Gaetano Salvemini - Dal Patto di Londra alla Pace di Roma

XXXIII. 3 Maggio 1919. IL MESSAGGIO DI WILSON Non oggi, ma due mesi or sono,, ,e non al solo popolo italiano, ma a tutti i popoli dell'Intesa, il Presidente Wilson avrebbe dovuto rivolgere la sua parola per richia1narli a una coscienza maggiore dei pericoli, che n1inacciavano la pace, e al dovere di badare un po' meno aUe loro questioni interim e molto più .alla rete di 1ngordigie e di scaltrezze, eh~ si tesseva a Parigi da tutti i Governi dell'Intesa. Non dall~ sole trattative per la questione adriatica, ma da tutte le trattative, avrebbe dovuto ritirarsi in tempo, senza abbandonare rr1ai nessun punto essenziale del sistema di idee, su cui si concentravano le speranze di tutto il mondo. Avrebbe così compiuto un atto rivoluzionario, ispirato da un concetto largamente umano, superiore ad ogni legalità e ad ogni consuetudine diploniatica, in opposizione alle manovr.e indegp.e d~i nobilastri e legulei e trascinasciabole convenuti a Parigi a barattare la libertà dei popoli. E gli elementi migliori. di questa vecchia Europa, in cui non è morta ancora ogni volontà di giustizie, si sarebbero Biblioteca Gino Bianco -

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