'. ·- 280 - . . Tutto <]~t~sto_no~ è fatto certo per, rassere~ar: l'opi/ n1one pubbhcà italiana. E la stampa, a corn1nc1are da queJla ufficiosa, che p1+reper cinque anni è stata seqrtpre as$orbita nel compito di lodare e di esaltare q11anto faceva il nostio Ministro degli Esteri, risuon 1 a di p~oteste e di a~ti lai, e ?i scaglia' contro la Itrancia. ' Certo, la condotta del Governo francese. nei problemi danubiani è improntata al più [brutale e] miope egoismo. E sopratutto noi, che abbiamo amato e vorremmo continuare ad amare la Francia, e vorremmo credere ancora in una sua missione di giustizia nel mondo, e per questo palpitan1rno nelle o~e del suo pericolo mortale e la vo- , lemmo salva per opera nostra, e r~sa veramente nqstra sorella nel lavoro, di preparazion'e di un migliore avvenire, noi proviamo un senso di angoscia nell'osservare come la vecchiaia del signor Clemenc'eau vada scavando l'abisso tra la Francia e l'ltalia, e prepia1 rando giorni terribili per i due pae~i, a tutto profitto del pangermanismo. Ma detto questo, restjt pur sempre da domandare come mai sia stata possibile que1 sta politica francese, come mai• sia stato possibile che nella primavera del :r 9 I 8 l'Italia sembrasse alla testa della politica delle nazionalità in lotta per scuot,ere il giogo d'Asburgo, e nella primavera del I 9 I 9, a un . anno di distanza, spezzato quel giogo sopratutto per merito dello sforzo italiano, chiamate_ qu~lle nazionalità a li'bera ·vita sopratutto dalla vittoria italiana, l'Italia si trovi messa in disparte e minacciata · da una resurrezione dell"Austria. Imprecare [al malaprmo del] Governo francese, non basta. J\.nche l'on. So~nino, come il signor Cletnenceau, aveva la sua attività diplo111ati•cal,e sue ptobabiltà di Biblioteca Gino ,Bianco I ,
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