l I - 308- ' decisa, per buttarsi dalla parte, che promettesse guider"' doni più larghi; ìa Germania era assai più salda che non s'i credesse in Italia; l'idea di stringersi ad essa, anzi che all'Inghilterra I e alla Francia, non era ancora da scartarsi. E quando si consi1deri la guerra d'Italia come una semplice guerra diretta a grattar terre da qualunque parte, è innegabile che l'on. Giolitti· calcolava m.eglio le realtà e vedeva più lontano del suo avversario. I cui errori cent1ali erano questi : faceva la gtierta all'Austria nella speranza che l'Austria non si sfasciasse, ma eol programma. di toglierle ogni respiro nell'Adriatico, cioè con un programma di conquiste, che non si poteva realizzare senza lo sfacelo dell'Austria; ed era alleato dell'Inghilterra e della Francia con un sentimento continuo di ostile diffidenza contro esse, e di nostalgia spasmodica verso la Germania. L'intelligentissimo individu9 faceva la guerra essendo amico dei nemici e nemico degli alleati! Più logico e più pratico di lui, l'on. Giolitti avrebbe preferito accordar1 s,i a buon mercato col ·Principe di Biilow, e aspettare il momento buono'>per , venire ai ferri corti anche coll'Inghilterra e colla F'rancia,, facendosi pagare anche da queste la ~eutr·éllità in moneta coloniale: a questo scopo occorreva che Germania e Austria non fossero indebolite dall'intervento . italiano, e che )'Italia non si intrigasse nella guerra antigermanica. La vittoria militare d·ell'Intesa fu il fallimento della guerra nazionalista e sonniniana. Ridotta la Germania all'impotenza, sfasciatasi l'Austria-Ungheria, tùtta la manovra nazionalista progettata per le trattative di pace Bi,blioteca Gino Bianco \ ,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==