Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

I I ,I ' I • - 300 - quanto la censura ce lo consentiva, i criteri che volevano essere• furbi ed erano semplicemente inetti, con cui la , ' nostra politica estera era diretta; abbiamo contrappo:sto sempre alla politica, che sentivamo ~isonesta e funesta, la sola politica co.ncui l'Italia potesse uscire con dignità e profitto dalla crisi mondiale; siamo stati per questo accusati come pubblici nemici dagli adoratori e agenti ~ e salariati del nume silenzioso. E anche noi protestiamo: ma intendiamo protestare non solamente co-ntro i diplomatici francesi e inglesi, ma sopratutto contro i nostri. E contro l'opera [malvagia e soemp,ia dei nobilastri e legulei e trascinasciabole e finanzieri che intrigano, .truf- "rano, barano e nientono a Parigi], fra i quali i nostri rappresentanti fanno Da figura di briaconi im:potenti e imbecilli], - contro tutto ciò che da:ua conferenza V di Parigi uscirà e nella questione adriatica, e in quella dell'Austria, e in quella del Reno, e in •quella della Vistola, e in quella delle colonie, - noi intendiamo di ,appellarci ai popoli. E continueremo nella nostra opera di ' ' demolizione e di ricostruzione di quanto a Parigi viene fucinato, .finchè giustizia non sia resa a tutti, e la pace non sia davvero sicura. Perchè sette milioni e mezzo di uomini non debbono essere morti invano. E la 1uma- , nità deve bene avere appreso qualcosa ,dallacspaventos~ prova dei cinque anni passati. E non deve· iconltinuare a · . lasciarsi ingannare, sfruttare e condurre af macello da alcune dozzine di incoscienti malvagi. In vista di questa dem,olizione e ricostruzione, che deve essere fatta dai popoli contro i Governi, noi non ' dobbiamo confondere a nessun patto le proteste nostre con quelle degli altri. Noi non dobbiamo prestarci alla Biq)iotéca Gino Biamco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==