati per imbrogliare, disori,entare ,e pervertire l'int~rventismo democratic10. Quando. Benito Mussolini, nell'ottobre del 1914, saltò ad• un tratto dal neutralismo assoluto all'interv•ei11tismo Biblioteca Gino Bianco J

- '.XXXI - antigermanico, gli elementi confusionari deU'intcrve·n- · tismo non potevano non riconoscere in luj il loro condottiero nàturale : lo seguirnno nella guerra; lo seguirono niel dopo guerra; hanno dato ·al fascism'o Ioi stato maggiore ~ i quadri. E se la gesticolazione rumorosa e incoordinata è rivoluzio,ne, questi interventisti furono aertamente rivoluzionari. Ma non era~o democir~tici. Lo sviluppo degli . avvenimenti ha dimostrato che la loro ·mentalità era un sottoprodotto delle' ideoli01gie nazionaliste, dissimulato con ,etichette convulsionarie. E anche sie nei primi tempi si strinsero· intorno a Bissolati, e anche se oggi vanno ad inaugurare·· i monlU,menti a Bissolati, non per questo è lecito confonderli con Bissolati: Gesù Cristo non è Giuda Iscariota. Con seguici di questa razza, Bissolati poteva andar• poco lontano ! \ IV. L' Interventismo di san Glullano. I Un'altra maniera di intervenire niella guerra sarebbe stata quella del Ministro degli esteri, on. di San Giuliano. San Giuliano era stato un tripHc:ista convinto. Tutto quanto era possibile fare per consolidare l'alleanza con · gl'Ill):peri centr~li egli lo aveva fatto fra il 1909. e il '14-. Era un assetato di conquiste coloniali. L' im,perialis1mo triplicista contro la Francia e c:ontr{)il'Ingll.ilterra sarebbe stato la sua politica estera ideale. Sotto i s.uoi auspici e con gli aiuti governativi, i nazionalisti italiani si Biblioteta Gino Bianco

e j ' ' 'I ' , I, ' '-- XXXII ~ ' dettero, nel I 91 o, la prima rego:lare· organizzazione di partito. .. Quando l'imperialisrnò- triplici,sta ·'abortì, su la fine del luglio r 914, ~gli non ,ebbe il coraggio di prot~stare ·perchè il Gabin~tto di' Vienna, complice del Gabinetto di Berlino, aveva violato i. patti ·dell~alleanz.ainviando ., l'ultimatum alla Serbia senza ness.un accordo preventivo ,col Governo italiano. Non. osò denunciare. l'alleanza <: prendere subito e risolutame 1 nte posizione fUlori di ·,e~sa. Continuò a barcamenarsi fra i due campi opposti, fi~o all'ultimo momento d~lla sua vita. Fisicamente e mo,r~lmet\te eraun debole:. e come tutti i deboli, amava -evitare le decisi'drii irr.evocabiLi :fi'nchè non fusse stato preso alla gola da una necessità immediata. ' ..,.Ma· nei moo1enti, in cui pensava di gettar'Si dalla parte ' della ,TripHce Intesa, vide sempr'e con perfetta chiarezza I ' . quello che avrebbe dovuto essere ·un programma imperiali-sta italiano, da realizza-rs.i non più mediante la Tri-: plice Alleanza, ,ma q.'accordo con la Ttiplice Intesa, in contrasto· e-on gl'Imperi centrali. Tracciando, infatti., fra il I 5 settembre e il ·,6 ·ottobre 1914, le priqie linteç di un'alleanza fra 1 1It~ià e la 'f riplice Intesa, e domandando su di -~:sso jl par·er.e!degli am'ba9Ciatori più autorevoli, San Giuliano osservava eh.e per ,e Potenze dell'Intesa l'avversario pr'in.cipale l~ra la Germania, m·entre per l'Italia era l'Austria (15 seJt-- tembre). La questione adriatica era poco interessante per· l'Intesa: era preminente per l'Italia. Prima di interve- 1 nire· nella. guerra, l'Italia doveva essere 'sicura che l'In•· tesa non le avrebbe lasciato ·sulle braccia la .massima parte dell~ f orze~ibstriache, badando per conito proprio ' ' Biblioteca Gino Bianeo ' ' ' I

I \ I t • I , I I > I I - XXXIII - solamente a battere la Germania : « l'Intesa non dev:e volere risparmiare l'Austria))· ( 1.7 settembre). Inoltre . ~ l'Italia non poteva intervenite niella guerra senza esservi costretta da una ragione vitale visibilé -e riconos.cibiJe .. ' da tut'ti: solo così avrebbe evitato l"accusa 'di slealtà verso gli anti•c1hialteati (non 'a~endo denunciato l'al- 'teanza nel momento buonq, era costretto a cercare ora un modo pie! denunciqrla ool1.1! altre plausibili ragioni)~ Quando l'Austria f asse st~ta minacèiata da imminente rovina; qu:andò da questa rovina l'equilibrio delle forze nell'Adriatico fosse stato slc;ontvoltoa profitto degli Slavi; : quando il Governo di· Vienna non• f Gsse,;stato p1 iù I in 1 ·•f grado di proteggere le terre abitate da itali~nì ·contro ' \ una coniquista degli Slavi; allora il Governo italiano \ non avrebbe potuto più rimanere neutrale, e sarebbe stato ~ostretto a muoversi per la di fesa dei propri connazio~ nali ·da u~a superiore necessità .. Bisognav~, dunque, che rintervento italiano fosse preceduto e resù neicèssario da • I , . ' ) un grande sforzo pella flotta f ranco-in1glese nell'Adria- . tico, la quale coUegapdo le proprie operazioni con quelle .. · · . terrestri dei serbi e dei montenegrini, avrebbe dovuto ridurre a n1al partito l'Austria· ( 19 settem.bre).' E per. ,l'ora· della pace, l'Italia non do,v.eva passare dall'incubo - ·della ni!inaetciaaustriaca, all'incubo dii una minaccia slava --- (la Russia era ancora· in piedi• e dava sconfitte: tremende . . ' all'Austria). Il Trentino e Tries1te non sarebbero stati I • , àc9uisti sufficienti : oècorrev.a otterier•e ·èome co1 nfine il displuvio principale delle Alpi e l'Istria fino al Quarnaro. Sulla Dalmazia non aveva id~e definitive ('25 ·~ettembre), , s.ebhe.nJese ne cominciasse già a.. parlare in quei giorni, e il Ministro russo Sazonof l'ave~se offerta fino dall'a- • 1 ** ~- .. Biblio· 0ca Sino Bianco I t - .,,, ) 1 ,

I . - XXXIV·,-.- f I gosto al Goviertto italiano per attirarlo nella guérra : vol1eva ,:evitare un urto con gli Slav,i del Sud; erà incerto s~ e:siger:e alcune isole dell'arcìpelago dalmata e quali. ·Ad og1n1imod0:, riteneva neoessario iniziarè conversazioni col Governo serbo per arrivare a un com.p1r'Om.esso acce~tato di cQmune accordo (6 ottobre). Avrebbe voluto 1 coot~inare l' intervent9 italiano nella gue:rta con q~ello della Romania. Alla .guerra doveva succeder~ un trattato di alleanza fra i vincit~1 ri per garentirsi a vicenda, durant,e Ùn congruo periodo di tempo, i nuovi acquisti territoriali; m,~ l'alle~ru;a non ' °\ ' doveva impegnare le parti còntra.enlti a nessu111as:sist€nza verse> quella che avesse fatto politic'a a.ggr:essiva contro gli estranei all'allean1za (25 seittembre). 1 I centri vitali di questo sistema diplÒmatico e militare sono tre: 1° l'alleanza postbellica di mutuai ga.renz.ia fra · .. i vinl~itori; 2° la lotta a fonido contro l' Au·s:tria~Ungheria; ' 3-0la intesa fra i Governi di Roma e di 'BeI,grado per . :la succe·ssione 'di Casa d'Austria neU'Adriatico orientale. L'impegno_ di prolungare l'alleanza anche dopo la guerre, appena realizzati quei guadag1ni e firmata la pace. ) di fronte all'cilvveilir,e: quét tanto di fiducia che è pos-- sibile è:·reare fra diplomatici: ciascun alle:ato,. aiutando il Governo italian'o a realizzar:e i ·suoi_ guadagni, non .. avrebbe temuto di vederlo" ritornare nel campo germa- · nlico a co 1 mbina:r nuove alleanze e mia!cahinar nuoYe I guerre, appena realizz_atì quei guadagni e fir~iata la pace. In quest'atmosfera di mu'tua solidarietà a lunga scadenza, il ·Go':erno italiano, sbarazzatosi çlell'Imp·ero .austro-ungarico, non fr~stor,naro da contestazioni tierrito- . riali nell' Adri'atico con la nuova J ugosla.Yia ,erede del- " I ' Biblioteca Gino Bianco I I ' • / I 4 ' I

I \ - xxxv.- l'Impero smembrato, avrebbe goduto di una magnifica/ libertà di1manovra m:elcontribuire alla soluzione dei problemi, che interessavano gli altri Governi alleati·: quelii . I della Saar, della riva sinistra del Reno, de1:la Ruhr; I I delle colonie tedesche e dei territori ottomani r,esi disponibili dalla vittoria. Il .programma di espansioni colonial.i italiane, che non era stato possibile realizzare fl. fianco degli Imperi centrali e a spese dell'Inghilte.rra e 4ella Francia, si sat1ebbe r,eali;zz.ato in alleanza con queste ·I=>otenzea spese del sistema germanico. ' ). 1,a ideok;gia nazionialista ed imperialista di San Giuliano era agli antipodi della ideologia democratica ed \ internazionalista, a \cui ·si ispirava Bissolati. Dove Bissolati accettava unia gu1erra d'indipendenza, San Giuliano cercava una guerra di potenza. San Giuliano va- \ gheggiava una alleanza postbellica antigermanica, perchè vo~eva garentirsi gli acquisti, la~maggiore quantità di acquisti territoriali real!zzabili coh la forza delle armi e . con le abilità ~iplon1atiche. Bissolati voleva anche lui che l'Intesa antigermanica si trasformasse in associa-' I zione per il dopo guerra~ ma per garentire la pace, dopo avere garentito~con la guerra i diritti dei vincitori, sen:za violare nella vittoria i -diritti dei vinti. Bissolati non vedeva quale utilità avr,ebbe potuto ricavare da nuovi ' acquisti .colòn.ia.l·il'Italia, paese .pover,o di capitali e di capacità organizzatvici : agli acquisti coloniali preferiva il, condon~ dei· debiti di guerra. interall'eati, e la porta aperta per il lavoro e per il co1umiercio italiano nelle colo:nie organizzate dal capitale e- dal1'a.1nministrazione, - .altrui. I I BibJioteca .GinoBic;1nco '

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