Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

- 301 .:l:.. . " . I 111anovra di sviare, l'attenzione del nostro popoJo dalle responsabilità dei nostri governanti per concentrare tutte le inquietudini e tutti. i rancori italiani Enon s.olo contro i governi ma anche contro i popoli dei 'paesi alleati. Non intendiamo servirie ·al gioco di chi già] comincia a .pre- , parare nell'Europa avvelenata dalle ingiustizie del trat1 • tato di pace, nuovi intrighi e nuove lotte per vendicarsi 1· domani delle bricconate, a cui non ha saputo opporsi ~ I ·oggi o per cui non ha ottenuta la ·mercede eh~ ne aspet- , tava. Noi rifiutiamo ogni nostra solidarietà agli uomini, cpe hanno rappresentata. l'Italia alle trattative di pace. E dobbiamo spiegare al nostro popolo che anch'esso deve rifit.1ttare ogni solidarietà a quegli uomini. Dopo Caporetto fu' sacrificato Cadorna; dopo quel che è successo ora (che_ è un Caporetto 4ipl1 omatico) è necessaria la stessa s.erena e decisa volontà di non guardare in· faccia a nessuno, per il bene di tutti. Anzi, se per Caporetto la respons'abilità potev,a solo in parte ricadere sul ·condottiero, questa volta non c'è dubbio : essa r.icade tutta e solamente sugli· uomini, che hanno condotto la nostra politica internazionale. Hanno fatto tutto loro; hanno brigato,· firmato, ripreso, diviso, trescato, tutto loro: noi non avevamo il diritto di saper nulla. Non è .il popolo italiano, che è andato a Parigi a mercanteggiare e a farsi ingannare. Sono stati due soli uomini, due notabili Tarhuna, un vecchio maniaco e un leguleio codardo. Con quei due disgraziati non inten- , dian10 avere nessuna solidarietà. flibl'ioteca Gino Bi·anco I

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==