,r ' I ' \ I \ i (I -- 286 -- \, lista sul serio, quel che avremmo ottenuto, l'avremmo ottenuto come vincitori; e anche se 'l'avessimo ottenuto come perdenti, sarebbe stato in una . lotta in campo aperto, per un progra1nma di giustizia per tutti. Metro '-quadrato di più, metro quadrato di meno, sarebbe stato, materialmente, lo stesso: moraltn.ente la posizione sarebbe stata ca.,povolta: non_ avremmo, con la nostra \ azione, giustificato. le peggiori cupidigie altrui. Se politica è arte dei limiti e delle possibilità, questa. _ doveva essere la nostra politica. Era la politica di Bis.- solati: Ma,, Bi~solati:, dopo Vittorio Veneto, fu messò alla porta del Ministero,· in cui era stato chiamato nell'òra del pericolo. E quando tentò esporre le sue idee nel discorso di Milano, fu brutalmente svillaneggiato. · Perchè dopo la .battaglia di Vittorio Veneto, l' on. Sonnino non ha avuto che un'idea sola: mettere fuori di tasca il trattato di Londra, che presupp·oneil mante-n.iment o dell'Austria, e non occuparsi di- altro. Questa essendo la politica sònniniana, che meraviglia se jugoslavi, e czecl1i, e ro1neni, e polacchi, e greci, si sieno rivolti, non a Roma, ma a Parigi?• E che meraviglia se il Governo francese abbia preso, fra il Mar Nero , e l'Adriatico, il posto che l'Italia lia abbandonato? Che . . diritto abbiamo noi di protestare contro la politica f rancese diretta a ricostruire l'Austria., se questa è stata sempre la politica consapev.ole· e tenace del nostro Ministro degli esteri ? Apriamo il Giornale d'Italia del 21 maggio 1919, e legger,emo con la firma Vettori, uomo di fiducia giornalistica dell' on. Sonnino·: Biblioteca Gino Bianco
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