quella parte del suo primitivo programmia,, che, non potrà resistere all' << esame >> di Parigi : avrebbe dovuto consigliargli di adattarsi agilmente alla nuova situazione creata dallo sfacelo della Russia, dall'intervento degli Stati Uniti e dalla oramai riconosciuta necessità dello s-fasciamento d~ll'Austria. J.\tia parlare all' on. Sonnino dello sfasciamento dell'Austria, è sempre stato come · dargli un pugno in un occhio! D'altra parte, si capirebbe la politica del tira e molla, del c4ieder dieci per ottenere cinque, se-.f.assero in gioco conquiste territoriali, che meritassero davvero di essere desiderate. ìVIala Dalmazia,. per ~ui l' on. Sonnino ·ha costretta l'Italia a rivoltarsi durante quattro anni n~lla polvere coi nazionalisti ,slavi, la Dalmazia, a cui moltissimi fra gli stessi più stentorei dalmatomani sanno benissimo di dovere alla fine rinunziare, la Dalmazia, paese poverissimo, e non necessario alla nostra sicu ... rezza, e abitato da popolazione ostile: e confinante con una nazione costretta disperatamente, eternamente, a disputarci quel territorio - la Dalmazia quale vantaggio rappr~senterebbe per: noi? Disputarsi per una conquista economica1nente o militar-mente o .politicamente necessaria, o màgari solamente utile, si capisce. Ma non è un r caso_ di inaudita scempiaggine disputarsi per ottenere ciò che· non solo non servirebbe a niente, ma sarebbe dannoso? << Afferriamo quel che possiamo )) - dicono alcuni. Ma afferrare, che cosa? un mazzo di fiori, o un nido di v~pere? ((Dobbiamo, dunque., metterci , paura degli slavi? )). - No, o bollenti Achilli della dalmatomania. Non si'- tratta di aver paura : si tratta di avere la testa sulle ' Biblioteca Gino B-ianco
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